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Aggiornamenti

Buona domenica lettori,

Sì, lo so sono sparita, ma questa volta è una cosa definitiva. Purtroppo o per fortuna ho scoperto di trovarmi molto bene con la mia pagina Instagram in cui parlo di libri. Il blog è temporaneamente sospeso, non è detto che un giorno o una volta ogni tanto decida di scrivere un articolo perché ne sento la necessità.

La sessione è andata bene, ho dato quest’anno 7 esami su 8. L’ultimo lo do a settembre. Sono in Sicilia ormai da una settimana, ma avevo già trascorso una settimana qui per la Cresima di mia cugina (tra l’altro le ho fatto da madrina) i primi di luglio.

Ora passo le giornate a leggere, al mare, a editare video e post per tiktok e Instagram e così le giornate passano.

Io vi invito con tutto il mio cuore a seguirmi su Instagram o tiktok. Voglio portarvi con me, perché siete stati un bellissimo capitolo della mia vita.

Un bacio,

Ditemi dove trascorrete quest’estate🏖☀️

Laura♡

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Diana, la ragazza dalla penna d’oro

Ora scoprirete finalmente come mai il mio soprannome è sempre stato dia43 e come mai mi sono spesso firmata La ragazza dalla penna d’oro.

Buona visione, dovete aver installato Adobe Spark per guardare il video. Se avete problemi fatemi sapere e provvedo. Intanto lascio qui il testo scritto.

🐬~♡Marzo 1985♡~🐬

Diana correva in riva al mare. Il vento era alto quel giorno e i suoi capelli, lunghissimi, ricci e neri come il nero di seppia che cucinava Cassandra erano scaraventati da una parte all’altra secondo una sorta di danza armoniosa. A Diana piaceva correre. La faceva sentire libera. Poi si tuffò in acqua e iniziò a gettare schizzi da ogni parte. Per fortuna arrivò sua madre a recuperarla. “Diana, ma che fai, non è ancora iniziata la primavera. Fa troppo freddo per entrare in acqua e poi sei tutta vestita. Vieni qui, fatti asciugare. »

“Si mamma» disse Diana avvicinandosi alla madre.

Dafne, la madre di Diana, era abituata a vedere la figlia che scappava per andare al mare. Era diventata ribelle non appena era uscita dalla sua pancia e aveva potuto iniziare a camminare sulle sue gambe. E ora, che aveva già sette anni, il tempo le sembrava sfuggito di mano. «Ora torniamo a casa e ti faccio preparare un bel bagno caldo da Cassandra, d’accordo. »

«Sì, mamma. Domani andiamo a fare un giro in barca, io te e papà? »

«Ma certo mia cara. Dobbiamo solo vedere se papà non ha da lavorare, ma se non è domani sarà un altro giorno”

«Va bene, l’importante è che ci andiamo. Te l’ho detto che io sono una sirena? Anzi, sono la dea dell’acqua e diventerò regina di Corfù. Esiste già una regina a Corfù»

«No»

«Allora sarò io la prima regina» disse Diana ridendo.

«Sei già una bellissima principessa, ti basta crescere per diventare regina»

Come promesso, Cassandra le fece trovare una vasca piena di acqua calda al suo ritorno e per cena venne servito il piatto preferito di Diana, gli spiedini di pollo alla greca con tzatziki. Finì subito il piatto e poi si rifugiò in camera sua. Voleva appuntarsi tutte le emozioni e le sensazioni che aveva provato quel giorno. Doveva anche ricopiare in bella una breve poesia che aveva scritto in riva al mare. Diana amava scrivere, soprattutto poesie. Il suo maestro di lettere le diceva che era portata per la scrittura e che non dubitava che quando sarebbe diventata grande i giornali avrebbero parlato di lei e del suo talento. In effetti, a soli sette anni, già scriveva storielle molto carine e poesie altrettanto belle. Si mise il pigiama, si infilò sotto le coperte, sistemò bene il cuscino e iniziò a scrivere il suo diario. Ne teneva uno per ogni anno, ormai da quando aveva cinque anni. All’inizio erano solo disegni e qualche parola, ma ora stavano diventando sempre più ricchi.

Il giorno seguente, come le era stato promesso da sua madre, tutta la famiglia lasciò Corfù per fare un giro in barca. Quel giorno fu diverso dagli altri, tanto che Diana non riuscì ad aspettare e appuntò subito uno schizzo di ciò che aveva visto. Quando la famiglia si era allontanata abbastanza dalla costa comparvero tre delfini. Diana rimase ammaliata da questa sorpresa. Fino ad allora li aveva visti su alcuni libri di animali che leggeva o in alcuni cartoni. Era felicissima. Anche se quell’attimo era durato poco, perché i delfini erano subito andati via, sapeva che avrebbe portato con sé quel ricordo per sempre. «Papà, papà» chiamò forte Diana «Sbrigati e scatta una foto prima che scompaiano. »

Il padre prese la sua macchina fotografica, che era poggiata alla sua destra e scattò una foto, che poi avrebbe fatto stampare e che in seguito Diana avrebbe inserito nel suo terzo diario.

«Grazie papà, ti voglio bene. Voglio bene anche a te mamma, siete dei bravi genitori. Ma quando io divento grande, come faccio ad avervi con me per sempre. La nonna è molto vecchia e malata e il medico dice che tra poco morirà»

«Questo chi te l’ha detto?» chiese la madre, spaventata che Diana lo fosse venuta a sapere.

«Ho sentito che lo diceva a papà l’ultima volta che è venuto a visitare la nonna. Quindi, quando lei morirà, tu mamma non potrai più abbracciarla. Anche tu morirai e io non ti potrò più abbracciare? »

«Tesoro, sì, tutti prima o poi moriamo, ma accadrà tra molto, molto tempo e tu sarai abbastanza matura da superare il dolore più grande, capito? Non devi essere triste già adesso, la vita è lunga e vedrai che la renderemo il più divertente possibile. Mi sembra il caso di dare la buona notizia a Diana adesso. Quest’estate andremo in Sicilia. Il maestro ci ha raccontato che quando ha fatto la lezione di geografia sulla Sicilia, tu sei rimasta colpita dalla sua bellezza»

«Sì, mamma, grazie. È vero, mi piacerebbe tanto andare in Sicilia. È molto simile alla Grecia, ma ancora non la conosco. »

«E dimmi, dove ti piacerebbe andare di preciso?»

«A Taormina, o alle isole Eolie, oppure a Siracusa. Non lo so mamma, la vorrei vedere tutta, posso?»

«Vediamo cosa riusciamo a fare»

Poi il padre aggiunse: «Per te tutto, amore mio».

Quell’estate alla fine riuscirono a girare cinque città della Sicilia. Andarono a Taormina, videro alcune isole delle Eolie e poi Siracusa, Agrigento e fecero anche un escursione sull’Etna. Alla fine della vacanza Diana, che ormai aveva compiuto otto anni, scrisse un libro, sotto forma di pagine di diario, dove parlava della sua avventura in Sicilia, dei bei posti visitati, e delle persone conosciute lì.

Diana crebbe e più tempo passava più si legava all’isola e più scriveva più la gente si accorgeva del suo talento. Le gite in barca non mancavano. I suoi genitori l’estate precedente le avevano fatto fare un giro di tutta la Grecia. Erano passati da Creta, Santorini, Atene, Delfi. Tutta la costa e l’entroterra orientale, da lei mai visto prima. Aveva tredici anni e già stava prendendo le sembianze di una vera signorina. Alle lezioni prendeva sempre ottimi voti. Nell’isola tutti la chiamavano la ragazza dalla penna d’oro, nome alquanto carino per una ragazzina che scrive in ogni momento della giornata. Però c’erano alcune pagine che scriveva che non voleva fare leggere a nessuno. L’unica persona era la sua amica Atena. Si conoscevano fin da quando erano bambine e Atena era per lei come una sorella. Le ragazze trascorrevano molto tempo insieme, chiuse nella stanza a ridere e scherzare o a correre sulla spiaggia. Avevano creato un loro linguaggio segreto, fatto di segni e codici segreti. Avevano creato un intero nuovo alfabeto dove ogni lettera era associata ad una pianta o ad un animale. A seconda del colore veniva espressa un’emozione diversa e invece di scrivere da sinistra a destra, scrivevano dall’alto verso il basso. Quando Diana doveva dare delle spiegazioni diceva sempre “Per me le parole cadono dal cielo, è da lì che prendo ispirazioni»

Quando a dodici anni Diana mostrò il nuovo alfabeto ai genitori, questi ultimi rimasero increduli. Lo fecero vedere anche al maestro che pensò che Diana avesse una mente molto complessa e una fantasia non da poco. Perciò decisero di aggiungere una nuova materia al programma scolastico, ovvero la materia fantasia, dove Diana avrebbe potuto leggere le sue poesie al maestro e lui le avrebbe dato consigli su come migliorare.

A quindici anni Diana aveva scritto il suo primo vero libro. Dopo averlo fatto correggere al suo maestro, cercarono una casa editrice nella zona che fosse disponibile a pubblicare il suo libro. Sapevano che c’erano ancora alcune imperfezioni, ma erano certi che quando la gente avrebbe saputo chi c’era dietro quelle pagine, ovvero una ragazzina greca di soli quindici anni, allora avrebbero fatto a gara a comprarlo, solo per pura curiosità di testare il suo talento. E infatti così fu. Diana non poteva nemmeno uscire di casa che tutti la riconoscevano e le facevano i complimenti. Ovviamente lei era orgogliosa di sé, non poteva negare che era brava. Più veniva apprezzata e più lei scriveva. Scriveva la mattina presto prima di iniziare le lezioni, prima do pranzo dopo aver finito quelle del mattino, la sera tardi prima di addormentarsi. Insomma, ogni volta che trovava un buco disponibile, scriveva. In tutto questo i suoi genitori erano molto presenti. Sua madre, in modo particolare, era come la sua prima critica. Con Atena invece si faceva venire le idee più belle. Atena era molto brava a disegnare perciò, per ogni storia che Diana scriveva, lei realizzava un dipinto. Per il suo talento l’anno seguente sarebbe partita per la Francia a studiare in una scuola d’arte di grande fama. Quando Diana apprese la notizia ci rimase davvero male. “E io come farò senza di te, qui ho solo te come amica» disse lei quella volta.

«Non è vero, hai tanti amici. Io ero la migliore, ma nell’isola tutti ti conoscono e ti ammirano»

«Ma io voglio solo te. Chi mi farà i dipinti per i miei racconti»

«Quando li pubblicherai, io da Parigi li leggerò e poi ti spedirò i miei disegni»

«Certo, mi mancherai Ati.»

«Anche tu, Dia” le due amiche si abbracciarono intensamente. Trascorsero l’ultimo anno insieme facendo più cose possibili. Non volevano sprecare il poco tempo a loro disposizione.

«Quando avrò finito l’accademia potrò tornare se vorrò. E poi tutte le estati verrò qui al mare.» Diceva Atena sempre per consolarla.»

Quando arrivò il giorno della partenza, prima di salutare definitivamente la sua unica vera amica, Diana le consegnò un libricino, tutto scritto con il loro alfabeto segreto. “Te lo ricordi, era il nostro linguaggio segreto. Ho fatto fatica a ricordarmi tutto, dato che sono passati un po’ di anni, ma alla fine è stato facile riprendere ad usare questa scrittura. Fai buon viaggio e divertiti a Parigi. Non vedo l’ora di sentir parlare dell’artista più famosa di tutta la Francia.»

«E io di te, famosa in tutto il mondo»

«Sei sempre esagerata Ati»

«E tu sei speciale»

«Vieni qui» un altro intenso abbraccio. Le due amiche non si erano mai separate fino ad allora. Erano praticamente nate insieme e cresciute insieme, come sorelle. La lontananza avrebbe fatto soffrire entrambe. Ma il pensiero che l’una e l’altra avrebbero fatto ciò che desideravano fare, le rendeva comunque felici.

Dopo la partenza di Atena, Diana riprese la vita di prima. Andava sempre a lezione, scriveva romanzi e poesie e per colmare il vuoto creato dalla sua amica cercò di seguire il talento di Atena. Si iscrisse ad un corso sulla lavorazione della ceramica. Si realizzavano vasi e a volte anche gioielli con altri materiali. Si scoprì brava anche in questo mestiere. Forse era solo la passione che rendeva talentuose le persone e in quel momento Diana si sentiva di poter fare di tutto. Casa sua, in modo particolare la sua cameretta, si riempì di vasi, soprammobili, oggetti piccolini simili a bomboniere, insomma, le pareti faticavano a respirare.

Diana crebbe ancora. Aveva sedici anni e si diceva che fosse la ragazza più bella di tutta l’isola. Quell’estate sarebbe andata in Francia a trovare Atena. Le due amiche si sentivano spesso. Quando poteva Atena veniva a Corfù, ma Diana non era mai riuscita ad andare a Parigi. Quell’anno pero l’avrebbe fatto e non vedeva l’ora.

L’estate si avvicinava e Diana stava lavorando per un nuovo romanzo. Continuava a studiare anche perché l’anno dopo sarebbe dovuta andare ad Atene per sostenere l’esame di maturità. Non era affatto preoccupata, anche perché continuava ad avere ottimi voti. Le piaceva studiare. Da grande avrebbe voluto viaggiare e visitare ogni angolo del mondo. Da quella volta che i suoi l’avevano portata in Sicilia le si era aperto un mondo. Una volta presa la maturità sarebbe partita per il Sud America. Amava gli ambienti esotici e tutta la fauna del luogo.

Un giorno di primavera sua madre entrò in camera sua portandole la colazione. «Buongiorno amore mio, buon compleanno»

«Grazie ma, non c’era bisogno.»

«Ti ho portato i biscotti all’anice, i tuoi preferiti»«Allora hai fatto bene»

«Come ci si sente ad essere diciassettenne. Sei una donna ormai»

«Fa un bell’effetto ma. Stavo pensando ad Atena. Aveva promesso che ci sarebbe stata oggi»

«Lo so cara, ma avrà avuto un contrattempo all’accademia.»

«Si, ma è un giorno importante e non capita tutti i giorni di compiere diciassette anni»

«Proprio per questo oggi faremo una cosa insolita.»

La curiosità di Diana crebbe non appena sentì le parole di sua madre: “Sarebbe? »

«Ti ricordi che quando avevi sei anni abbiamo visto i delfini? »

«E come dimenticarlo, solo che non sono più tornati.»

«Questa volta però sì. Tuo padre mi ha detto che li hanno avvistati dei pescatori l’altra notte.»

«Davvero? Non ci credo. Tirami un pizzicotto, sto sognando”

«Sognerai stanotte. Ora alzati e preparati, partiamo tra poco.» Sua madre le si avvicinò per darle un bacio in fronte, ma si accorse che Diana scottava. “Tesoro sei caldissima. Ti faccio portare un te caldo e delle bende fredde. Hai la febbre e anche alta.»

«E i delfini?»

«I delfini li vedremo un altro giorno. È più importante la tua salute.»

«Ma io sto benissimo, vedrai che l’aria di mare mi guarirà»

«Invece io credo che ti prenderesti una polmonite»

«Allora andate voi, non voglio che rinunciate per me e poi voglio una foto dei delfini»

«Ma è il tuo compleanno»

«o starò con Cassandra e non appena troverete un delfino, tornerete da me e festeggeremo tutti insieme»

«D’accordo. Ma se per l’ora di pranzo non avvistiamo alcun delfino, io e tuo padre torniamo indietro.»

«Va bene ma»

«Mangia i biscotti, Cassandra li ha sfornati stamattina.»

Sua madre uscì dalla stanza e richiuse la porta alle sue spalle.

Erano le due passate e i suoi genitori non erano ancora tornati. Diana non era preoccupata, ma, anche se aveva detto ai suoi di fare comunque il giro in barca, li voleva lì con lei a casa.

Quando si fecero le cinque del pomeriggio, Cassandra senza dir niente a Diana, per non farla preoccupare ulteriormente, chiamò un pescatore di sua conoscenza e gli chiese di uscire in barca a cercare i genitori di Diana.

Ulisse, il pescatore, dopo ore di ricerca non riuscì a trovare nessuno. In realtà tornò con una giacca. Cassandra impiegò un attimo per capire a chi apparteneva. Le venne un nodo in gola che le bloccò il respiro. Ormai era chiaro quello che era successo. Nonostante fosse primavera quel giorno c’era particolarmente vento, ma la bandiera non era rossa. E poi il padre di Diana era uscito in barca infinite volte, aveva affrontato viaggi molto più lunghi e pericolosi lontano dalla costa corfiotta. Non si spiegava il seguito degli eventi. Non c’era stato un temporale e il mare non era particolarmente agitato. Non c’era più tempo per pensare. Intanto Ulisse si avvicinava con quella maledetta giacca in mano, fradicia, impregnata dell’acqua che aveva, no, non riusciva nemmeno a farle scorrere dentro alla sua mente quelle parole. Magari non era la sua o magari un colpo di vento, dal bordo della barca, l’aveva sbattuta in mare. Le parole di Ulisse furono taglienti come coltelli: “Cassandra, sono tremendamente dispiaciuto. Non sono riuscito nemmeno ad avvistare la barca dei genitori di Diana. Non vorrei dire una cosa crudele, ma suppongo che non ce l’abbiano fatta. Oggi il tempo sembrava essere non poi così cattivo, ma a volte inganna. Oltre al questa giacca ho visto una parte dell’imbarcazione spezzata che sicuramente apparteneva alla loro. La riconosco perché ogni anno mi occupo di controllare la manutenzione delle barche. Mi dispiace tanto, davvero, ma credo che non ce l’abbiano fatta»

Cassandra faticava a parlare e ogni tanto singhiozzava: «Perché la morte se li è portati via così, oggi, il compleanno della loro bambina. Io non ho la forza di dirglielo.» E cadde sulla spiaggia svenuta.

Gli occhi di Cassandra incrociarono quelli di Diana, già in lacrime perché aveva capito tutto. La ragazza corse nella sua stanza e rimase lì chiusa per giorni. Non mangiava, non dormiva e da quel primo momento non riusciva nemmeno più a piangere. Il dolore era arrivato così improvvisamente che Diana non aveva avuto il tempo di capacitarsi dell’accaduto. Passava intere giornate seduta sul letto a fissare un punto sul soffitto. Non apriva bocca da giorni, non parlava nemmeno con Cassandra. Dopo una settimana venne organizzato il funerale, senza i corpi ritrovati ovviamente, ma Diana non volle andare. Per un mese intero non parlò. La situazione sembrava alquanto preoccupante. Cassandra soffriva quanto lei e non poteva vedere la ragazza così chiusa nel suo dolore. Alla fine i medici pensarono che servisse un bel ricordo, qualcosa che le piacesse fare davvero per farla tornare almeno a parlare e a mangiare un po’ di più. Così Cassandra pensò di far venire Atena che non era ancora al corrente della tragica notizia. Appena lo venne a sapere, si precipitò sull’isola per aiutare la sua unica e grande amica, Diana. Inizialmente Diana non riusciva a parlare nemmeno con lei. Ma poi Atena la fece sorridere e le due ripresero a comunicare con il loro linguaggio segreto. “Dia, non posso vederti così. Mi sento così in colpa. Ti avevo promesso che sarei venuta per il tuo compleanno e invece…”

«La colpa è solo mia Ati. Stavo male, ma sarei dovuta comunque uscire in barca con loro e non pensare a quei maledetti delfini, io e le mie fissazioni»

«Forse non serve pensare a come sarebbero potute andare le cose. È il destino che conduce le nostre vite, forse non potevamo evitarlo. Io sono qui adesso e non me ne andrò più.»

«E gli studi?»

«L’accademia può aspettare. Ora voglio che tu torni a sorridere e a scrivere.»

«No, quello mai più. Ci ho provato i primi giorni. Volevo esprimere il mio dolore, ma niente. Ho come perso tutto.»

«Non dire questo. Forse adesso ti sembra così, ma vedrai che con il tempo.»

«Vedrai cosa? Che le cose si sistemeranno, che tornerò ad essere felice e che mi dimenticherò di mamma e papà? No, questo mai. Sono morta anch’io con loro. Il mare ha rapito anche la mia felicità»

Atena non sapeva più cosa risponderle, così preferì abbandonare la stanza e lasciarla da sola.

I giorni passarono e poco a poco Diana si riprese. Atena sarebbe ripartita all’incirca una settima dopo, ma avrebbe posticipato la partenza nel caso Diana si fosse sentita male o si fosse richiusa in se stessa. Diana mangiava pasti regolari, usciva all’aria aperta a fare lunghe passeggiate, aveva ripreso il corso di ceramica, ma non scriveva. Non aveva più scritto un suo pensiero da quel giorno, il giorno della fine per lei. Atena così partì e Diana poco a poco riprese la vita di prima, senza i suoi genitori però. A tavola faceva lunghe chiacchierate con Cassandra e in certi momenti, anche se per pochi istanti, le tornava il sorriso. Però, se la domestica nominava la scrittura e i suoi libri, Diana cambiava argomento. La ragazza dalla penna d’oro era caduta in un sonno profondo, tanto profondo che sembrava non potesse più guarire. Un giorno però finalmente si sarebbe risvegliata.

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Laura reads and dreams

Buon fine settimana a tutti. Vi annuncio che ho aperto una pagina Instagram dedicata alle letture. Per ora sposterò i miei contenuti su questa piattaforma e un po’ meno sul blog. Vediamo come andrà. Vi chiedo solo una cosa, il vostro supporto. Grazie

Laura.reads_and_dreams

Laura

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Spunti di lettura

Il sogno di Charlotte

Chi di voi è a conoscenza del mio racconto Il sogno di Charlotte. Non sapete di cosa sto parlando? Ma vi interessa leggere una storia semplice, ambientata un po’ nel presente e un po’ nel passato. Tra Parigi e New York. Con segreti e conoscenze inaspettate? Ecco forse posso regalarvi qualche piccola emozione.

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Caro diario 8/06/2022

Caro diario,

È da diverso tempo che non mi sfogo scrivendo e forse necessito proprio di farlo.

Ho la mente annebbiata da ansie e paure, da troppe cose da fare e poche concluse. Purtroppo non mi trovo nel periodo più tranquillo della mia vita. Sono entrata in sessione e tra una settimana devo dare tre esami di seguito. Esami che non sono nemmeno una passeggiata. Ma mi chiedo, ce la farò? Oppure sto investendo il mio tempo in qualcosa che presto diventerà cenere? Mi auguro di no, perché nonostante tutto ci ho messo tutta me stessa. E per una volta nella vita posso dire di essere stata brava. Mi sono impegnata con costanza, non solo nello studio, ma anche nel recuperare pezzi di me che avevo perso, a ricostruire il mio benessere e la mia serenità, a ritrovare quella voglia matta di mettermi in gioco e di curiosare come una bambina. Spero solo che tutti questi miei sforzi, questa mia costanza, vengano in qualche modo ripagati.

Laura

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Ninfa dormiente, Ilaria Tuti

Buongiorno lettori. Oggi torno a recensire un libro. Ho letto tanto in questi mesi di assenza. Vi elenco qualche titolo. L’inverno dei leoni (secondo capitolo della saga I Leoni di Sicilia di Stefania Auci), Il cavaliere d’inverno, Quando le montagne cantano, Poirot sul Nilo di Agatha Christie, Ho cercato il tuo nome di Nicholas Sparks. Insomma ho letto nonostante il mio periodo di stop qui sul blog.

Oggi però voglio parlarvi della lettura più recente, Ninfa dormiente, di Ilaria Tuti, il secondo caso del commissario Teresa Battaglia. Ho letto il primo, Fiori sopra l’inferno molti anni fa, forse tre anni fa circa e ricordo che mi aveva preso tantissimo il caso. Trovate la recensione qui.

Fiori sopra l’inferno

Questa volta vi anticipo che non è stato così, o meglio, il libro mi ha preso, ma non per il caso da risolvere, ma per la storia privata del commissario e dell’ispettore Massimo Marini.

Vi lascio qui la trama.

Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne.

Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno.

Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.

Ilaria Tuti è molto brava a ricreare l’atmosfera da thriller, ma non solo. È anche molto talentuosa nello scavare a fondo nella mente dei suoi protagonisti e questo è forse l’aspetto che apprezzo di più del suo stile.

Le scene e le ambientazioni sono descritte in modo impeccabile. Le idee, gli indizi sono a dir poco geniali, anche se come vi ho anticipato poco fa, non mi hanno convinta del tutto. Ora vi spiego perché. Penso che l’autrice si sia lasciata troppo trasportare, esagerando e cadendo nel macabro, cosa che può piacere oppure no. A me personalmente ha leggermente disgustato.

Consiglio questo libro perché è bellissimo. E vi consiglio di iniziare dal primo ed è per questo che non vi dico altro sulla trama, altrimenti farei troppi spoiler sul primo. C’è anche il terzo caso, Fiore di roccia, io aspetterò qualche tempo prima di affrontare questa lettura.

Voi conoscete questa autrice? La trama vi ispira? Fatemi sapere nei commenti.

Buon inizio settimana,

Laura

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Una gita in montagna

Buona domenica lettori. Questa mattina voglio regalarvi un assaggio dei sapori più belli della montagna. Sono stata, come vi avevo anticipato in un articolo precedente, in Trentino, precisamente in Val di Fassa, in un piccolo paesino vicino Moena.

Non ci sono parole per descrivere l’emozione che ho provato costantemente questi quattro giorni. Dovete sapere che è raro che io vada in montagna, ma non perché io non voglia, ma perché mio padre è amante della spiaggia con lettino, ombrellone e tanto di servizio. Per lui la vacanza significa questo. Per me invece può essere questo, ma è anche avventura, esplorazione di nuovi posti, provare nuove emozioni.

Vi lascio qualche foto scattata in questi giorni e nel mentre vi riassumo le nostre tappe.

Giorno 1: Val di Fassa, salita nel bosco e passeggiata nella valle.

Giorno 2: Val San Nicolò.  Obiettivo, raggiungere le cascate.

Giorno 3: percorso avventuroso a Passo Sella, con viste spettacolari.

Giorno 4: ancora da vivere, ma vi farò sapere.

Ho capito dopo questi giorni bellissimi, che non posso privarmi della felicità che la natura stessa potrebbe regalarmi. Mi focalizzo troppo su obiettivi che a distanza di tempo perdono di importanza. È vero, devo studiare con costanza per prendere bei voti all’università e garantirmi un futuro solido, ma non è questa la vita vissuta. Quindi, prenderò come costante e promessa per la mia felicità, fare una vacanza, anche breve, qualche tempo prima l’inizio di ogni sessione.

E voi, cosa mi raccontate. Siete mai stati in questi posti?

A presto,

Laura

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Auguratemi buona fortuna

Cari amici lettori, intanto vi volevo dire grazie. Grazie perché non avrei mai immaginato che dopo cinque mesi di assenza, poteste essere ancora così presenti e calorosi nei commenti. Sappiate che con i vostri messaggi mi avete fatta sorridere e sentire importante.

Oggi però la mia testa è agli strumenti di regolamentazione, tasse, standard, sussidi, permessi, ai metodi di valutazione edonica, contingente, del costo di viaggio, alla teoria dei giochi, Equilibrio di Nash e quant’altro. Esatto ho un esame di economia, precisamente economia ambientale.

Voi sapete cosa studio? Vi piacerebbe in un futuro che dedicassi una intera parte del blog alla mia vita in università?

Intanto vi auguro una buona giornata, che sia migliore della mia!

Laura

P.S. stasera parto per la montagna ⛰ però.

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Un saluto

Buongiorno lettori, come state? Quanto tempo è passato dall’ultima volta in cui vi promisi tante cose, quelle promesse che purtroppo non sono riuscita a mantenere. Un po’ perché la sessione prima e la ripresa delle lezioni in università dopo mi toglievano molto tempo, un po’ anche perché ad essere sincera non me la sentivo più di espormi così tanto. Chi mi segue da più tempo, saprà di questi miei periodi di incostanza sul blog, motivati dalla profonda insicurezza. E posso dirvi che ci sono voluti cinque mesi pieni per riacquistarla. Ogni volta che esco da questo tunnel di paure e insicurezze, mi sento come una nuova me, di aver fatto un altro piccolo scalino della gradinata che porta alla felicità.

Sono passata per salutarvi perché penso sia giusto darvi una spiegazione riguardo alla mia assenza. Non so quando e se ritornerò, ma sappiate che vi seguo, che non dimentico l’affetto che mi avete donato nel periodo di Natale e che vi porterò sempre nel mio cuore.

Laura

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Tra Savoca e Scaletta Zanclea

Buonasera lettori,

Oggi arrivo tardi, ma ci sono. In questo articolo vorrei proporvi piccoli assaggi della mia amata terra, la Sicilia. Nella mia presentazione si legge che in questo blog avrei parlato della Sicilia. Qualche mese fa ho pubblicato un articolo su Villa Muscianisi , a Milazzo, una villa abbandonata abitata da un folletto misterioso. Oggi invece vi racconterò qualcosa di meno macabro, o quasi (solo per un piccolo dettaglio). La Sicilia non è solo mare, è anche ricca di storia, racchiusa nelle vie dei borghi dell’entroterra e di quelli che affacciano sul Mediterraneo. Il mio posto del cuore è Erice, appena sopra Trapani. Oggi invece ho visitato Savoca e Scaletta Zanclea, oltre che la città di Messina.

Cosa mi è rimasto di Savoca:

I gatti. Vi giuro, era pieno di gatti, ma troppo belli. Siamo entrati nei cuori di una gattina dal pelo grigio e striato, un amore.

Il pane farcito appena sfornato. Abbiamo pranzato con del pane caldo caldo. Siamo stati attirati proprio dal suo profumo.

Savoca
Savoca

Cosa mi è rimasto di Scaletta Zanclea:

Il panorama. La foto parla da sola.

Scaletta Zanclea
Scaletta Zanclea

Mio zio che citofona alla casa di una vecchietta per chiedere informazioni sul castello.

Le frasi scritte con i chiodi alle porte delle case abbandonate. Una di queste recitava Cogli per me il fiore che cresce sulla cima del castello.

Di Messina invece mi è rimasto il Duomo, l’orologio astronomico e la ruota panoramica.

Avete mai visitato la Sicilia? Io la riscopro ogni volta e la trovo sempre più bella.

Laura♡

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GDL, Orgoglio e Pregiudizio

Buongiorno a tutti,

Oggi un saluto veloce. Volevo condividere con voi una nuova iniziativa alla quale ho aderito. Partecipo ad un gruppo di lettura di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. Tempo fa lessi Emma, che non mi convinse del tutto, criticai il libro sotto diversi punti. Pensate che quando la Austen iniziò a scrivere aveva più o meno la mia età😊. Voi avete letto qualcosa di questa autrice?

Ancora buon Anno,

Laura♡

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Preparando i bagagli per il 2022

Happy New Year 2022, hope for success in every field this year like  education, career and business - नव वर्ष 2022 इस राशि वालों के लिए शुभ,  शिक्षा, करियर और व्यापार हर

Quest’anno ormai è giunto al termine. è inutile elencare i motivi per cui questi mesi non sono stati come ce li saremmo aspettati il 31 dicembre del 2020. Il 2021 doveva essere l’anno di rinascita, ora si affida questo compito al 2022, ma la verità è che quando ne usciremo, non sarà per merito nostro, ma solo perché quella fase della storia sarà terminata. E ne seguirà un’altra, che ci colpirà in un punto diverso e noi ci faremo trovare nuovamente impreparati. Siamo stanchi, siamo stufi, ci sputiamo il male l’uno contro l’altro, ci affatichiamo per cercare una soluzione lì dove non c’è. Ci sorridiamo a Natale, ci mandiamo i messaggi di auguri, quando del Natale ormai non è rimasto più nulla. Nulla che possa chiamarsi tale. Io so che chi mi legge condivide il mio pensiero. Qui sul blog ho trovato la mia cura, ho trovato persone che mi ascoltano, che la pensano come me, che come me hanno sogni, che come me hanno affrontato moltissime difficoltà, e come me ne sono usciti fortificati. Il sostegno e l’affetto che ho ricevuto da voi negli ultimi mesi è stato il più bel regalo che potessi desiderare. Il riscontro dopo la pubblicazione del mio racconto è stato talmente positivo che arriverà il lieto fine per Ally. Io mi sono sentita per una volta capita, apprezzata, ho compreso che l’amore che dedico ai miei articoli e ai blogger che seguo, oltre ad essere gratuito, è ricompensato, da voi, dai vostri messaggi, dai vostri contributi, dal vostro esserci, seppur non di persona. WordPress mi ha fatto capire il lato bello dei social, seppur con le sue ristrettezze e complicanze.

Grazie.

Caro 2022,

ci sono molti sogni che vorrei veder realizzati sulla tua Isola. Ogni anno cambiamo isola, ricominciamo il nostro viaggio daccapo, ma in realtà ogni nuovo inizio è sempre più vicino alla meta, la speranza (o la morte per chi ha il coraggio di chiamarla per nome). Sono alle prese con gli ultimi preparativi per la partenza di domani. Ho già chiuso la valigia. Dentro ho racchiuso tutte le cose belle che il 2021 mi ha lasciato e tutti i ricordi che quest’anno mi ha regalato: la Maturità, le competizioni di danza, gli amici del liceo, le nuove amicizie dell’università, il mio primo e breve amore, il mare di Milazzo, quello di Siracusa, il sorriso di mia cugina, l’abbraccio caldo di mia mamma, il Ti amo di mio padre, un batti pugno con mio fratello, il Paradiso delle Signore con mia nonna, la granita del Washington con mio nonno. Sono tutti ricordi che voglio portare in viaggio con me. Sono racchiusi in piccole boccettine, ognuna con la sua fragranza, ognuna con il suo colore.

Per questo 2022 vorrei ultimare il mio romanzo, ma con la giusta calma. E se non sarà pronto per quest’anno, lo sarà quello dopo o quello dopo ancora. L’importante è non rinunciare a questo mio sogno.

Vorrei anche impegnarmi a leggere di più e con più costanza, a ritagliarmi sempre uno spazio, seppur piccolo, per la lettura.

Vorrei anche aprire una pagina Instagram dedicata alla lettura. Il mio progetto sarebbe quello di contattare scrittrici e fare con loro delle dirette (ci credo perché una volta l’ho fatto con Marco Erba ed è stata un’esperienza bellissima). Mi ispirerò molto ai profili di alcune ragazze che ho scoperto tramite le storie di Erin Doom (autrice del Fabbricante di lacrime).

Vorrei iniziare a guardare più documentari per aiutarmi con le mie future materie di studio, iscrivermi a qualche rivista e seguire pagine Instagram a tema ambientale.

Vorrei finalmente utilizzare il mio telescopio. Mi è stato regalato per i diciotto, ma non ho mai avuto una vera occasione per sfruttarlo, un po’ perché le luci del condominio oscurano il cielo, un po’ perché da sola mi riesce difficile imparare ad usare un telescopio professionale (Celestron).

Ma il mio desiderio più grande per questo 2022 è quello di vedere le persone che amo stare bene. Incontrerò nuove persone, altre si faranno più vicine, altre più lontane, ma devo riuscire a conciliare il mio altruismo e la mia empatia, con il giusto distacco e la giusta accortezza.

Ma io sono una sognatrice e ancora non so questo viaggio dove mi porterà…

Laura♡

P.S. Raccontatemi i vostri programmi di stasera. Aiuterete a preparare il cenone?

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Caro diario, 29/12/2021

Caro Diario,

ormai manca davvero poco alla fine dell’anno e questo tempo che scorre e scorre senza sosta mi fa paura. Mi fa paura perché sembra andare avanti senza di me, come un treno in corsa che non si preoccupa di qualche passeggero in ritardo, che gli sta correndo dietro nella speranza di essere ancora in tempo. Mi sento molto stanca, ma adesso non posso proprio mollare. Sto entrando in sessione, quindi devo studiare molto. Mi sto ritagliando piccoli spazi per me, sto cercando di uscire il meno possibile, anche se la tentazione è tanta. Evito posti affollati perché sarebbe da irresponsabili andare a cercare il Covid dopo due anni da cui si è stati alla larga. Avrei voglia di vedere i miei amici, anzi uno in particolare, che so che mi capirebbe e saprebbe trovare le parole se non i modi per farmi stare meglio. Non rimarrò segregata in casa, questo lo so. Un piccolo svago sul tardo pomeriggio me lo concedo.

Avrei anche tanta voglia di leggere. Per ora sto leggendo Circe, di Madeline Miller (la stessa di La canzone di Achille). Ho sempre amato la cultura greca e i miti legati ad essa, quindi questo libro potrà solamente arricchire di informazioni e curiosità questo mio interesse.

Ho anche molta voglia di passare del tempo con mia cugina. La vedo tre volte l’anno e lei, essendo figlia unica, quel poco di tempo che sto in Sicilia, vuole passarlo con me. E la capisco, anche io desidererei averla sempre in mezzo ai piedi, mentre si allea con mio fratello e insieme mi fanno uscire pazza. Ma voglio a entrambi un mondo di bene. In questi giorni stiamo guardando tutti i film di Spiderman, solo che loro sono in vacanza e hanno un sacco di tempo libero, io sono sommersa dai libri, tra integrali, matrici, reazioni di elettrochimica, array e stringhe, e chi più ne ha più ne metta.

Come mi sento? Difficile a spiegarsi. Mi sento come se avessi un forte potere in mano, ma che se non usato con le giuste dosi, potrebbe ritorcermisi contro. Io…Sì, ecco, ormai lo dico. Sono ormai sei mesi che non sto più così. Così come? Ti ricordi quando non trovavo nemmeno le parole per scriverti, quando per strapparmi un sorriso serviva una di quelle battute infallibili, quando venivo assalita da dubbi e paure, quando la mia unica certezza era di non stare bene. Ecco, sono sei mesi che non sto più così. Certo, ho avuto dei momenti no, dei momenti di debolezza, ma mi sono rialzata subito, non sono finita come le scorse volte nell’occhio del ciclone. E sono fiera di me, per questo. Significa che sto crescendo, che la mia corazza si sta rinforzando, che sono pronta per affrontare difficoltà ancora più grandi, per entrare nel complicato e a volte ingiusto mondo degli adulti. Mi sento pronta sì, ma mi sento sempre come se camminassi su un filo sottilissimo nel mezzo di un cratere vulcanico, con il calore della lava che a volte sale, a volte si placa e altre risale ancora.

Voglio parlare con la me del futuro, con quella Laura cresciuta e cambiata. Ricordati che sei forte, ricordati di usare sempre la delicatezza, ovunque tu andrai e qualsiasi persona incontrerai. Ricorda soprattutto di essere responsabile, di non fidarti troppo di nessuno. Gli amici devono guadagnarsi la tua fiducia. Ma non perdere mai la speranza, quella luce che ti fa brillare gli occhi, quella sensazione che ti attorciglia lo stomaco, quell’emozione che ti fa piangere e ridere insieme.

A presto mio fidato confidente.

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The Xmas Carols – Il mondo di shioren

Buongiorno lettori e buona Vigilia.

❄~Sono lieta di annunciare che The Xmas Carols è giunto al termine e che questa mattina, dietro l’ultima casellina, si nasconde il contributo dell’ideatrice di questo progetto, Shio del blog Il mondo di Shioren . Grazie a lei e grazie a voi che siete aumentati di giorno in giorno, ho potuto, nel mio piccolo, farmi conoscere. Come vi ho già detto ieri, mi assenterò per un breve periodo dal blog. Gli articoli usciranno regolarmente, alcuni li ho già programmati, altri li sto scrivendo. Magari dopo una giornata di esami farò un salto, in quel poco tempo che mi concederò di riposo, ma so che se voglio raggiungere i risultati che tanto desidero, devo impiegare tutte le mie forze, senza troppe distrazioni e purtroppo i social sono una distrazione, seppur bella. Ma mi sto dilungando troppo. Godetevi l’incantevole racconto della nostra Shio. Io l’ho trovato di una delicatezza e profondità particolare. E il messaggio che lei ha voluto lanciare con questo racconto a me è arrivato, forte e dritto al cuore. Io seguo Shio già da un po’, ma è solo da poco che l’ho conosciuta per bene. Ho letto il suo primo romanzo, L’altra me, che ho recensito in questo articolo https://httpdoveunapoesiapuoarrivare.home.blog/2021/11/13/laltra-me-di-anna-esse/ e leggendo di tanto in tanto i suoi articoli, ho capito che, oltre ad avere più di un talento, Shio è una persona meravigliosa. Vi chiederete se sto esagerando? No, non esagero. Lei si merita questo ed altro e oggi è il suo giorno.~❄

Buona giornata e buon Natale!

Laura ♡

P.S. Ditemi che aprirete i regali a Mezzanotte e non domani mattina!

Tra alti e bassi, siamo giunti alla fine di questo particolare calendario dell’avvento creato grazie alla collaborazione e al talento di tanti blogger. Non è stato facile arrivare fino a qui e, sinceramente, non so cosa succederà domani… forse qualcuno di voi sparirà per sempre dalla mia vita o, magari, lo ha già fatto dopo […]

The Xmas Carols – Il mondo di shioren
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XMAS CAROLS: a xmas calendar by Shioren

Buongiorno lettori,

Siamo ad un passo dal Natale e questa mattina, nella penultima casellina del nostro calendario dell’avvento, ho trovato un bellissimo video del blog Nea: Nuova Ecologia Artistica . Si tratta un contributo che riproduce la voce della sua ideatrice, che riporta al significato primordiale del Natale della religione cristiana, ovvero la nascita di Gesù. Come sempre, vi lascio il collegamento qui sotto.

Oggi ho l’ultima lezione di geometria, poi a gennaio entro in sessione. Annuncio già adesso che mi assentarò per un paio di mesi dal blog. Io non ci sarò, ma la mia voce sì. Sto programmando l’uscita di una serie di articoli. Voi leggeteli, commentateli, ma non preoccupatevi se non riceverete subito una risposta. A febbraio, quando ritornerò, si spera al pieno delle mie forze, avrò due novità, una che riguarda una rubrica settimanale che voglio aprire qui su wordpress e l’altra una pagina Instagram dedicata alla mia passione per la lettura. Ci vediamo domani per l’ultimo appuntamento del The Xmas Carols. E chi meglio di lei poteva concludere questo viaggio se non l’ideatrice di questo progetto, Shio del blog Il mondo di Shioren.

Volevo anche ringraziarvi per ieri, ho apprezzato ogni singola parola spesa sul mio racconto. Io e mia madre abbiamo passato la serata a rileggere tutti i commenti. Ed è stato bello sentirmi dire da lei: «Sono fiera di te!»

Laura♡

A quanto pare, oggi è la mia casellina sul calendario dell’avvento ideato dalla scoppiettante Shio per il suo blog Il Mondo di Shioren. Inizalmente, avevo proposto un altro racconto (leggetelo qui) che, tuttavia, pareva non incarnare troppo precisamente lo spirito del Natale. È certo che ognuno ha il suo. Per me, la nascita del bambino […]

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The Xmas Carol #15, Schiaccianoci a New York, Dove una poesia può arrivare

Ciao a tutti, oggi tocca a me regalarvi un racconto per Natale. Devo dire che sono super emozionata. Quando ho letto della proposta di Shio del The Xmas Carols mi sono subito preoccupata di scriverle, sperando fossi ancora in tempo. Ringrazio Shio per l’opportunità. Ho optato per un racconto e mi sono divertita tantissimo nello scrivere la storia di Ally.

Comunque, per chi non mi conoscesse, mi presento. Mi chiamo Laura, ho diciannove anni e frequento il primo anno di Ingegneria ambientale al Politecnico di Milano. Ho aperto un blog perché sentivo l’esigenza di racchiudere in un angolo tutto quello che scrivevo, pensavo e sognavo. Nel mio blog Dove una poesia può arrivare troverete, come preannuncia il titolo, tantissime poesie libere, pagine di diario, pensieri sparsi, recensioni e articoli su ambiti di mio interesse (l’astronomia, la Sicilia e molto altro). Amo leggere e scrivere. Per ora sto lavorando al mio romanzo L’Isola di Smeraldo.

Buona lettura!

La neve scendeva fitta sulla città di New York. Copriva i tetti delle case, le strade, i lampioni, gli alberi spogli, tutto stava diventando candido e l’atmosfera natalizia iniziava a farsi sentire sotto il cielo della Grande Mela. Ally si stava dirigendo alla Juilliard, la scuola di danza nella quale studiava da tre anni ormai, con il borsone sulla spalla destra e l’i-pod che riproduceva le note della danza della fata confetto nella mano sinistra. Tutte le strade erano piene di cartelloni con l’immagine dello Schiaccianoci, il musical che si sarebbe tenuto il 23 dicembre al teatro della Juilliard. Le audizioni si erano già svolte e Ally era stata presa, ma non era ancora certo. Prima avrebbe dovuto esibirsi nuovamente e confrontarsi con la sua rivale Anastasia, anche lei molto talentuosa e adatta alla parte da protagonista. Inutile dire che Ally moriva dalla felicità, lo Schiaccianoci era stato il suo balletto preferito sin da quando era piccola e voleva a tutti i costi essere presa per la parte da protagonista, anche se sapeva che all’interno della scuola c’erano molte altre ragazze più talentuose di lei, come Anastasia appunto. Quando Mrs Brown l’aveva scelta tra tutte le ragazze che si erano presentate all’audizione, si era sentita al settimo cielo, ma subito dopo le si era materializzata davanti un’altra difficoltà, che Ally avrebbe cercato di superare per prendersi il suo posto da prima ballerina, per la prima volta nella sua breve carriera. Per lei era il terzo anno, quando all’età di 17 anni aveva vinto la borsa di studio, si era trasferita a New York da un piccolo paesino della California. L’immergersi in una grande città, con temperature molto più basse ed entrare in una delle accademie di danza più prestigiose al mondo era stato per lei un turbinio di emozioni. Non nascondeva che le mancasse casa, sua madre e il suo fratellino, ma sapeva che li avrebbe rivisti per le feste e questo le riempiva il cuore di gioia.

La Juilliard dalla sua abitazione distava poco più di trecento metri. Così, una volta individuato l’edificio, fece il suo ingresso alla reception e si diresse agli spogliatoi. Indossato un body nero con un gonnellino, andò sul palco, salutando Mrs Brown, la sua insegnante, nonché coreografa, e lanciando un piccolo cenno ad Anastasia, che, riluttante, rispose allo stesso modo.

«Forza ragazze, voglio vedere prima Anastasia e poi Ally. Vi giudicheremo in ogni singolo dettaglio. Questa settimana avete dimostrato di essere molto brave e vi meritereste entrambe la parte, ma sapete che c’è posto per solo una di voi. Chi non verrà scelta non dovrà scoraggiarsi. Siamo tutti d’accordo di assegnarle la parte per il prossimo musical. Quindi, prima di vedere musi lunghi, sappiate che tutta la commissione è orgogliosa di voi. Anastasia, in posizione. Musica prego!» disse Mrs Brown.

Dopo l’esibizione della sua rivale, toccò ad Ally. Prima di iniziare chiuse gli occhi e un pensiero volò su nel cielo alla nonna, poi li riaprì e si concentrò per dare il massimo. Si diede coraggio e si lasciò andare per tutto il pezzo, esibendo i suoi perfetti battement jeté à la seconde, assemblé, fouetté en tournant, e tour en l’air.

Ally sentiva dentro di sé di aver ballato bene e ne era contenta. Accennò un inchino in direzione di Mrs Brown e si avviò verso gli spogliatoi, quando una voce maschile interruppe il suo cammino: «Sei stata bravissima. Sono sicuro sceglieranno te»

«E cosa te lo fa pensare? Vedi che Anastasia è molto più brava di me tecnicamente» rispose lei senza pensarci prima.

«Ma tu ci hai messo il cuore e credo sia la cosa più importante» disse il ragazzo poggiandole una mano sulla spalla.

A quel tocco Ally sentì come una scossa, ma si ricompose subito: «Chi te l’ha detto questo? Te ne intendi forse di danza?» continuò lei con un tono sempre più brusco.

«No, ma…vabbè volevo solo essere gentile. A me tu sei piaciuta e anche tanto. Spero di vederti ballare su questo palco la sera del 23»

La sera del 23… pensò Ally tra sé. «Come mai assisterai allo spettacolo? Se posso chiedere»

«Sono stato scelto come tecnico del suono e delle luci, perciò potrò ammirarti dall’alto» a quelle parole Ally diventò rossa dall’imbarazzo. «Comunque, che scemo, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Dominick, ma puoi chiamarmi semplicemente Nick»

«Ally»

«Che bel nome»

«In realtà il nome completo è Alcyone, una delle Sette Sorelle. Sai, la costellazione delle Pleiadi. Be’ sì insomma, come non detto!» ogni volta che la ragazza raccontava l’origine del suo nome o per lo meno come mai sua madre aveva deciso di chiamarla così, tutti finivano per fare la faccia che Nick stava facendo proprio in quel momento. Così Ally pensò di tagliar corto «Devo andare, Nick»

«Di già? E quando potrò rivederti?»

«L’hai detto tu. Mi rivedrai la sera del 23 su questo palco, sempre se mi prenderanno. Scusa ma devo proprio andare» ma nel momento stesso in cui disse quelle parole si rimangiò tutto, capendo che non poteva sempre scappare da tutto e tutti e che quel ragazzo, così gentile con lei per chissà quale motivo, voleva solo parlare un po’.

Subito dopo Nick la chiamò: «Ally aspetta, forse sono stato un po’ invadente, ma fidati, non ho cattive intenzioni. È solo che quando ti ho vista ballare prima, ho riconosciuto nei tuoi movimenti e nelle tue espressioni le stesse di mia nonna. È stata studentessa alla Juilliard ed è grazie a lei che mi hanno assunto qui come tecnico delle luci, anche se credo che qualche merito ce lo abbia pure io»

«Ovvio, quindi tua nonna studiava qui? Anche la mia e ci ero molto affezionata. È stata lei a trasmettermi la passione per la danza»

«E si vede che ti piace, quando balli trasmetti molto, contagiando chiunque ti guardi. Scusa, forse non sei abituata a ricevere tutti questi complimenti, soprattutto da ragazzi così invadenti come me»

«Figurati, anzi mi fa piacere. Scusami tu per come ti ho risposto prima, sono molto nervosa per questa assegnazione. Anastasia è una ragazza competitiva e oggi ha dato il meglio di sé e non so quando si ripresenteranno occasioni del genere»

«Quando metti passione in quello che fai nulla può andare storto. Può darsi che Mrs Brown non ti scelga, ma tu non devi prenderla come una sconfitta, se sei una stella prima o poi brillerai» e a quelle ultime parole Ally si fece rossa in viso. «Io lavoro qui come tecnico delle luci, ma per questo Natale sto collaborando per l’allestimento del villaggio di Babbo Natale. Mi occupo dell’illuminazione, della disposizione delle luci, i colori e tutto il funzionamento automatizzato. Sembra semplice ma non lo è. Se qualcosa dovesse andare storto, non si potrà percepire la magia del Natale»

«Ma è una cosa bellissima! Qui a New York il Natale è molto più sentito rispetto a noi in California. Certo, non è come il Giorno del Ringraziamento, ma gli addobbi e l’atmosfera natalizia qui non mancano di certo»

«Sì, è vero, hai ragione. Che ne dici di continuare la conversazione fuori di qui? All’angolo della strada c’è un’ottima pasticceria, potremmo fare una piccola sosta lì, se ti va»

Ally ti va? si chiese la ragazza. Ma certo, che domande! Nick oltre a essere gentile e simpatico, era pure molto interessante. «Certo» rispose lei e insieme uscirono dal teatro.

Ally prese una cioccolata calda e lo stesso fece Nick. Poco dopo aver ordinato, un cameriere con un grembiule natalizio si presentò al tavolo con le due bevande. «Quindi vieni dalla California?» chiese Nick ad Ally, riprendendo la conversazione di poco prima.

«Sì, precisamente da Healdsburg, un piccolo paesino sperduto della contea di Sonoma» disse sorridendo Ally.

«E hai molti parenti lì?»

«Solo mia madre e mio fratello. Mio padre è morto quando avevo dieci anni, poco dopo la nascita di mio fratello Noah e mia nonna, l’unica che abbia mai conosciuto, ci ha lasciati un po’ di anni fa, quindi mi sono rimasti solo loro. Entrambi i miei genitori erano figli unici, non ho né zii né cugini. Triste storia, vero?»

«Mi dispiace molto, deve essere stato difficile per tua madre crescere entrambi da sola»

«Sì, per qualche anno ha avuto il supporto di mia nonna. Sai lei, Carola, è stata una grande ballerina da giovane e per il mio decimo compleanno mi portò in Russia, l’unico viaggio fuori dall’America che abbia mai fatto. Pensa che andammo a vedere proprio lo Schiaccianoci al teatro di San Pietroburgo e in quell’occasione mi regalò un carillon con una ballerina in abito azzurro, con ricami argentati, immersa in un paesaggio innevato. Custodisco quest’oggetto con molto amore, perché è l’unica cosa che mi sia rimasta di mia nonna». In quel momento Ally si accorse che si era fatto tardi e doveva ancora preparare la cena perché quella sera sarebbe stata sola a casa, senza Emily e Kat, le sue due coinquiline. Così si affrettò ad alzarsi e, scusandosi con Nick, lo lasciò solo al tavolo, promettendogli che sarebbe andata ad assistere all’accensione del villaggio di Babbo Natale la settimana seguente.

Solo una volta uscita dalla pasticceria, sotto i fiocchi di neve che cominciavano a scendere, Ally realizzò l’accaduto. Quel ragazzo, Nick, era davvero bello, se lo avessero visto Kat ed Emily di sicuro avrebbero iniziato a romanzare su di loro. E poi era stato così gentile con lei. Anzi, più che gentile, l’aveva riempita di complimenti e l’unica cosa che era stata capace di fare era stato rispondergli in tono brusco e frettoloso, almeno all’inizio, poi si era lasciata andare, avevano parlato delle loro nonne, delle loro passioni. Parlare con Nick si era rivelato più interessante di quanto avrebbe immaginato. Si capiva che lui avrebbe voluto rivederla prima della sera del musical e in cuor suo anche Ally lo voleva. Ripensò alla scossa che aveva sentito quando l’enorme mano di Nick aveva toccato la sua spalla, al suo sorriso, ai suoi occhi nocciola, a quel gesto che faceva con la mano quando parlava, all’ultimo sguardo che le aveva rivolto prima che uscisse dal locale. Al Diavolo Ally, si disse. Probabilmente è tutto un film che ti stai facendo nella tua testa.

Spero che questo racconto vi sia piaciuto. Il finale è aperto e il continuo è lasciato all’immaginazione del lettore. Io ci ho messo tutta me stessa e soprattutto tanto amore. Auguro a tutti di passare un sereno Natale. Ci rivediamo domani con il blog Nea: Nuova Ecologia Artistica.

Laura♡

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Calendario dell’Avvento – The Xmas Carols

Buongiorno,

❄~Ho appena aperto la settima casellina di The Xmas Carols di Shio e ho trovato una bellissima poesia, di Tuttolandia. Invito tutti a leggerla! Trovate il collegamento proprio qui sotto👇🏼. Ci vediamo domani con il prossimo contributo.~❄

Buona giornata,

Laura ♡

Settimo giorno di Calendario dell’Avvento ideato da Shioren (https://ilmondodishioren.wordpress.com), a cui partecipano diversi blogger con alcuni lavori personalizzati. E ancora una volta vi invito a seguirlo. E’ il mio turno…. non mancate di curiosare. Prossimo partecipante Keep calm and drink coffee   L’ALBERO E LA STELLA L’abete padrone della stanza si vezzeggia come una principessa […]

Calendario dell’Avvento – The Xmas Carols
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The X-Mas carols: Il maniscalco e il viandante

Buongiorno lettori e buon lunedì!

❄~Siete pronti per scoprire chi sarà l’ospite della sesta casellina di The Xmas Carols (ricordo che l’autrice di questa iniziativa è Shio)? Si tratta di Inchiostro noir. Ha scritto un racconto, ho iniziato a leggerlo ma siccome se continuassi perderei il treno, prometto di esprimere un breve commento più tardi.~❄

Buona giornata!

Laura♡

Ciao amici! Oggi tocca a me di proporvi il mio “Xmas Carol”, buona lettura! Fonte: Il mondo di Shioren Il maniscalco e il viandante Il vento soffiava attraverso le colline innevate e le foreste, portando con sé qualche fiocco di neve da spargere sulle case di legno e sui mantelli di lana dei pellegrini. Tutti […]

The X-Mas carols: Il maniscalco e il viandante
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The Xmas Carols #5 di Elena e Laura – Natale, neve e cioccolato

Buona domenica,

❄~Sono felice di aprire con voi la quinta casellina di questo meraviglioso calendario dell’avvento. Oggi ospitiamo il blog di due mie care amiche, che conosco ormai da due anni, Elena e Laura del blog Elena e Laura. Trovo il loro raccolto molto bello, d’altronde sono un’amante del Natale, delle conoscenze inaspettate e della cioccolata calda. Buona lettura! Vi lascio il collegamento qui sotto👇🏼. Mi raccomando, correte subito a leggerlo, merita davvero!~❄

Laura ♡

Buongiorno, amici! Eccoci al quinto appuntamento con “The Xmas Carols”! Oggi tocca a noi dare il nostro contributo e lo faremo con un racconto dal titolo “Natale, neve e cioccolato”. Ringraziamo Shio per questa bellissima iniziativa del Xmas Carols e vi diamo appuntamento a domani con il blog Inchiostronoir. Prima del racconto, ci presentiamo per […]

The Xmas Carols #5 di Elena e Laura – Natale, neve e cioccolato
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THE XMAS CAROLS, il mio contributo.🖤🌲

Buongiorno,

Quarta casellina, quarto blog, oggi tocca a Paola Pioletti.

Vi lascio il link qui sotto👇🏼

Ci ritroviamo domani con un altro bellissimo contributo, delle mie care amiche Elena e Laura.

Laura♡

Ringrazio https://ilmondodishioren.wordpress.com per aver ideato questo calendario dell’avvento che ci condurrà dritti, dritti sino al 24 Dicembre. Propongo una piccola rivisitazione de “The Christmas Carol” di Charles Dickens, un racconto fra i pochi che apprezzo e che per me ha un significato. Domani invece toccherà a Elena e Laura, due sorelle in una stanza di […]

THE XMAS CAROLS, il mio contributo.🖤🌲
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The Xmas Carols: Regalo di Natale

Buongiorno, eccoci alla terza casellina. Questa volta è il turno di Centoquarantadue. Ora sono a lezione ma prometto di leggere il suo racconto ed esprimere un breve commento.

Vi lascio l’articolo qui sotto👇🏼.

Laura♡

Quell’anno la neve era arrivata presto, prima del solito. Ne era caduta tanta e il piccolo paese in fondo alla valle assunse in breve l’aspetto magico e fiabesco di una cartolina natalizia. Le strade non tardarono a riempirsi di bambini festanti, impegnati senza sosta in innocue sfide all’ultima palla di neve. Tutto il paese era […]

The Xmas Carols: Regalo di Natale
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The Xmas Carols: Il buon Doriano

Buongiorno,

Procede The Christmas Carols, pensato da Il mondo di Shioren oggi è il turno di Il blog di Tony.

Ho letto il suo racconto e l’ho trovato molto carino e originale, un vero talento nel raccontare fiabe. Lo stile di scrittura rende la narrazione scorrevole e incalzante e nel mentre ho provato ad immaginarmi il quadro dell’ambientazione.

Vi lascio l’articolo qui sotto👇🏼.

Laura♡

Una piccola fiaba per allietare gli animi

The Xmas Carols: Il buon Doriano
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The Xmas Carols 🌟🎄

Buongiorno lettori,

Oggi inizia The Xmas Carols. La prima blogger a partecipare è Giada del blog https://multidimensionalart.home.blog/. Trovo la sua creazione molto carina. E voi? Vi lascio il collegamento all’articolo.

Buona giornata e buon 8 dicembre!

Ci vediamo domani con il Blog di Tony.

Laura♡

Salve a tutti carissimi lettori! Oggi inizia con il nostro blog la splendida iniziativa natalizia ideata dalla meravigliosa Anna Esse in arte Shio del blog Il Mondo di Shioren, alla quale parteciperanno tanti fantastici blogger che ci terranno compagnia ogni giorno fino al 24 dicembre con tanti bellissimi contenuti ricchissimi di creatività ispirati alle feste! […]

The Xmas Carols 🌟🎄

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La luce alla finestra, di Lucinda Riley

Buon sabato a tutti lettori!

Oggi andrò a recensire l’ultimo libro letto, uno dei tanti della Riley, ovvero La luce alla finestra. Devo dire che proprio questa mattina ho dato una accelerata alla lettura perché, davvero, verso la fine la narrazione diventa molto incalzante e il segreto che si cela alla base di questo libro ha reso la lettura molto interessante . I colpi di scena certamente non sono mancati ed è forse la cosa che ho apprezzato di più di questo romanzo. Sapevo sin dall’inizio che Lucinda non mi avrebbe deluso nemmeno questa volta e devo dire che la sua penna è riconoscibile tra milioni di libri e voglio dedicare un po’ più di spazio a questa recensione proprio perché credo che Lucinda lo meriti.

Riporto la trama

¤♡Émilie de la Martinière ha sempre subito il giudizio di sua madre, regina indiscussa della scena mondana parigina. Ora ha trent’anni, ma la freddezza mascherata dal lusso e dagli agi con cui quella donna superficiale e distante l’ha cresciuta è un fardello ancora pesante da portare. La sua morte risveglia in Émilie un groviglio di sentimenti contrastanti e dolorosi, soprattutto quando apprende di essere l’unica erede di un sontuoso castello nel Sud della Francia, un castello che nasconde le risposte a molti degli interrogativi che pendono sul suo passato: sarà un vecchio taccuino di poesie ritrovato tra quelle mura a metterla sulle tracce della misteriosa e bellissima zia Sophia, la cui tragica storia d’amore ai tempi della guerra ha segnato irrimediabilmente la sua famiglia. Una storia così intensa ed emozionante da spingerla a riconsiderare la sua vita e ciò che la circonda: perché all’improvviso continua a pensare a un uomo che ha appena conosciuto, proprio lei che si è sempre tenuta lontana dall’amore?Voce unica e inconfondibile della narrativa romantica, Lucinda Riley ha scritto un’altra storia d’amore e passione, una storia impetuosa tra passato e presente che incanta, travolge e rapisce.♡¤

In poco tempo si passa dall’improvvisa comparsa di Sebastian, un Principe Azzurro che salva Émilie, la protagonista, da una crisi dopo la morte della madre e soprattutto dalla gestione inaspettata del castello di Gassin, in Francia, ereditato dopo la perdita di entrambi i genitori.  Essendo l’ultima discendente, il destino della proprietà dipende da lei, e se rifiutasse di prendersi cura della ristrutturazione del castello, spezzerebbe secoli di tradizioni e soprattutto dovrebbe dire addio ai ricordi che le rimanevano di suo padre. Uno dei posti che preferisco del castello è la biblioteca, che custodisce più di 20.000 edizioni pregiate, con gli scritti degli autori più illustri di sempre. Ho immaginato che somigliasse un po’ a quella di La Bella e la Bestia.  Inizialmente sono rimasta delusa dal fatto che Émilie si sia subito innamorata di questo sconosciuto. Si è fatta ammaliare dal suo fascino e dalle sue vesti di eroe, ma io capivo che qualcosa non andava anche perché un libro di 500 pagine non può concludere la storia d’amore in meno di 50, così mi sono fidata dell’autrice e ho continuato la lettura. Devo dire che il passato di Émilie mi ha molto scossa e mi ha fatto riflettere su quanto alcune persone durante la Seconda Guerra Mondiale si siano distinte, anche se nel loro piccolo, per salvare la vita di diverse persone e abbiano combattuto rischiando la propria, se non per perdendola. Ho amato il personaggio di Costance, la nonna di Sebastian nonché amica di Eduard, il padre di Émilie. Ha dimostrato di essere una donna forte, tenace e di avere un cuore talmente grande e un coraggio così immenso che ho provato un grande sentimento di stima nei suoi confronti. Al mondo ci sarebbe bisogno di più donne come lei.

Un altro personaggio che ho amato fin da subito è il misterioso fratello di Sebastian, Alex. Non vi posso dire molto su di lui, ma per me è stato un colpo di fulmine, cosa che non è stata per la protagonista.

E poi c’è Sophia, sorella di Eduard e zia di Émilie, cieca dalla nascita e di cui la nipote non ha mai saputo nulla, perché il padre era troppo provato dal dolore per parlarne con la figlia. Sophia, per la mancanza della vista, ha sviluppato tutti gli altri sensi e soprattutto ha una dote artistica, scrive poesie e riesce a descrivere ogni tipo di sensazione attraverso le sue dolci parole. La luce alla finestra è proprio una delle tante poesie che la giovane ragazza ha scritto nel corso della sua vita, fin dalla tenera età. L’autrice ci regala qualche sua composizione tra un capitolo e l’altro. Lascio di seguito la poesia che da il titolo al romanzo:

La luce alla finestra

Assoluta notte
L’oscurità è il mio mondo
Pesante fardello
Non v’è luce oltre la finestra.

Giorno clemente
Una mano uscì dal buio
Sfiorò la stanza
E l’irradiò col suo tepore.

Crepuscolo imminente
Da te scaturiscono le ombre
Aleggia un segreto
Il cuore si scioglie e palpita.

Assoluta luce
L’oscurità era il mio mondo
E ora scintilla e brucia
E risplende, il mio amore per te.

Un altro punto che mi ha piuttosto toccata è un segreto che Émilie si porta dentro da quando ha tredici anni e che non è mai riuscita a confidare a qualcuno.

Consiglio la lettura a quelle persone che desiderano leggere un romanzo coi fiocchi, perché sì, Lucinda si è sempre spesa per i suoi libri, si è documentata, ha visitato i luoghi e conosciuto la storia di persone che sono vissute realmente, per aiutarsi a rendere il più credibile possibile la sua storia. Quindi merita, merita così tanto che alla fine di questo libro mi sono commossa, per lei, che anche se non è più tra noi, continua a vivere nei suoi romanzi e nel cuore di tutti i suoi fan.

Buona serata!

Stasera pizza del nonno, che bello!

Un bacio,

Laura

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Come una favola, di Danielle Steel

Buona domenica!

Oggi andrò a recensire l’ultimo libro letto, Come una favola, di Danielle Steel.

Riporto la trama.

♡~Camille ha avuto un’infanzia perfetta, circondata dall’amore e da ettari di vigneti nella bellissima Napa Valley, a nord di San Francisco, in California. Lì, tra dolci colline verdi e coltivazioni a perdita d’occhio, i suoi genitori, con dedizione e impegno, hanno dato vita a una rinomata azienda vinicola e una meravigliosa tenuta, ispirata all’antica proprietà di famiglia a Bordeaux. Ma quando, dopo la laurea, Camille torna a casa per aiutare a gestire Chàteau Joy, come ha sempre sognato, la favola s’interrompe bruscamente. La madre viene a mancare e, solo sei mesi più tardi, il padre si lascia ammaliare da una misteriosa e affascinante contessa francese. La donna sembra incarnare l’essenza della raffinatezza parigina, nascondendo però qualche ombra. Camille, ancora in lutto, è scioccata dal fatto che suo padre non riesca a vedere oltre gli sguardi seducenti, i vestiti firmati e le maniere eleganti, e che sia già pronto a rifarsi una vita. Così, mentre il suo mondo crolla, Camille dovrà fare ricorso a tutta la sua forza per riuscire a salvare la memoria e l’eredità della sua famiglia. Fortunatamente per lei, però, potrà contare su una gentile quanto inaspettata alleata, e su un amico d’infanzia riapparso nella sua vita proprio come un principe delle fiabe. “Come in una favola” ci ricorda come a volte, anche nella vita reale, e non solo nelle favole, il bene vinca sul male.~♡

Come una favola è narrato dall’autrice proprio come ci si aspetta che sia raccontata una favola, di quelle come Cenerentola. La parte iniziale è come sospesa su una nuvola, raccontata con molto distacco, proprio perché viene descritta la vicenda prima della nascita di Camille e dei suoi primi anni di vita, della malattia della madre Joy e del nuovo amore del padre Christophe. Anche se apparentemente questa tecnica di scrittura potrebbe sembrare freddezza, in realtà denota una grande capacità narrativa di Danielle Steel, motivo per cui leggerò altri suoi scritti.

Ho adorato tantissimo, oltre al personaggio di Camille, anche quello della madre di Maxine, la matrigna, ovvero Simone, un’anziana signora di 87 anni, che si è trasferita nella Napa Valley, dove sorge il castello di Christophe e che vive in un piccolo cottage poco lontano.

Il rapporto che si instaura tra Simone e Camille è proprio quello tra nonna e nipote, una nonna che la giovane ragazza non ha mai avuto e una nipote che Simone ha sempre desiderato.

Una cosa che avrei apprezzato sicuramente, è la parte romantica, la storia d’amore tra Camille e il suo principe azzurro. Ogni volta che voltavo pagina mi aspettavo un intensificarsi di quell’aspetto e ogni  volta rimanevo delusa.

Nonostante questa piccola mancanza, che è dovuta al mio spropositato romanticismo, ho adorato questo libro; una breve e bellissima favola, che preannuncia un seguito per i protagonisti ancora più bello.

Un altro elemento, che secondo me ha reso il tutto ancora più interessante, è l’ambientazione e il fatto che Christophe insieme a Joy abbia costruito l’azienda vitivinicola, il castello, trasmettendo tutto il loro amore alla figlia che un giorno avrebbe proseguito sulla stessa strada dei genitori.

Consiglio questo libro a tutte le ragazze che desiderano avere tra le mani una favola, di quelle semplici e delicate, che ti fa sognare un futuro da principessa. Perchè tutti alla fine, ci meritiamo un finale da favola!

Laura♡

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Ogni momento è prezioso, di Raphaelle Giordano

Buongiorno lettori,

Oggi andrò a recensire l’ultimo libro letto, ovvero Ogni momento è prezioso, di Raphaelle Giordano. Quando ho acquistato questo libro, ero entusiasta dalla copertina. Una ragazza su un tetto, aiutandosi con una scaletta, cerca di dipingere il cielo stellato. Anche il titolo non era da meno, è proprio vero che ogni istante è prezioso e la vita andrebbe vissuta cogliendo l’attimo (carpe diem).

Vi riporto qui la trama

♧●La felicità si nasconde dove non credi di trovarla. A volte bisogna accettare di perdersi per ritrovarsi. Lo sa bene Giulia che sul lavoro non riesce più a dare il meglio e a casa deve fare i conti con un figlio adolescente, indisciplinato e arrabbiato con il mondo. Finché, dopo l’ennesima mattinata storta, si ritrova a entrare in una singolare bottega. Un negozio pieno zeppo di oggetti strambi: orologi con dodici clessidre che segnano l’ora esatta, ma anche il tempo che fugge; fiori capaci di leggere e verbalizzare le emozioni; diffusori di profumi dei momenti speciali. Oggetti che sembrano inutili, anche se Basile, il proprietario, le promette di insegnarle a usarli per ritrovare la felicità e il benessere perduti. Giulia stenta a crederci. Poi, ripensandoci, decide di stare al gioco. In fondo, ha tutto da guadagnarci. Così, torna da Basile e si lascia guidare alla scoperta di nuovi orizzonti seguendo pochi e semplici consigli: non imbrigliare l’immaginazione ma lasciarla libera di esprimersi, non prendersi troppo sul serio, imparare ad accogliere ciò che è fuori dagli schemi ma ci fa stare bene. Giulia entra così in contatto con la parte più profonda e creativa di sé stessa e si rende conto che basta poco per tornare a comunicare con il figlio. Soprattutto impara che non esistono ostacoli troppo grandi se si trova il coraggio di andare oltre i propri limiti con audacia. Perché quando si prova a condire la vita con più pepe, ci si accorge che è possibile riconquistare la spensieratezza di quell’età dell’oro in cui sono gli altri a preoccuparsi e a prendersi cura di noi. “Ogni momento è prezioso” è una storia che ci insegna a cercare l’essenziale dove non pensiamo di trovarlo. A cambiare prospettiva per godere della meraviglia che si nasconde anche nei piccoli gesti quotidiani.●♧

La vicenda è narrata sotto diversi profili. L’unico a parlare in prima persona è Basile Vega, il proprietario di uno strambo negozio, il bazar della zebra a pois. Il resto è tutto in terza persona, secondo i punti di vista dei vari personaggi, Giulia, che lavora presso una ditta di deodoranti femminili, il figlio Arthur, che a scuola fa fatica a seguire il regole e prendere buoni voti, Louise, che fa di tutto per far approvare delle petizioni contro il bazar di Basile, Pollux, da sempre innamorato della sua collega Giulia, nonché altri personaggi. Questa volta questo stile mi ha solo confuso le idee e purtroppo non sono riuscita pienamente a entrare nella storia, tanto che a volte perdevo il filo del discorso, dimenticandomi chi stesse parlando.

Il mio personaggio preferito è Arthur, un sedicenne che non ha avuto un’infanzia felice, i suoi si sono separati quando lui era molto piccolo e suo padre non lo vede quasi mai. Arthur, a scuola, nonostante cerchi di impegnarsi, non riesce ad emergere, ma in compenso ha un talento innato per i graffiti, il suo nome d’arte è appunto Arth (un gioco di parole tra il suo nome e arte).

Poi c’è la storia d’amore tra Basile e Giulia. Devo dire, però, che io non mi sono innamorata di Basile, perciò ho solo provato tenerezza per la coppia, nulla di più.

Invece, sono stata conquistata dal rapporto che si è instaurato fin da subito tra Basile e Arthur, tra padre e figlio (anche se non biologico).

Consiglio questa lettura un po’ a tutti, perché seppur non mi abbia pienamente convinto, è piena di spunti filosofici che andrebbero colti, nel suo piccolo Raphaelle Giordano ti spinge a prendere la vita per com’è, a non accontentarti dell’utile, ma anche di quello che ti fa sorridere e stare bene, di vivere ogni istante come se fosse l’ultimo, perché, ogni momento è prezioso, ogni goccia che cade sull’orologio della vita è persa per sempre, se la si lascia andare via.

Laura ♡

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Il Paradiso delle Signore

Buon pomeriggio,

oggi vi voglio parlare del daily più amato dalle madri e nonne italiane, Il Paradiso delle Signore. Lo ammetto, ultimamente non lo seguivo più per diversi motivi. Prima di tutto perché l’orario in cui va in onda é molto scomodo per un’universitaria. Secondo, la storia scorre molto lentamente e i colpi di scena faticano ad arrivare. Nonostante questo ho sempre apprezzato la serie. La cosa che più mi piace è l’ambientazione, la Milano anni ’60, tra moda, amori, tragedie e fraintendimenti, niente di più azzeccato per una soap opera strappa lacrime. Sono consapevole del fatto che la maggior parte di voi non ama questo genere di cose e li capisco, ma che ci potete fare, è più forte di me. Mia nonna mi ha trasmesso la passione per le fiction della rai da bambina e da allora non me ne sono persa una.

Il Paradiso mi ha conquistata quando ancora era una fiction. Poi la produzione ha deciso di trasformare la serie in un appuntamento giornaliero e, visto il grande successo, ha proceduto così per ben 4 stagioni. Adesso andrò a parlarvi dei personaggi che più preferisco e che più ho amato.

Partiamo da Vittorio Conti, il proprietario del paradiso. Già conoscevo l’attore da un’altra fiction, La fiction per eccellenza, Un medico in famiglia. Poi il personaggio di Vittorio è presente fin dalla prima serie e nel corso degli anni il suo carattere non è mai cambiato, generoso, sempre solare, pronto ad aiutare gli altri e soprattutto a stravolgere tutto con le sue idee innovative.

Poi ci sono le veneri, la mia preferita è sempre stata Roberta, anche se ora non fa parte più del cast del Paradiso. All’inizio adoravo la coppia Roberta-Federico, ma poi è riuscita a conquistarmi anche quella Roberta-Marcello, ma anche in quel caso è finita male. Cosa si fa per amore! Anche perdere la persona che si ama pur di proteggerla e garantirle un futuro migliore. Roberta studia ingegneria, come me, e rappresenta la donna emancipata che fa dei passi verso il mondo lavorativo tipica di quei tempi, dove una donna che studia e lavora non era sempre ben vista.

Un altro personaggio che ho sempre amato è Salvatore. Mi ha sempre fatto ridere e mi è dispiaciuto tantissimo quando ha rotto con Gabriella. Lei all’inizio era la ragazza in cui mi immedesimavo maggiormente, piena di sogni da realizzare, romantica, solare, in cerca del vero amore, che però tardava ad arrivare. L’evoluzione del suo personaggio non mi è piaciuta, devo essere sincera.

Un personaggio che ho imparato ad amare con il tempo è l’attuale ragazza di Marcello, Ludovica Brancia di Montalto. Il rapporto tra i due non è per niente semplice perché provengono da due ranghi sociali diversi e la Contessa di Sant’Erasmo, Adelaide non ignora la cosa, e fa di tutto per allontanare la sua protetta da un misero cameriere di periferia, come lo definisce.

Ora sto recuperando le ultime puntate. Mi ha fatto piacere parlarvene e sarei felice anche di scrivere degli articoli su altre fiction, magari sulla seconda stagione di DOC che esce nel 2022, chissà.

Per il momento vi auguro un buon proseguimento di serata,

a presto!

Laura♡

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Schiaccianoci on Ice, il musical

Schiaccianoci-on-ice-arcimboldi

Oggi voglio raccontarvi un giorno di qualche anno fa. Se non sbaglio ero in prima superiore e mia madre per Natale mi aveva regalato un biglietto per assistere allo Schiaccianoci sul Ghiaccio, al Teatro Arcimboldi di Milano. Ho apprezzato tantissimo questo regalo e ancor di più il giorno dello spettacolo. Io e mia madre siamo entrambe due persone più che puntuali, soprattutto quando non conosciamo bene il posto. Perciò quel giorno eravamo in anticipo. quindi, prima di fare il nostro ingresso a teatro, abbiamo fatto tappa in una pasticceria sull’altro lato della strada. Abbiamo preso un pasticcino per una accompagnato da un ottimo cappuccino. Considerate che era fine gennaio e io personalmente (non so voi) in quel periodo dell’anno vivrei di cioccolate calde e pasticcini. trascorso un po’ di tempo in quel posto accogliente, siamo usciti dal locale per entrare nel teatro. Non so se voi avete mai avuto l’opportunità di andare a teatro a Milano, ma posso garantirvi che ci sono tantissimi teatri e io nel corso degli anni li ho visitati praticamente tutti, un po’ con la scuola, un po’ per mio personale interesse e ho intenzione di continuare a frequentarli.

In ogni caso, la hall del teatro era enorme e le luci creavano un’atmosfera teatrale ancor prima di entrare in sala. Abbiamo atteso circa una mezz’oretta prima che ci facessero entrare. Se non ricordo male, ci avevano assegnato dei posti sull’ala destra della platea. Inutile dire che il musical è stato pazzesco, i pattinatori erano dei veri professionisti e le scenografie erano mozzafiato, davvero curate nei minimi dettagli. Non ricordo nemmeno quante chiamate hanno avuto i performers alla fine dello spettacolo.

Questa è un’esperienza che vorrei tanto ripetere. Voi conoscete la storia dello Schiaccianoci? Avete mai visto dal vivo il balletto? Magari alla Scala di Milano?

Fatemi sapere!

Laura♡

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Lei

Addormentata sul letto di casa,

Accarezzata delicatamente dai raggi del primo mattino

Lei assorbe la natura in tutta la sua bellezza

Vede le sue amiche vicine di casa che man mano cambiano faccia

Lei non si può specchiare

Non può percepire questo cambiamento

Ma non può fare a meno di domandarsi cosa stia accadendo

Ha freddo, ha terribilmente freddo

Ma da dove viene quest’aria così gelida

che le soffoca il respiro?

I giorni passano

e lei si sente sempre più sola

Finché, in una mattina di pioggia,

anche lei raggiunge le sue amiche

Il volo, per quanto breve, è tormentato

L’atterraggio però è piacevole

su un soffice tappeto

Il suo destino è stato tracciato

Lei rimane colorata, particolare, preziosa

Nessuno le ruberà la sua secolare bellezza

Laura🍁