♡~Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.~♡ Carlos Ruiz Zafón
❄~Sono felice di aprire con voi la quinta casellina di questo meraviglioso calendario dell’avvento. Oggi ospitiamo il blog di due mie care amiche, che conosco ormai da due anni, Elena e Laura del blog Elena e Laura. Trovo il loro raccolto molto bello, d’altronde sono un’amante del Natale, delle conoscenze inaspettate e della cioccolata calda. Buona lettura! Vi lascio il collegamento qui sotto👇🏼. Mi raccomando, correte subito a leggerlo, merita davvero!~❄
Laura ♡
Buongiorno, amici! Eccoci al quinto appuntamento con “The Xmas Carols”! Oggi tocca a noi dare il nostro contributo e lo faremo con un racconto dal titolo “Natale, neve e cioccolato”. Ringraziamo Shio per questa bellissima iniziativa del Xmas Carols e vi diamo appuntamento a domani con il blog Inchiostronoir. Prima del racconto, ci presentiamo per […]
Quarta casellina, quarto blog, oggi tocca a Paola Pioletti.
Vi lascio il link qui sotto👇🏼
Ci ritroviamo domani con un altro bellissimo contributo, delle mie care amiche Elena e Laura.
Laura♡
Ringrazio https://ilmondodishioren.wordpress.com per aver ideato questo calendario dell’avvento che ci condurrà dritti, dritti sino al 24 Dicembre. Propongo una piccola rivisitazione de “The Christmas Carol” di Charles Dickens, un racconto fra i pochi che apprezzo e che per me ha un significato. Domani invece toccherà a Elena e Laura, due sorelle in una stanza di […]
Buongiorno, eccoci alla terza casellina. Questa volta è il turno di Centoquarantadue. Ora sono a lezione ma prometto di leggere il suo racconto ed esprimere un breve commento.
Vi lascio l’articolo qui sotto👇🏼.
Laura♡
Quell’anno la neve era arrivata presto, prima del solito. Ne era caduta tanta e il piccolo paese in fondo alla valle assunse in breve l’aspetto magico e fiabesco di una cartolina natalizia. Le strade non tardarono a riempirsi di bambini festanti, impegnati senza sosta in innocue sfide all’ultima palla di neve. Tutto il paese era […]
Ho letto il suo racconto e l’ho trovato molto carino e originale, un vero talento nel raccontare fiabe. Lo stile di scrittura rende la narrazione scorrevole e incalzante e nel mentre ho provato ad immaginarmi il quadro dell’ambientazione.
Oggi inizia The Xmas Carols. La prima blogger a partecipare è Giada del blog https://multidimensionalart.home.blog/. Trovo la sua creazione molto carina. E voi? Vi lascio il collegamento all’articolo.
Salve a tutti carissimi lettori! Oggi inizia con il nostro blog la splendida iniziativa natalizia ideata dalla meravigliosa Anna Esse in arte Shio del blog Il Mondo di Shioren, alla quale parteciperanno tanti fantastici blogger che ci terranno compagnia ogni giorno fino al 24 dicembre con tanti bellissimi contenuti ricchissimi di creatività ispirati alle feste! […]
Oggi andrò a recensire l’ultimo libro letto, uno dei tanti della Riley, ovvero La luce alla finestra. Devo dire che proprio questa mattina ho dato una accelerata alla lettura perché, davvero, verso la fine la narrazione diventa molto incalzante e il segreto che si cela alla base di questo libro ha reso la lettura molto interessante . I colpi di scena certamente non sono mancati ed è forse la cosa che ho apprezzato di più di questo romanzo. Sapevo sin dall’inizio che Lucinda non mi avrebbe deluso nemmeno questa volta e devo dire che la sua penna è riconoscibile tra milioni di libri e voglio dedicare un po’ più di spazio a questa recensione proprio perché credo che Lucinda lo meriti.
Riporto la trama
¤♡Émilie de la Martinière ha sempre subito il giudizio di sua madre, regina indiscussa della scena mondana parigina. Ora ha trent’anni, ma la freddezza mascherata dal lusso e dagli agi con cui quella donna superficiale e distante l’ha cresciuta è un fardello ancora pesante da portare. La sua morte risveglia in Émilie un groviglio di sentimenti contrastanti e dolorosi, soprattutto quando apprende di essere l’unica erede di un sontuoso castello nel Sud della Francia, un castello che nasconde le risposte a molti degli interrogativi che pendono sul suo passato: sarà un vecchio taccuino di poesie ritrovato tra quelle mura a metterla sulle tracce della misteriosa e bellissima zia Sophia, la cui tragica storia d’amore ai tempi della guerra ha segnato irrimediabilmente la sua famiglia. Una storia così intensa ed emozionante da spingerla a riconsiderare la sua vita e ciò che la circonda: perché all’improvviso continua a pensare a un uomo che ha appena conosciuto, proprio lei che si è sempre tenuta lontana dall’amore?Voce unica e inconfondibile della narrativa romantica, Lucinda Riley ha scritto un’altra storia d’amore e passione, una storia impetuosa tra passato e presente che incanta, travolge e rapisce.♡¤
In poco tempo si passa dall’improvvisa comparsa di Sebastian, un Principe Azzurro che salva Émilie, la protagonista, da una crisi dopo la morte della madre e soprattutto dalla gestione inaspettata del castello di Gassin, in Francia, ereditato dopo la perdita di entrambi i genitori. Essendo l’ultima discendente, il destino della proprietà dipende da lei, e se rifiutasse di prendersi cura della ristrutturazione del castello, spezzerebbe secoli di tradizioni e soprattutto dovrebbe dire addio ai ricordi che le rimanevano di suo padre. Uno dei posti che preferisco del castello è la biblioteca, che custodisce più di 20.000 edizioni pregiate, con gli scritti degli autori più illustri di sempre. Ho immaginato che somigliasse un po’ a quella di La Bella e la Bestia. Inizialmente sono rimasta delusa dal fatto che Émilie si sia subito innamorata di questo sconosciuto. Si è fatta ammaliare dal suo fascino e dalle sue vesti di eroe, ma io capivo che qualcosa non andava anche perché un libro di 500 pagine non può concludere la storia d’amore in meno di 50, così mi sono fidata dell’autrice e ho continuato la lettura. Devo dire che il passato di Émilie mi ha molto scossa e mi ha fatto riflettere su quanto alcune persone durante la Seconda Guerra Mondiale si siano distinte, anche se nel loro piccolo, per salvare la vita di diverse persone e abbiano combattuto rischiando la propria, se non per perdendola. Ho amato il personaggio di Costance, la nonna di Sebastian nonché amica di Eduard, il padre di Émilie. Ha dimostrato di essere una donna forte, tenace e di avere un cuore talmente grande e un coraggio così immenso che ho provato un grande sentimento di stima nei suoi confronti. Al mondo ci sarebbe bisogno di più donne come lei.
Un altro personaggio che ho amato fin da subito è il misterioso fratello di Sebastian, Alex. Non vi posso dire molto su di lui, ma per me è stato un colpo di fulmine, cosa che non è stata per la protagonista.
E poi c’è Sophia, sorella di Eduard e zia di Émilie, cieca dalla nascita e di cui la nipote non ha mai saputo nulla, perché il padre era troppo provato dal dolore per parlarne con la figlia. Sophia, per la mancanza della vista, ha sviluppato tutti gli altri sensi e soprattutto ha una dote artistica, scrive poesie e riesce a descrivere ogni tipo di sensazione attraverso le sue dolci parole. La luce alla finestra è proprio una delle tante poesie che la giovane ragazza ha scritto nel corso della sua vita, fin dalla tenera età. L’autrice ci regala qualche sua composizione tra un capitolo e l’altro. Lascio di seguito la poesia che da il titolo al romanzo:
La luce alla finestra
Assoluta notte L’oscurità è il mio mondo Pesante fardello Non v’è luce oltre la finestra.
Giorno clemente Una mano uscì dal buio Sfiorò la stanza E l’irradiò col suo tepore.
Crepuscolo imminente Da te scaturiscono le ombre Aleggia un segreto Il cuore si scioglie e palpita.
Assoluta luce L’oscurità era il mio mondo E ora scintilla e brucia E risplende, il mio amore per te.
Un altro punto che mi ha piuttosto toccata è un segreto che Émilie si porta dentro da quando ha tredici anni e che non è mai riuscita a confidare a qualcuno.
Consiglio la lettura a quelle persone che desiderano leggere un romanzo coi fiocchi, perché sì, Lucinda si è sempre spesa per i suoi libri, si è documentata, ha visitato i luoghi e conosciuto la storia di persone che sono vissute realmente, per aiutarsi a rendere il più credibile possibile la sua storia. Quindi merita, merita così tanto che alla fine di questo libro mi sono commossa, per lei, che anche se non è più tra noi, continua a vivere nei suoi romanzi e nel cuore di tutti i suoi fan.
Oggi andrò a recensire l’ultimo libro letto, Come una favola, di Danielle Steel.
Riporto la trama.
♡~Camille ha avuto un’infanzia perfetta, circondata dall’amore e da ettari di vigneti nella bellissima Napa Valley, a nord di San Francisco, in California. Lì, tra dolci colline verdi e coltivazioni a perdita d’occhio, i suoi genitori, con dedizione e impegno, hanno dato vita a una rinomata azienda vinicola e una meravigliosa tenuta, ispirata all’antica proprietà di famiglia a Bordeaux. Ma quando, dopo la laurea, Camille torna a casa per aiutare a gestire Chàteau Joy, come ha sempre sognato, la favola s’interrompe bruscamente. La madre viene a mancare e, solo sei mesi più tardi, il padre si lascia ammaliare da una misteriosa e affascinante contessa francese. La donna sembra incarnare l’essenza della raffinatezza parigina, nascondendo però qualche ombra. Camille, ancora in lutto, è scioccata dal fatto che suo padre non riesca a vedere oltre gli sguardi seducenti, i vestiti firmati e le maniere eleganti, e che sia già pronto a rifarsi una vita. Così, mentre il suo mondo crolla, Camille dovrà fare ricorso a tutta la sua forza per riuscire a salvare la memoria e l’eredità della sua famiglia. Fortunatamente per lei, però, potrà contare su una gentile quanto inaspettata alleata, e su un amico d’infanzia riapparso nella sua vita proprio come un principe delle fiabe. “Come in una favola” ci ricorda come a volte, anche nella vita reale, e non solo nelle favole, il bene vinca sul male.~♡
Come una favola è narrato dall’autrice proprio come ci si aspetta che sia raccontata una favola, di quelle come Cenerentola. La parte iniziale è come sospesa su una nuvola, raccontata con molto distacco, proprio perché viene descritta la vicenda prima della nascita di Camille e dei suoi primi anni di vita, della malattia della madre Joy e del nuovo amore del padre Christophe. Anche se apparentemente questa tecnica di scrittura potrebbe sembrare freddezza, in realtà denota una grande capacità narrativa di Danielle Steel, motivo per cui leggerò altri suoi scritti.
Ho adorato tantissimo, oltre al personaggio di Camille, anche quello della madre di Maxine, la matrigna, ovvero Simone, un’anziana signora di 87 anni, che si è trasferita nella Napa Valley, dove sorge il castello di Christophe e che vive in un piccolo cottage poco lontano.
Il rapporto che si instaura tra Simone e Camille è proprio quello tra nonna e nipote, una nonna che la giovane ragazza non ha mai avuto e una nipote che Simone ha sempre desiderato.
Una cosa che avrei apprezzato sicuramente, è la parte romantica, la storia d’amore tra Camille e il suo principe azzurro. Ogni volta che voltavo pagina mi aspettavo un intensificarsi di quell’aspetto e ogni volta rimanevo delusa.
Nonostante questa piccola mancanza, che è dovuta al mio spropositato romanticismo, ho adorato questo libro; una breve e bellissima favola, che preannuncia un seguito per i protagonisti ancora più bello.
Un altro elemento, che secondo me ha reso il tutto ancora più interessante, è l’ambientazione e il fatto che Christophe insieme a Joy abbia costruito l’azienda vitivinicola, il castello, trasmettendo tutto il loro amore alla figlia che un giorno avrebbe proseguito sulla stessa strada dei genitori.
Consiglio questo libro a tutte le ragazze che desiderano avere tra le mani una favola, di quelle semplici e delicate, che ti fa sognare un futuro da principessa. Perchè tutti alla fine, ci meritiamo un finale da favola!
Oggi andrò a recensire l’ultimo libro letto, ovvero Ogni momento è prezioso, di Raphaelle Giordano. Quando ho acquistato questo libro, ero entusiasta dalla copertina. Una ragazza su un tetto, aiutandosi con una scaletta, cerca di dipingere il cielo stellato. Anche il titolo non era da meno, è proprio vero che ogni istante è prezioso e la vita andrebbe vissuta cogliendo l’attimo (carpe diem).
Vi riporto qui la trama
♧●La felicità si nasconde dove non credi di trovarla. A volte bisogna accettare di perdersi per ritrovarsi. Lo sa bene Giulia che sul lavoro non riesce più a dare il meglio e a casa deve fare i conti con un figlio adolescente, indisciplinato e arrabbiato con il mondo. Finché, dopo l’ennesima mattinata storta, si ritrova a entrare in una singolare bottega. Un negozio pieno zeppo di oggetti strambi: orologi con dodici clessidre che segnano l’ora esatta, ma anche il tempo che fugge; fiori capaci di leggere e verbalizzare le emozioni; diffusori di profumi dei momenti speciali. Oggetti che sembrano inutili, anche se Basile, il proprietario, le promette di insegnarle a usarli per ritrovare la felicità e il benessere perduti. Giulia stenta a crederci. Poi, ripensandoci, decide di stare al gioco. In fondo, ha tutto da guadagnarci. Così, torna da Basile e si lascia guidare alla scoperta di nuovi orizzonti seguendo pochi e semplici consigli: non imbrigliare l’immaginazione ma lasciarla libera di esprimersi, non prendersi troppo sul serio, imparare ad accogliere ciò che è fuori dagli schemi ma ci fa stare bene. Giulia entra così in contatto con la parte più profonda e creativa di sé stessa e si rende conto che basta poco per tornare a comunicare con il figlio. Soprattutto impara che non esistono ostacoli troppo grandi se si trova il coraggio di andare oltre i propri limiti con audacia. Perché quando si prova a condire la vita con più pepe, ci si accorge che è possibile riconquistare la spensieratezza di quell’età dell’oro in cui sono gli altri a preoccuparsi e a prendersi cura di noi. “Ogni momento è prezioso” è una storia che ci insegna a cercare l’essenziale dove non pensiamo di trovarlo. A cambiare prospettiva per godere della meraviglia che si nasconde anche nei piccoli gesti quotidiani.●♧
La vicenda è narrata sotto diversi profili. L’unico a parlare in prima persona è Basile Vega, il proprietario di uno strambo negozio, il bazar della zebra a pois. Il resto è tutto in terza persona, secondo i punti di vista dei vari personaggi, Giulia, che lavora presso una ditta di deodoranti femminili, il figlio Arthur, che a scuola fa fatica a seguire il regole e prendere buoni voti, Louise, che fa di tutto per far approvare delle petizioni contro il bazar di Basile, Pollux, da sempre innamorato della sua collega Giulia, nonché altri personaggi. Questa volta questo stile mi ha solo confuso le idee e purtroppo non sono riuscita pienamente a entrare nella storia, tanto che a volte perdevo il filo del discorso, dimenticandomi chi stesse parlando.
Il mio personaggio preferito è Arthur, un sedicenne che non ha avuto un’infanzia felice, i suoi si sono separati quando lui era molto piccolo e suo padre non lo vede quasi mai. Arthur, a scuola, nonostante cerchi di impegnarsi, non riesce ad emergere, ma in compenso ha un talento innato per i graffiti, il suo nome d’arte è appunto Arth (un gioco di parole tra il suo nome e arte).
Poi c’è la storia d’amore tra Basile e Giulia. Devo dire, però, che io non mi sono innamorata di Basile, perciò ho solo provato tenerezza per la coppia, nulla di più.
Invece, sono stata conquistata dal rapporto che si è instaurato fin da subito tra Basile e Arthur, tra padre e figlio (anche se non biologico).
Consiglio questa lettura un po’ a tutti, perché seppur non mi abbia pienamente convinto, è piena di spunti filosofici che andrebbero colti, nel suo piccolo Raphaelle Giordano ti spinge a prendere la vita per com’è, a non accontentarti dell’utile, ma anche di quello che ti fa sorridere e stare bene, di vivere ogni istante come se fosse l’ultimo, perché, ogni momento è prezioso, ogni goccia che cade sull’orologio della vita è persa per sempre, se la si lascia andare via.
oggi vi voglio parlare del daily più amato dalle madri e nonne italiane, Il Paradiso delle Signore. Lo ammetto, ultimamente non lo seguivo più per diversi motivi. Prima di tutto perché l’orario in cui va in onda é molto scomodo per un’universitaria. Secondo, la storia scorre molto lentamente e i colpi di scena faticano ad arrivare. Nonostante questo ho sempre apprezzato la serie. La cosa che più mi piace è l’ambientazione, la Milano anni ’60, tra moda, amori, tragedie e fraintendimenti, niente di più azzeccato per una soap opera strappa lacrime. Sono consapevole del fatto che la maggior parte di voi non ama questo genere di cose e li capisco, ma che ci potete fare, è più forte di me. Mia nonna mi ha trasmesso la passione per le fiction della rai da bambina e da allora non me ne sono persa una.
Il Paradiso mi ha conquistata quando ancora era una fiction. Poi la produzione ha deciso di trasformare la serie in un appuntamento giornaliero e, visto il grande successo, ha proceduto così per ben 4 stagioni. Adesso andrò a parlarvi dei personaggi che più preferisco e che più ho amato.
Partiamo da Vittorio Conti, il proprietario del paradiso. Già conoscevo l’attore da un’altra fiction, La fiction per eccellenza, Un medico in famiglia. Poi il personaggio di Vittorio è presente fin dalla prima serie e nel corso degli anni il suo carattere non è mai cambiato, generoso, sempre solare, pronto ad aiutare gli altri e soprattutto a stravolgere tutto con le sue idee innovative.
Poi ci sono le veneri, la mia preferita è sempre stata Roberta, anche se ora non fa parte più del cast del Paradiso. All’inizio adoravo la coppia Roberta-Federico, ma poi è riuscita a conquistarmi anche quella Roberta-Marcello, ma anche in quel caso è finita male. Cosa si fa per amore! Anche perdere la persona che si ama pur di proteggerla e garantirle un futuro migliore. Roberta studia ingegneria, come me, e rappresenta la donna emancipata che fa dei passi verso il mondo lavorativo tipica di quei tempi, dove una donna che studia e lavora non era sempre ben vista.
Un altro personaggio che ho sempre amato è Salvatore. Mi ha sempre fatto ridere e mi è dispiaciuto tantissimo quando ha rotto con Gabriella. Lei all’inizio era la ragazza in cui mi immedesimavo maggiormente, piena di sogni da realizzare, romantica, solare, in cerca del vero amore, che però tardava ad arrivare. L’evoluzione del suo personaggio non mi è piaciuta, devo essere sincera.
Un personaggio che ho imparato ad amare con il tempo è l’attuale ragazza di Marcello, Ludovica Brancia di Montalto. Il rapporto tra i due non è per niente semplice perché provengono da due ranghi sociali diversi e la Contessa di Sant’Erasmo, Adelaide non ignora la cosa, e fa di tutto per allontanare la sua protetta da un misero cameriere di periferia, come lo definisce.
Ora sto recuperando le ultime puntate. Mi ha fatto piacere parlarvene e sarei felice anche di scrivere degli articoli su altre fiction, magari sulla seconda stagione di DOC che esce nel 2022, chissà.
Per il momento vi auguro un buon proseguimento di serata,
Oggi voglio raccontarvi un giorno di qualche anno fa. Se non sbaglio ero in prima superiore e mia madre per Natale mi aveva regalato un biglietto per assistere allo Schiaccianoci sul Ghiaccio, al Teatro Arcimboldi di Milano. Ho apprezzato tantissimo questo regalo e ancor di più il giorno dello spettacolo. Io e mia madre siamo entrambe due persone più che puntuali, soprattutto quando non conosciamo bene il posto. Perciò quel giorno eravamo in anticipo. quindi, prima di fare il nostro ingresso a teatro, abbiamo fatto tappa in una pasticceria sull’altro lato della strada. Abbiamo preso un pasticcino per una accompagnato da un ottimo cappuccino. Considerate che era fine gennaio e io personalmente (non so voi) in quel periodo dell’anno vivrei di cioccolate calde e pasticcini. trascorso un po’ di tempo in quel posto accogliente, siamo usciti dal locale per entrare nel teatro. Non so se voi avete mai avuto l’opportunità di andare a teatro a Milano, ma posso garantirvi che ci sono tantissimi teatri e io nel corso degli anni li ho visitati praticamente tutti, un po’ con la scuola, un po’ per mio personale interesse e ho intenzione di continuare a frequentarli.
In ogni caso, la hall del teatro era enorme e le luci creavano un’atmosfera teatrale ancor prima di entrare in sala. Abbiamo atteso circa una mezz’oretta prima che ci facessero entrare. Se non ricordo male, ci avevano assegnato dei posti sull’ala destra della platea. Inutile dire che il musical è stato pazzesco, i pattinatori erano dei veri professionisti e le scenografie erano mozzafiato, davvero curate nei minimi dettagli. Non ricordo nemmeno quante chiamate hanno avuto i performers alla fine dello spettacolo.
Questa è un’esperienza che vorrei tanto ripetere. Voi conoscete la storia dello Schiaccianoci? Avete mai visto dal vivo il balletto? Magari alla Scala di Milano?
questa mattina stavo cercando qualcosa di particolare da scrivere sul blog e ad un certo punto mi è saltato alla mente un aneddoto della tradizione della mia città di origine, ovvero Milazzo. Due estati fa mi trovavo in giro con un gruppo di amici e uno di loro ebbe la brillante idea di fare un salto in una villa abbandonata, situata sulla strada che conduce al Capo della città di Milazzo, Villa Muscianisi. Non si era accorto però che io indossavo un paio di pantaloni bianchi e delle scarpe aperte, abbigliamento del tutto inadatto per andare in un posto abbandonato e scavalcare un cancello. Perciò abbiamo rimandato la nostra missione. Quest’estate la proposta è stata rinnovata da un altro mio amico. Era la sera del 5 agosto, eravamo appena stati alla festa di un mio amico e ci trovavamo tutti in giro per Milazzo. Alla fine però non siamo riusciti a convincere tutto il gruppo e perciò non se ne è fatto nulla. Un giorno però ci ritorneremo. Vi starete chiedendo cosa ci sia di così misterioso in questa villa. La leggenda narra che diverse persone abbiano avvistato in tempi diversi la presenza di un folletto, o comunque di una persona dalla statura molto minuta. Voi ci credereste? Vi lascio una descrizione più dettagliata presa da questo sito: http://www.strettoweb.com/2017/06/milazzo-villa-muscianisi-e-leggenda-del-folletto/572123/
Villa Muscianisi ormai da anni rappresenta un luogo dove diversi ragazzi si recano per la curiosità di vedere cosa succede, infatti da diverso tempo questo luogo nasconde un mistero, ovvero quello del folletto che vivrebbe al suo interno. Diversi anni fa un gruppo di giovani, mentre si trovavano nella villa, sono riusciti ad immortalare la figura di un uomo molto basso, che si trovava proprio lì. Chiaramente ai tempi tutto ciò ha creato grandi polemiche e la città si è divisa tra curiosità e scetticismo, ma andando a fare delle analisi più approfondite la presenza del folletto potrebbe avere un filo logico.
Per prima cosa nel momento in cui ci si avvicina alla Villa non si può fare a meno che notare la scritta “Qui lieto mi fiorisce il lare antico”, infatti nello specifico il Lare rappresenta un divinità domestica che ha il compito di fornire protezione all’abitazione in cui si trova. Ai tempi della dominazione romana si diceva che nel momento in cui si finiva di cenare bisognava riservare un posto con lo stesso pasto alla figura magica e se il giorno dopo il piatto era vuoto significava che il folletto aveva gradito il cibo. Altre leggende affermano che i folletti vivono per sempre nella stessa abitazione e ogni volta che una nuova famiglia si insedia al suo interno, deve subire le sue torture fino a quando qualcuno non riesce a fregargli il cappello, infatti sembrerebbe che una volta fatto ciò, l’essere garantirà protezione a vita.
Chiaramente è facile essere scettici ed è chiaro che se ognuno di noi non vede tale fenomeno con i propri occhi non riuscirà mai a crederci fino in fondo, ma la scritta incisa all’ingresso della Villa, che tra l’altro risale al periodo in cui venivano raccontate e tramandate queste storie non può rappresentare un dettaglio da non tenere in considerazione. La questione è stata trattata anche diversi anni fa da Enrico Ruggeri nella trasmissione Mistero, ma anche lì non si ebbero dei risultati in grado di certificare una vera e propria presenza, infatti fino a questo momento l’unico materiale da poter trattare lo troviamo nella scritta incisa all’ingresso e in quel famoso video girato diversi anni fa.
questa mattina ho deciso di impegnarmi a terminare il mio bonus cultura, che scade a febbraio, con una serie di acquisti di libri. Vi lascio qui la lista con la trama di ognuno.
♤~Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si raccontano da sempre storie e leggende a lume di candela. La più famosa è quella del fabbricante di lacrime, un misterioso artigiano dagli occhi chiari come il vetro, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole tetre dell’infanzia. Il suo sogno più grande, infatti, sta per avverarsi. I coniugi Milligan hanno avviatole pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo. Rigel è intelligente, scaltro, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare, ma il suo aspetto angelico cela un’indole oscura. Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune di dolore e privazioni, la convivenza tra loro sembra impossibile. Soprattutto quando la leggenda torna a insinuarsi nelle loro vite e il fabbricante di lacrime si fa improvvisamente reale, sempre più vicino. Eppure Nica, dolce e coraggiosa, è disposta a tutto per difendere il suo sogno, perché solo se avrà il coraggio di affrontare gli incubi chela tormentano, potrà librarsi finalmente libera come la farfalla di cui porta il nome.~♡
La sorella perduta, da Le sette sorelle, di Lucinda Riley
♡•Maia, Ally, Star, CeCe, Tiggy ed Electra: ognuna delle 6 sorelle D’Aplièse ha compiuto un viaggio straordinario alla scoperta delle proprie origini, ma la costellazione delle Pleiadi da cui hanno preso i loro nomi è composta da 7 stelle e nessuno ha ancora scoperto chi sia veramente e dove si trovi Merope. Mentre Ally e Maia sono ad Atlantis a guardare Electra in tv al Concert for Africa, l’avvocato Georg Hoffman arriva con una novità incredibile: sembra che finalmente ci sia una pista concreta per trovare la sorella perduta. Con l’indirizzo di una vigna e il disegno di un anello di smeraldo a forma di stella, ha inizio una staffetta che porterà le sorelle ad attraversare, letteralmente, il mondo intero: dalla Nuova Zelanda al Canada, dall’Inghilterra alla Francia e infine all’Irlanda, unite più che mai nella missione di completare la loro famiglia prima della commemorazione per la morte di Pa’ Salt. Una ricerca che le metterà sulle tracce di una donna che in realtà non vuole essere trovata… ma perché? Sempre più avventura, sempre più suspense nel settimo capitolo dell’epica saga bestseller internazionale.•♡
♧~La felicità si nasconde dove non credi di trovarla. A volte bisogna accettare di perdersi per ritrovarsi. Lo sa bene Giulia che sul lavoro non riesce più a dare il meglio e a casa deve fare i conti con un figlio adolescente, indisciplinato e arrabbiato con il mondo. Finché, dopo l’ennesima mattinata storta, si ritrova a entrare in una singolare bottega. Un negozio pieno zeppo di oggetti strambi: orologi con dodici clessidre che segnano l’ora esatta, ma anche il tempo che fugge; fiori capaci di leggere e verbalizzare le emozioni; diffusori di profumi dei momenti speciali. Oggetti che sembrano inutili, anche se Basile, il proprietario, le promette di insegnarle a usarli per ritrovare la felicità e il benessere perduti. Giulia stenta a crederci. Poi, ripensandoci, decide di stare al gioco. In fondo, ha tutto da guadagnarci. Così, torna da Basile e si lascia guidare alla scoperta di nuovi orizzonti seguendo pochi e semplici consigli: non imbrigliare l’immaginazione ma lasciarla libera di esprimersi, non prendersi troppo sul serio, imparare ad accogliere ciò che è fuori dagli schemi ma ci fa stare bene. Giulia entra così in contatto con la parte più profonda e creativa di sé stessa e si rende conto che basta poco per tornare a comunicare con il figlio. Soprattutto impara che non esistono ostacoli troppo grandi se si trova il coraggio di andare oltre i propri limiti con audacia. Perché quando si prova a condire la vita con più pepe, ci si accorge che è possibile riconquistare la spensieratezza di quell’età dell’oro in cui sono gli altri a preoccuparsi e a prendersi cura di noi. “Ogni momento è prezioso” è una storia che ci insegna a cercare l’essenziale dove non pensiamo di trovarlo. A cambiare prospettiva per godere della meraviglia che si nasconde anche nei piccoli gesti quotidiani.~♧
♡~Émilie de la Martinières ha sempre subito il giudizio di sua madre, regina indiscussa della scena mondana parigina. Ora ha trent’anni, ma la freddezza mascherata dal lusso e dagli agi con cui quella donna superficiale e distante l’ha cresciuta è un fardello ancora pesante da portare. L’improvvisa notizia della sua morte, tuttavia, risveglia in Emilie un groviglio di sentimenti contrastanti e dolorosi, soprattutto quando apprende di essere l’unica erede di un sontuoso castello nel Sud della Francia, un castello che nasconde le risposte a molti degli interrogativi che pendono sul suo passato: sarà un vecchio taccuino ritrovato tra quelle mura a metterla sulle tracce della misteriosa e bellissima zia Sophia, la cui tragica storia d’amore ai tempi della guerra ha segnato irrimediabilmente la sua famiglia. E perché all’improvviso continua a pensare a un uomo che ha appena conosciuto, proprio lei che si è sempre tenuta lontana dall’amore?~♡
☆~Personaggi indimenticabili e sconvolgenti verità in questo nuovo incantevole romanzo dall’autrice bestseller Lucinda Riley. Alla soglia dei 70 anni, Posy vive ancora a Admiral House, la casa dove ha trascorso la sua infanzia a caccia di splendide farfalle e dove ha cresciuto i suoi figli, Sam e Nick. Ma di anno in anno la splendida villa di campagna è sempre più fatiscente e ha bisogno di una consistente ristrutturazione che Posy, con il suo impiego part-time nella galleria d’arte, non può proprio permettersi. Forse, per quanto sia doloroso abbandonare un luogo così pieno di ricordi, è arrivato il momento di prendere una difficile decisione. Coraggiosa e determinata, abituata a cavarsela da sola ma premurosa e sempre presente nella vita dei suoi familiari, Posy si convince a vendere la casa. Ma è proprio allora che il passato torna inaspettatamente a bussare alla sua porta: Freddie, il suo grande amore, l’uomo che avrebbe voluto sposare cinquant’anni prima e che era scomparso senza dare spiegazioni, è tornato e vorrebbe far di nuovo parte della sua vita. Come se ciò non bastasse, Sam, con le sue dubbie capacità imprenditoriali, si mette in testa di rilevare Admiral House e Nick, dopo anni in Australia, torna a vivere in Inghilterra. Esistono segreti terribili, il cui potere non svanisce nel tempo e solo il vero amore può perdonare. Posy ancora non sa che sono custoditi molto, troppo, vicino a lei.~☆
❄~Fin da bambina, Anna non ha mai potuto sopportare il Natale, con tutto il suo corredo di luci colorate, dolci, regali e preparativi frenetici. E anche adesso che è una giovane donna, l’unico modo per superarlo è cercareriparo in qualche località esotica. Ma quest’anno sottrarsi sembra proprio impossibile: il suo adorato fratellino Jonathan le ha strappato la promessa di raggiungerlo per festeggiare con tutta la famiglia, compreso l’insopportabile patrigno. E così, il 23 dicembre, Anna salta su un treno stipato di gente alla volta di Berlino. Un attimo di assopimento – o meglio, quello che sembra un attimo – e si ritrova in una desolata stazione sul Mar Baltico, nel cuore della notte e nel pieno di una tormenta di neve. Impossibile tornare indietro, nessun treno riparte a quell’ora. Ad Anna non resta che chiedere un passaggio a chi capita e affidarsi alla sua buona stella, perché i personaggi che popolano la notte – si sa – sono tra i più disparati: l’autista di uno spazzaneve, un camionista polacco, tre stravaganti vecchiette che appaiono e scompaiono, e un surfista-psicologo-rasta piuttosto attraente…~❄
👗~Camille ha avuto un’infanzia perfetta, circondata dall’amore e da ettari di vigneti nella bellissima Napa Valley, a nord di San Francisco, in California. Lì, tra dolci colline verdi e coltivazioni a perdita d’occhio, i suoi genitori, con dedizione e impegno, hanno dato vita a una rinomata azienda vinicola e una meravigliosa tenuta, ispirata all’antica proprietà di famiglia a Bordeaux. Ma quando, dopo la laurea, Camille torna a casa per aiutare a gestire Chàteau Joy, come ha sempre sognato, la favola s’interrompe bruscamente. La madre viene a mancare e, solo sei mesi più tardi, il padre si lascia ammaliare da una misteriosa e affascinante contessa francese. La donna sembra incarnare l’essenza della raffinatezza parigina, nascondendo però qualche ombra. Camille, ancora in lutto, è scioccata dal fatto che suo padre non riesca a vedere oltre gli sguardi seducenti, i vestiti firmati e le maniere eleganti, e che sia già pronto a rifarsi una vita. Così, mentre il suo mondo crolla, Camille dovrà fare ricorso a tutta la sua forza per riuscire a salvare la memoria e l’eredità della sua famiglia. Fortunatamente per lei, però, potrà contare su una gentile quanto inaspettata alleata, e su un amico d’infanzia riapparso nella sua vita proprio come un principe delle fiabe. “Come in una favola” ci ricorda come a volte, anche nella vita reale, e non solo nelle favole, il bene vinca sul male.~👗
E voi, avete letto qualcuno di questi libri? Fatemi sapere!
Oggi sono tornata per parlarvi dell’ultimo romanzo che ho letto, L’altra Me di Anna Esse, del rispettivo blog https://ilmondodishioren.wordpress.com. Si tratta di una scrittrice emergente che se non sbaglio, oltre a questo libro, ne ha pubblicato un altro dal titolo Complicated Love.
Riporto qui la trama.
•♡“Erano una il riflesso dell’altra, erano uniche nella loro particolarità e non avrebbe permesso a nessuno di dividerle. Nessuno.”New York. La Grande Mela. Melanie e Kimberly sono due gemelle identiche nell’aspetto ma con caratteri completamente opposti. Dopo aver visto entrambe le loro relazioni naufragare, decidono di convivere in un appartamento a Tribeca dove ritrovano la loro serena quotidianità, fatta di amici, lavoro e sogni nel cassetto finché un incontro inaspettato scuote le loro vite: vecchi ricordi che riemergono… e nulla sarà come prima.♡•
Le protagoniste di questo romanzo sono due gemelle, Melanie e Kimberly, così identiche fuori ma altrettanto diverse dentro. La prima è generosa, altruista, buona e sempre pronta a dare una seconda possibilità, l’altra, invece, è fragile, invidiosa, gelosa e ossessionata dalla sorella. Entrambe però hanno il loro lato negativo e positivo, anche se all’apparenza sembrerebbero le due facce opposte della stessa medaglia, il giorno e la notte.
La narrazione prende i punti di vista di tutti i personaggi, le due sorelle, Michael, Karen, Mitch e Sam, nonché di altri personaggi minori, ed è proprio per questo che il lettore riesce ad entrare in sintonia con tutti, comprendendo le loro scelte e le loro azioni.
La lettura scorre bene, molte volte è presente un’introspezione del personaggio e questo porta ancora di più ad apprezzare quel lato del suo carattere.
La vicenda è ambientata a New York, per cui mi chiedo se l’autrice abbia scelto questa ambientazione perché ha visitato questa città o perché ne è innamorata e vorrebbe farlo.
Devo dire che quando ho iniziato questa lettura mi ero fatta un’idea completamente diversa rispetto alla piega che poi ha preso il romanzo. Non posso dire se sia proprio il mio genere, ma non posso nemmeno negare che questo romanzo non mi sia piaciuto, anzi mi ha proprio coinvolto.
Consiglio questo libro a tutte quelle persone che hanno sempre sognato una storia d’amore degna di romanticismo e che allo stesso tempo amano i colpi di scena e la parte amara che a volte il troppo amare, o quel sentimento tanto scritto da Catullo, dell’odi et amo, che è proprio di ognuno di noi.
Negli ultimi giorni sono stata assente nel blog perché mi sono dedicata prima allo studio (esame di Fondamenti di Chimica) e poi al riposo, nonché a delle letture. Come promesso ho iniziato a leggere un romanzo di un’autrice emergente ed entro la fine di questa settimana pubblicherò la recensione sul blog. Ho anche in mente di scrivere un racconto a puntate a tema natalizio. Pensate che ho già cominciato con la maratona dei film sul Natale. Ho sempre amato questo periodo dell’anno perché sia l’atmosfera natalizia, sia le emozioni che il Natale ti regala, sono qualcosa di magnifico. Questi giorni sono davvero difficili per me, sto cercando di stare sola il meno possibile perché quando mi trovo faccia a faccia con i miei pensieri, non posso fare a meno di stare male, di ricordarmi il motivo di queste mie ansie e paure che ormai mi accompagnano da un paio di giorni. Io ho sempre dato tutta me stessa, ho sempre cercato di dare il meglio di me e di offrirlo agli altri senza pretendere nulla in cambio. Per mesi mi sono chiesta se mi meritassi tutta questa felicità e ora che sto rischiando di perderla tutta in una volta, ho capito che in realtà questa felicità è la ricompensa per tutte le difficoltà che in questi anni sono riuscita a superare. Sono maturata, sono cresciuta sia dentro che fuori, ho imparato a dare meno peso a certe cose e più importanza a delle altre, ma ancora mi sento fragile e impotente di fronte alle difficoltà della vita. Le esperienze, anche quelle brutte (per non dire soprattutto) ti aiutano a crescere e anche se fanno male, prima o poi con il tempo il dolore si fa sempre meno presente e tu ne esci più forte, la tua corazza si rafforza. Io so che questo periodo passerà e che ritroverò la serenità che mi accompagnava fino a poche settimane fa.
Che cos’è la paura? Proviamo paura appena si presenta una difficoltà, quando cala il buio, quando non abbiamo più certezze e si affacciano alla finestra della nostra mente solo dubbi, insicurezze e angosce. Abbiamo paura di affrontare queste paure. Sì, proprio così, a volte non troviamo il coraggio di guardare in faccia ciò che ci spaventa, di superare quel timore di ciò che non si sa. Io sono la prima ad avere paura. Le paure che mi tormentano spesso sono quelle che non mi dicono cosa pensa l’altro di me, se sono all’altezza della situazione, se il destino ha in serbo qualcosa per me, se vale la pena rischiare. Poco a poco sto imparando ad accettare me stessa e ad affrontare le mie paure più grandi. Sono una ragazza molto insicura e questa mia insicurezza mi fa essere umile in certe situazioni ma irritante in altre, soprattutto per certe persone. Faccio un esempio, sei in macchina con il tuo ragazzo e lui ti chiede se ti va di andare a mangiare da KFC, ma a te quel genere di fast food non piace, perché ti riempie lo stomaco e non riesci a digerire, ma invece di rispondere con un netto no, non mi va e proporre qualcos’altro, inizi a balbettare e ad accennare un sì. Perché lo fai? Perché ti spaventa l’idea di avere un’opinione diversa dagli altri, anche se è la cosa più normale del mondo. Hai paura di essere giudicato, di non essere apprezzato dall’altro perché hai un’opinione diversa dalla sua.
A volte penso che tutte queste mie paure non siano altro che specchi opachi. Ho paura di guardarmi allo specchio perché potrei non rispecchiare i canoni dettati dalla società. È vero, ma cosa c’è di più bello di essere imperfetti? I colori ci si dipingono addosso come su una tela di un pittore. Possiamo risplendere dei colori più accesi, o di quelli più spenti, di quelli più brillanti, o di quelli meno luminosi. I miei colori sono il giallo, il rosa, il rosso e l’azzurro. Questi colori mi si addicono molto, anche se a volte copro tutto con un grigio scuro, ma è solo questione di tempo e la mia tavolozza poi torna sempre a brillare.
Questa mattina voglio fare un annuncio. Mi rendo disponibile a leggere e recensire i vostri racconti/romanzi. Potete inviarmeli o anche invitarmi ad acquistarli su kindle, io sarò felice di farvi sapere la mia opinione a proposito. Potete scrivermi che siete interessati sia nei commenti, che su Instagram, se mi seguite. Da qui a Natale avrò un po’ più di tempo per dedicarmi alle letture.
Ho aspettato di leggere i primi tre libri della saga prima di recensire questo capolavoro di Federica Bosco. Non conoscevo l’autrice ma credo che, dopo queste letture, leggerò altri suoi romanzi. Avevo trovato in offerta l’ultimo libro della saga, Un Angelo per sempre e devo dire che l’immagine della copertina mi ha subito catturata: una ballerina di danza classica che si esibisce in un salto sullo sfondo di Londra. Così, quando ho scoperto che prima di leggere quel volume avrei dovuto leggere gli altri tre, li ho subito comprati e divorati in poco più di due settimane (tra cui una completamente persa perché ero in Sicilia).
Mia è una ragazza sedicenne, ama la danza e ama Patrick, il resto potrebbe pure scomparire per sempre. Tutto eccetto le altre persone importanti della sua vita, sua madre Elena e la sua migliore amica Nina, nonché sorella di Patrick. Mia ama Pat da quando all’età di tre anni le è stato presentato nel cortile della scuola da Nina e da quel giorno non ha smesso di sognarlo e progettare un futuro immaginario insieme a lui. Fin quando, vedendo crescere la piccola Mia, anche lui inizia a provare un sentimento che non sa bene definire. E poi Patrick vive lontano, nell’esercito della Marina Militare e non può dedicare del tempo alle persone che ama di più.
Purtroppo non posso aggiungere altro di questa storia perché sarebbero troppi spoiler per il primo libro. Posso solo dirvi che questa saga non vi deluderà. L’amore per la danza, il sogno di Mia di entrare nella Royal Ballet School di Londra, il rapporto difficile con la madre e con il suo nuovo compagno Paul, le incomprensioni con la sua migliore amica Nina, le spaventose predizioni di Betty, l’amica della mamma nonché l’amore eterno per Pat, il suo angelo custode, tutto questo accompagna il viaggio stupendo di Mia.
Mia è forte e coraggiosa. Mia diventa donna pagina dopo pagina, tanto che viene difficile riconoscere la Mia di adesso con quella di due settimane fa. Mia è un grande esempio per i giovani come me e la sua storia lo è anche per gli adulti che, a volte, per il bene dei propri figli, senza accorgersene, tappano loro le ali, per la paura di perderli o di vederli cadere, ma è proprio questo il compito di ogni genitore, aiutare i propri figli a camminare, finché una volta diventati grandi, possano spiegare le ali per un volo verso il loro futuro.
Vi auguro una buona domenica sera.
A proposito, voi come avete festeggiato Halloween? Io non l’ho mai fatto perché non è una festa che appartiene alle nostre tradizioni.
ti scrivo per sentirmi meno sola, per ricevere un conforto da un’anima trasparente, per recuperare la forza che sembra abbandonarmi di giorno in giorno. A volte credo che la vita sia troppo grande e veloce per poter stare al suo passo. Non so mai se sto facendo la cosa giusta e anche se sbagliare fa bene, io ho una paura matta di farlo. La notte faccio incubi e questo mi preoccupa, significa che non sono serena. Io credo di sapere la causa di questo mio malessere, ciò che mi tormenta e non mi fa dormire bene. Mi manca una persona, mi manca la persona più importante della mia vita, che mi completa e mi fa stare bene semplicemente standomi accanto. Mi manca il suo profumo, così caldo e accogliente. Mi manca il suo sorriso, il battito del suo cuore, così forte e ritmato. Mi manca leggerlo nel pensiero, mi manca lottare con lui e fargli il solletico. Mi manca morderlo e strappargli un bacio. Mi manca vederlo incazzato perché tiene a noi, e non vuole perdermi. Mi manca sentirgli dire ti amo, queste due parole che ha pronunciato per la prima volta il 26 agosto. Mi manca tantissimo e non c’è alcuna cosa che possa sostituire il vuoto causato dalla sua distanza. Nonostante questo io vado avanti, perché la vita continua anche senza di lui. Spero solo che saprà aspettarmi e non lascerà che la distanza rovini tutto quanto.
Oggi ho voglia di parlare un po’ con te. Voglio confidarti le mie incertezze e i miei sogni, affidarti le mie paure e i miei desideri. Il volo che mi aspetta mi riempie di ansie perché è tutto così nuovo, così magico e così bello. Non puoi nemmeno immaginare come io mi senta 24h/24, a casa, a danza (che per me è una medicina), in uni, con mia mamma, con mia nonna, con i miei amici, quando penso a quanto sono fortunata e quanto la mia vita stia prendendo una piega bellissima. Amo la vita e lo griderei facendomi sentire dal mondo intero se ne avessi la forza. Io sento di poter sconfiggere ogni male con il mio piccolo compito che ho qui, su questa terra. La vita è un’avventura e io ho sempre amato questo genere di cose. Ti prometto che mi impegnerò a rendere felici gli altri con il mio sorriso e a sorridere alla vita sempre, anche quando non ce ne è una ragione.
Buongiorno miei amici lettori. Oggi vi lascio qualche pagina del mio nuovo romanzo. L’ho chiamato storia di Gabriele perché ancora non ha un titolo. Fatevi avanti con critiche e commenti costruttivi. Vi attendo!
Mi trovo in una stanza da film horror, non ci sono elementi terrificanti di disturbo, anzi, è proprio vuota. Queste pareti bianco latte mi spaventano a morte. È una stanza anonima. Mi chiamo Gabriele e questa è la mia storia. I ragazzi della struttura mi hanno costretto a scrivere le mie memorie per aiutarmi nella terapia. Spero solo funzioni. Per ora posso solo dire che le medicine che prendo da qualche settimana ormai stanno facendo il loro dovuto effetto. Come ho detto sono Gabriele, ma gli amici mi chiamano Gab. In realtà non li vedo da molto tempo ormai. L’ultima volta è stato quel maledetto sabato sera alla festa dei 18 anni di Sofia, la ragazza che credevo di amare dall’inizio del liceo. Invece io, da stronzo, mi sono fatto di coca e non so cos’altro, sono finito in overdose e subito dopo in coma etilico. Ed ora eccomi qui, seduto ad una scrivania di un centro di recupero per ragazzi stronzi come me.
Gabriele chiuse il diario e si alzò dalla sedia della scrivania per avvicinarsi al suo armadio e decidere cosa indossare. Quel giorno non era come tutti gli altri. Era la giornata delle visite. Perciò oggi sarebbero venuti i suoi genitori a trovarlo e con loro, per la prima volta, anche la sua sorellina Marta. Gabriele però non era contento di quella visita. Ogni volta i suoi lo facevano sentire un buon a nulla raccontandogli come procedeva bene la vita senza di lui. Gabriele in ogni caso voleva presentarsi bene, perciò optò per una camicia e un paio di jeans.
Le ore trascorse da solo con i suoi pensieri avevano portato Gabriele a ripercorrere tutta la sua vita ed era arrivato alla conclusione che il suo più grande sbaglio era stato a 16 anni quando aveva deciso di abbandonare la scuola. Lo aveva fatto perché era stufo di dipendere dai suoi genitori, di avere il coprifuoco a mezzanotte e di non potersi permettere una vacanza con i suoi amici. Così si era preso il patentino per la moto e aveva trovato lavoro come barista in un bar poco lontano da casa sua. I genitori di Gabriele accettavano riluttanti la sua scelta perché fin da piccolo il ragazzo aveva dimostrato grandi doti intellettive. Il più duro tra i due era stato suo padre che al momento di lasciare casa aveva apertamente dichiarato al figlio che non gli avrebbe mai dato più nemmeno un centesimo.
«Gabriele, sono qui. Posso farli entrare?» Chiese l’infermiera della struttura.
«Sì», rispose lui.
Anna e Francesco, i genitori di Gabriele, entrarono nella stanza esitanti, accompagnati dalla piccola Marta. La bambina, al contrario, corse incontro al fratello e lo strinse in un forte abbraccio.
«Gab, mi sei mancato moltissimo. Ero molto triste. A scuola le mie amiche parlano male della nostra famiglia. Dicono che tu ci hai rovinato e che facevi uso di brutte cose. Ma io so difendermi e quando loro provano a offendermi vado subito a dirlo alla maestra.»
«Purtroppo anche le maestre sono piene di pregiudizi e non lasciano scapparsi brutte espressioni» disse il padre.
«Mamma, papà, sono felice di vedervi, ma non c’è bisogno che mi fate visita così spesso, posso cavarmela da solo.»
Intervenne la madre: «Gabriele, noi siamo i tuoi genitori, è normale che stiamo in pensiero per te e non aspettiamo altro se non i giorni in cui potremmo venire a trovarti. Ci manchi, figlio mio, anche tuo padre, pur non ammettendolo, diglielo anche tu Fra soffre sta consumando qui dentro abbiamo parlato con i medici e se tutto va bene tra un paio di settimane potrai uscire di qui.»
«E dove andrò?»
«Verrai da noi, ovvio. Marta ha bisogno di te, tutti abbiamo bisogno di te.» Concluse la madre. «Verrai seguito da una psicologa. L’ho già trovata e per quanto mi riguarda è molto qualificata. Si è già occupata di case simili al tuo perciò noi ci fidiamo di lei.»
«Bene, sono felice di uscire da qui».
I genitori di Gabriele rimasero un altro poco con il figlio e poi se ne andarono, lasciandolo nuovamente solo.
Il giorno seguente Gabriele si svegliò presto. Decise di fare una corsa nel giardino della struttura e allenarsi un po’ con i pesi nella palestra. In seguito fece colazione, compilò il diario e si recò alla seduta di terapia. Le prime volte era stato difficile per lui aprirsi con il resto del gruppo. Aveva paura di ammettere a se stesso prima che agli altri ciò che aveva fatto e ciò che era diventato, ovvero un tossicodipendente. La prima volta che aveva fatto uso di droghe era stato a 14 anni. Aveva amici più grandi e si era fatto convincere a provare. Poi aveva iniziato a fumare, prima semplici sigarette e poi roba sempre più pesante. Alla fine era arrivato a fare uso settimanale di cocaina. Il giorno della festa di Sofia però, aveva superato la sua soglia limite ed era stato sopraffatto dall’abuso di droghe. Lui aveva qualche frammento di ricordo del tempo trascorso in coma. Si dice che le persone in coma, in un qualche modo vedono e sentono lo stesso ciò che accade intorno a loro e così era stato anche per Gabriele. Quando si era risvegliato automaticamente era scoppiato in un pianto a singhiozzi, si era accollato alla madre e per un attimo aveva incrociato lo sguardo del padre.
«Gabriele tu cosa ci racconti oggi?» Chiese la terapista.
«Niente di particolare in realtà. Ho saputo che tra dodici giorni esatti sarò fuori di qui, perciò ho deciso che in queste due settimane scarse che mi restano penserò a come affronterò la vita reale una volta uscito. Prima di tutto voglio riprendere la scuola da dove l’ho lasciata. Facevo il liceo, ma in terza ho mollato tutto a un passo dalla bocciatura. Non importa se ho perso un anno, quel che conta è terminare gli studi e chissà magari buttarmi nel mondo universitario. Poi voglio iniziare a insegnare vela ai bambini. Questa occupazione la lascerei al periodo estivo. Vivo in un paese che dista davvero poco dal mare e ogni estate mio nonno mi portava o a pescare o in barca a vela con lui.»
«Ti senti a tuo agio quando ti trovi in mare?»
«Sì, penso che il mare sia la mia casa e lo conosco come fosse casa mia.»
«Questa è una bellissima cosa, Gabriele. Poi cos’altro vorresti fare una volta fuori da qui?»
«Recuperare gli amici persi. Purtroppo mi ero creato una cerchia di falsi amici, dato che quando sono finito qui nessuno è venuto a trovarmi. Vorrei anche mettere da parte dei soldi per fare un regalo ai miei genitori e alla mia sorellina Marta.»
«Questo sì che è un bel progetto. Facciamo tutti un applauso a Gabriele per il suo spirito intraprendente e perché anche lui ce l’ha fatta». Tutti applaudirono.
Le due settimane passarono in fretta. Gabriele si dedicò a diverse attività all’interno della struttura, continuò a frequentare le sedute di gruppo con la terapista e a progettare la sua vita una volta uscito di lì. Aveva chiesto a sua madre di contattare un’altra scuola dello stesso indirizzo del liceo precedente, ovvero Scientifico e di provare a vedere se riuscivano ad inserirlo a settembre al terzo anno. La scuola non era molto vicino casa, ma Gabriele aveva il motorino e quindi sarebbe riuscito a spostarsi facilmente. La scuola però avrebbe dovuto aspettare. Era ancora giugno, ma Gabriele non aveva la più pallida idea di come avrebbe trascorso l’estate. L’anno prima, lui e la sua sorellina erano stati dai nonni al mare, ma era stufo di trascorrere le vacanze sempre nello stesso posto. Mentre era assorto nei suoi pensieri, bussarono alla porta della sua stanza:
«Avanti» disse lui.
Era Simone, il suo migliore amico. Non era la prima volta che veniva a trovarlo. In quei mesi, oltre che i suoi genitori, lui era stato la sua unica compagnia. Si conoscevano fin dai tempi delle elementari ed erano sempre andati d’accordo. Vivevano poco lontano l’uno dall’latro, quindi era solito tutti i pomeriggi che si vedessero per giocare o studiare insieme.
«Come stai Gab? Ho saputo che domani uscirai di qui.»
«Già, la tortura è finita» disse Gabriele scherzando.
«Io, davvero, invidio il tuo coraggio. Non tutti si sarebbero risollevati così in fretta. E poi mi sento così in colpa»
«E perché?» chiese Gabriele all’amico.
«Perché quella sera alla festa io ero lì con te. Purtroppo non ero abbastanza lucido da impedirti di rovinarti con quella roba. Ma da quando tu sei stato male, io ho chiuso».
«Nei mesi passati qui dentro ho capito che il nostro bisogno di bere e drogarci nasceva da un bisogno molto più profondo, o quantomeno questo vale per me. Non mi sentivo accettato, avevo bisogno di dimostrare a chissà chi che ero in grado di resistere a roba potente, che ero un figo, come si ama dire»
«Hai ragione, penso che anch’io lo facevo per lo stesso tuo bisogno», dopo una pausa: «Comunque sono venuto qui per chiederti una cosa. I tuoi genitori già lo sanno e sono d’accordo perché si fidano di mia madre. Ti andrebbe di trascorrere l’intera estate con me?»
«Ma scherzi? Sarebbe fantastico!» esclamò Gabriele.
«Noi partiamo domani, quindi hai giusto il tempo per preparare la valigia. Devi sapere che nel posto in cui vado io in vacanza ci si diverte dalla mattina alla sera. È una sorta di villaggio ed è pieno di attività interessanti, compresa la vela»
Che fosse giorno o notte, Poco cambiava. Quando eravamo insieme, Il rumore delle voci del mondo S’abbassava, Quasi non ricordo più i rumori della città Che erano intorno a Noi. Ricordo il tepore dei nostri sguardi, Il calore dei tuoi baci appassionati, Ricordo le strette dei nostri abbracci, Dove ci rifugiavamo, Dove restavamo in silenzio, […]
Sono riuscita a percepire la presenza di un ricordo nella mia testa. Quando si ha la persona che si ama accanto, tutto intorno a noi smette di girare. Ci sei tu e l’altra persona, senti il suo battito, il suo respiro, ti costruisci nella tua testa giganteschi castelli di sabbia, ti fai trasportare in un mondo solo tuo e suo, per il quale solo voi due avete le chiavi di accesso. Il tempo non ha più regole, un’ora diventa un minuto e non c’è tempo che vi basti, ne volete sempre e sempre di più, perché ormai siete una cosa sola, il segreto delle vostre anime è scolpito nei vostri cuori. Ma adesso che siete lontani potete solamente viaggiare con la mente allo stesso ricordo di voi due insieme. Vi aspetterete e quando vi rivedrete, la magia tornerà a suonare per voi, una melodia ancora nuova e il vostro amore potrà crescere sempre di più, perché vi amate e il legame che vi unisce non vi separa.
Buon inzio settimana a tutti,
Laura♡
P.s. ho notato che i like stanno aumentando di articolo in articolo. Sono davvero felice! Grazie di cuore 🤍
Questa mattina voglio parlarvi di una persona speciale, che è entrata nella mia vita cinque anni fa e che se n’è andata il giugno scorso, lasciando dietro di sé una tristezza infinita per tutti i suoi familiari e lettori. Sto parlando di Lucinda Riley. Chi mi conosce saprà che qui sul blog io ed Elena di https://elenaelaura.home.blog/ siamo sempre state sue grandissime fan. Voi non immaginate come mi sono sentita nel leggere la notizia della sua morte. Era malata ma i suoi lettori non lo sapevano. Prima è arrivata la tristezza per questa straordinaria donna che nella vita ha regalato milioni di sorrisi con le sue meravigliose storie, piene di intrecci, amore e tuffi nel passato. In secondo luogo ho provato una fitta dolorosa al petto capendo che d’ora in avanti non sarei più potuta andare in libreria a comprare un suo nuovo romanzo. Per fortuna non sono una divoratrice di libri dello stesso autore tutti in una volta. Me ne sono conservati un po’ di suoi, tipo cinque, che penso leggerò uno alla volta in questi mesi. È anche vero che il figlio di Lucinda ha deciso di prendere il testimone della madre e completare alcune sue bozze di romanzi, tra cui l’ultimo libro della saga de Le Sette sorelle, che uscirà nella primavera del 2023.
Ho scoperto Lucinda con il suo romanzo L’angelo MarchMont Hall nel 2016 e da allora non ho smesso di leggere pagine e pagine dei suoi scritti. Ha sempre avuto uno stile scorrevole ed interessante. Con lei, non puoi fare a meno di rimanere ore incollata al libro, è impossibile. Poi ho scoperto la saga de Le sette sorelle, allora erano stati pubblicati solo i primi tre volumi, quelli di Maia, Ally e Star, e ogni anno ho aspettato per leggere la storia della prossima sorella. Mi manca ancora la Sorellaperduta perché mi sono sempre detta che ogni libro di Lucinda merita il suo spazio, perciò leggerli tutti troppo in fretta avrebbe sminuito la loro bellezza.
Concludo questo articolo dicendo che per me Lucinda è e sarà per sempre la mia musa ispiratrice, che ho capito che il mio genere di romanzi preferiti è quello in stile Lucinda e che mai nessuno scrittore riuscirà a colmare il vuoto che lei, volando in cielo tra le Pleiadi, ha lasciato nel mondo della scrittura.
Sono felice? Beh sì, perché non dovrei? Lo sono davvero o lo dico solo per convincere me stessa? Desidero sempre un futuro migliore del presente, ma questo non vuol dire che i miei giorni siano contagiati da un pizzico di felicità. Ecco forse un pizzico, che poi troppa dà la nausea. Negli ultimi mesi ho vissuto tantissime esperienze e sono stata invasa da un turbinio di emozioni, amicizie, paure, amore (quello vero), sogni, incertezze ma anche certezze. Ho capito che i piani B possono diventare dei piani A, anzi A+, e che non sempre una delusione è un segno di fallimento, quanto più di una nuova rinascita e di un capitolo nuovo della propria vita, ancor più bello perché inaspettato. So che questa piattaforma non è proprio il luogo adatto per parlare della propria vita privata, ma io mi sento di confidarmi anche il mio più nascosto segreto. Sento che le pareti di questi schermi non sono poi così spesse, che in qualche modo io possa ritornare a sentirmi a casa qui dentro. Negli scorsi giorni ho riletto moltissimi vostri commenti ai miei post degli scorsi mesi e mi si è riempito il cuore di gioia nel farlo. Nutro grandi speranze per il mio futuro su WordPress. L’altro giorno leggevo al mio ragazzo un vecchio articolo che ho scritto, ‘Navigando’ e mi ha detto queste parole: “Cavolo, tu sembri così fragile a tratti, ma in realtà dentro hai una forza incredibile. Quando ti sentivi sola e abbandonata a te stessa ritrovavi la forza versando fiumi di parole sul blog.” E questo devo confessare che è vero. Il blog, il vostro affetto, in certi momenti della mia vita mi ha salvato.
Cosa mi preserva il futuro, questo non lo posso sapere, ed è qui che sta il bello. Amo l’idea che il mio destino sia scritto con un inchiostro trasparente non visibile dai miei occhi, ma che comunque può essere modificato ogni istante. Io sono determinata. Voglio proseguire il mio cammino a testa alta, senza farmi abbattere o demoralizzare quando sembra andare tutto storto. Mi sento forte e fragile allo stesso tempo, ma forse è proprio questo a rendermi coraggiosa come un leone, a non farmi spaventare dal futuro, a voler vivere la vita intensamente come non ho mai fatto prima.
Penso che il mondo aspetti il mio grido di battaglia, aspetti quella me che affronta ogni ostacolo senza paura, con orgoglio e determinazione. Che raggiunge i suoi obiettivi e con mille speranze realizza i propri sogni.
Forse non sono totalmente felice, in fondo non lo si è mai, ma posso dire di essere sulla strada giusta verso la felicità.
Blogger, ho bisogno di un consiglio!! Quando vi vengono dei dubbi, ad esempio in una relazione ancora all’inizio, che ne so, un paio di mesi, ecco, questi dubbi sono normali, vero? Dubitare dell’altra persona significa non aver fiducia? O semplicemente significa tenerci e voler avere bene in chiaro le intenzioni che si hanno, sia da una parte che dall’altra? È normale chiedersi se la si ama, se è davvero questo quello che si vuole? Non bisogna farsene una colpa vero?
Eccomi tornata con una nuova recensione. Si tratta de La ragazza della neve di Pam Jenoff. Non conosco la scrittrice, ma ho comprato questo libro uno perché era in offerta e due perché mi ha attirato la copertina. Una ragazza voltata di spalle con un cappotto blu e una valigetta marrone in mano e un ombrello rosso. In più lei è immersa in un paesaggio innevato vicino ai vagoni di un treno nazista.
Riporto qui la trama:
🎪♡~ ha sedici anni ed è stata cacciata di casa quando i genitori hanno scoperto che è rimasta incinta dopo una notte passata con un soldato nazista. Rifugiatasi in una struttura per ragazze madri, viene però costretta a rinunciare al figlio appena nato. Sola e senza mezzi trova ospitalità in una piccola stazione ferroviaria, dove lavora come inserviente per guadagnarsi da vivere. Un giorno Noa scopre un carro merci dove sono stipate decine di bambini ebrei destinati a un campo di concentramento e non può fare a meno di ricordare suo figlio. È un attimo che cambierà il corso della sua vita: senza pensare alle conseguenze di quel gesto, prende uno dei neonati e fugge nella notte fredda. Dopo ore di cammino in mezzo ai boschi Noa e il piccolo, stremati, vengono accolti in un circo tedesco, ma potranno rimanere a una condizione: Noa dovrà imparare a volteggiare sul trapezio, sotto la guida della misteriosa Astrid. In alto, sopra la folla, Noa e Astrid dovranno imparare a fidarsi l’una dell’altra, a costo della loro stessa vita.~ ♡🎪
Il romanzo si basa sulla storia parallela di Noa, una ragazza sedicenne, e Astrid una donna di quasi quarant’anni. Entrambe lavorano al circo di Herr Neuhoff. Noa in realtà non è nata nel circo, ma si trova costretta a trovare, prima che un lavoro, una protezione sia per lei che per Theo, quello che dice essere suo fratello. Tutti in quel circo hanno dei segreti, Noa, Astrid, il direttore e Peter, il ragazzo di Astrid, che nel circo interpreta il ruolo del clown.
Anche se di età differenti, Noa e Astrid sono molto simili ed entrambe hanno sofferto moltissimo prima di entrare nel circo di Herr Neuhoff. Entrambe inoltre sono molto determinate e combattono fino all’ultimo per ciò in cui credono.
Ho assaporato ogni pagina di questo libro, molto lentamente devo dire. Questo non perché il romanzo non scorra, ma perché ho preferito così. Da un lato ero troppo presa dell’università e dall’altro avevo poco tempo per leggere.
All’inizio non amavo molto il personaggio di Astrid e al contrario adoravo quello di Noa, forse perché avendo lei pochi anni in meno di me mi sono presa a cuore la sua storia e mi sono immedesimata in lei. Devo dire che però alla fine ho apprezzato il comportamento di entrambe e soprattutto il legame che si è creato poco alla volta tra le due. Prima è Astrid a proteggere Noa e poi quest’ultima a farlo.
Consiglio questo romanzo un po’ a tutti, non solo per la trama e lo stile della scrittrice, ma anche perché questo libro fa capire come si viveva ai tempi della guerra sotto la dittatura nazista e come ebrei e soprattutto il legame tra questi ultimi e tedeschi fosse proibito e le conseguenze che sarebbero potute derivare da ciò.
Avrei bisogno di voi, sì proprio voi che nonostante tutto, nonostante le mie lunghe assenze, ancora mi leggete. Non arrivo a più di 10 like a post e questo mi rammarica molto visto che una volta arrivavo a 50 in poco tempo. So qual è la ragione, ma purtroppo penso che tutti voi abbiate avuto dei momenti di inattività sul blog. E come avete fatto a recuperare il tempo perso? Se avete dei consigli fatemi sapere.
Adesso mi trovo in stazione e sto aspettando il treno per Varese. Scendo a Milano Porta Venezia e da lì prendi un tram che mi porta direttamente davanti all’università. Qui le cose procedono proprio bene. Sto consolidando alcune amicizie. Riesco a rimanere al passo con le lezioni (non le rimando mai quelle registrate perché so che così facendo ne accumulerei troppe). Qualcuno di voi è bravo in informatica con il linguaggio C? Sto iniziando a programmare ma faccio ancora molta fatica.
Il treno è arrivato, quindi vi mando un grande bacio e vi prometto che mi farò risentire presto.
E come poteva andare la mia prima settimana di università se non stupendamente mangnificamente bene!😊
Vi giuro, ho conosciuto fin da subito tantissime persone e stretto amicizia, anzi sono stata eletta quella che pensa a “raccattare gente”🤣. Sí lo so, sono fin troppo socievole e a volte mi creo troppi fini. Però è stato bellissimo. La cosa che però più mi ha emozionata è stata sentire tutta l’Italia suonare i dialetti delle singole regioni. Bellissimo!!!
Per ora come materie ho chimica, geometria (ma il prof. è in Francia😅), informatica e analisi 1. Tutto davvero interessante eccetto per chimica che stanno insegnando proprio le basi elementari.
Vi dico soltanto che il primo giorno siamo finiti in dieci a casa di Pietro, un ragazzo fantastico con cui ho legato subito senza problemi e a cui voglio un mondo di bene.
Vi lascio in fondo uno spazio per esprimervi in merito ai vostri interessi su questa pagina. Cosa vi piacerebbe vedere pubblicato? Fatevi avanti, aspetto vostri consigli!!
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