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Aggiornamenti

Buona domenica lettori,

Sì, lo so sono sparita, ma questa volta è una cosa definitiva. Purtroppo o per fortuna ho scoperto di trovarmi molto bene con la mia pagina Instagram in cui parlo di libri. Il blog è temporaneamente sospeso, non è detto che un giorno o una volta ogni tanto decida di scrivere un articolo perché ne sento la necessità.

La sessione è andata bene, ho dato quest’anno 7 esami su 8. L’ultimo lo do a settembre. Sono in Sicilia ormai da una settimana, ma avevo già trascorso una settimana qui per la Cresima di mia cugina (tra l’altro le ho fatto da madrina) i primi di luglio.

Ora passo le giornate a leggere, al mare, a editare video e post per tiktok e Instagram e così le giornate passano.

Io vi invito con tutto il mio cuore a seguirmi su Instagram o tiktok. Voglio portarvi con me, perché siete stati un bellissimo capitolo della mia vita.

Un bacio,

Ditemi dove trascorrete quest’estate🏖☀️

Laura♡

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Diana, la ragazza dalla penna d’oro

Ora scoprirete finalmente come mai il mio soprannome è sempre stato dia43 e come mai mi sono spesso firmata La ragazza dalla penna d’oro.

Buona visione, dovete aver installato Adobe Spark per guardare il video. Se avete problemi fatemi sapere e provvedo. Intanto lascio qui il testo scritto.

🐬~♡Marzo 1985♡~🐬

Diana correva in riva al mare. Il vento era alto quel giorno e i suoi capelli, lunghissimi, ricci e neri come il nero di seppia che cucinava Cassandra erano scaraventati da una parte all’altra secondo una sorta di danza armoniosa. A Diana piaceva correre. La faceva sentire libera. Poi si tuffò in acqua e iniziò a gettare schizzi da ogni parte. Per fortuna arrivò sua madre a recuperarla. “Diana, ma che fai, non è ancora iniziata la primavera. Fa troppo freddo per entrare in acqua e poi sei tutta vestita. Vieni qui, fatti asciugare. »

“Si mamma» disse Diana avvicinandosi alla madre.

Dafne, la madre di Diana, era abituata a vedere la figlia che scappava per andare al mare. Era diventata ribelle non appena era uscita dalla sua pancia e aveva potuto iniziare a camminare sulle sue gambe. E ora, che aveva già sette anni, il tempo le sembrava sfuggito di mano. «Ora torniamo a casa e ti faccio preparare un bel bagno caldo da Cassandra, d’accordo. »

«Sì, mamma. Domani andiamo a fare un giro in barca, io te e papà? »

«Ma certo mia cara. Dobbiamo solo vedere se papà non ha da lavorare, ma se non è domani sarà un altro giorno”

«Va bene, l’importante è che ci andiamo. Te l’ho detto che io sono una sirena? Anzi, sono la dea dell’acqua e diventerò regina di Corfù. Esiste già una regina a Corfù»

«No»

«Allora sarò io la prima regina» disse Diana ridendo.

«Sei già una bellissima principessa, ti basta crescere per diventare regina»

Come promesso, Cassandra le fece trovare una vasca piena di acqua calda al suo ritorno e per cena venne servito il piatto preferito di Diana, gli spiedini di pollo alla greca con tzatziki. Finì subito il piatto e poi si rifugiò in camera sua. Voleva appuntarsi tutte le emozioni e le sensazioni che aveva provato quel giorno. Doveva anche ricopiare in bella una breve poesia che aveva scritto in riva al mare. Diana amava scrivere, soprattutto poesie. Il suo maestro di lettere le diceva che era portata per la scrittura e che non dubitava che quando sarebbe diventata grande i giornali avrebbero parlato di lei e del suo talento. In effetti, a soli sette anni, già scriveva storielle molto carine e poesie altrettanto belle. Si mise il pigiama, si infilò sotto le coperte, sistemò bene il cuscino e iniziò a scrivere il suo diario. Ne teneva uno per ogni anno, ormai da quando aveva cinque anni. All’inizio erano solo disegni e qualche parola, ma ora stavano diventando sempre più ricchi.

Il giorno seguente, come le era stato promesso da sua madre, tutta la famiglia lasciò Corfù per fare un giro in barca. Quel giorno fu diverso dagli altri, tanto che Diana non riuscì ad aspettare e appuntò subito uno schizzo di ciò che aveva visto. Quando la famiglia si era allontanata abbastanza dalla costa comparvero tre delfini. Diana rimase ammaliata da questa sorpresa. Fino ad allora li aveva visti su alcuni libri di animali che leggeva o in alcuni cartoni. Era felicissima. Anche se quell’attimo era durato poco, perché i delfini erano subito andati via, sapeva che avrebbe portato con sé quel ricordo per sempre. «Papà, papà» chiamò forte Diana «Sbrigati e scatta una foto prima che scompaiano. »

Il padre prese la sua macchina fotografica, che era poggiata alla sua destra e scattò una foto, che poi avrebbe fatto stampare e che in seguito Diana avrebbe inserito nel suo terzo diario.

«Grazie papà, ti voglio bene. Voglio bene anche a te mamma, siete dei bravi genitori. Ma quando io divento grande, come faccio ad avervi con me per sempre. La nonna è molto vecchia e malata e il medico dice che tra poco morirà»

«Questo chi te l’ha detto?» chiese la madre, spaventata che Diana lo fosse venuta a sapere.

«Ho sentito che lo diceva a papà l’ultima volta che è venuto a visitare la nonna. Quindi, quando lei morirà, tu mamma non potrai più abbracciarla. Anche tu morirai e io non ti potrò più abbracciare? »

«Tesoro, sì, tutti prima o poi moriamo, ma accadrà tra molto, molto tempo e tu sarai abbastanza matura da superare il dolore più grande, capito? Non devi essere triste già adesso, la vita è lunga e vedrai che la renderemo il più divertente possibile. Mi sembra il caso di dare la buona notizia a Diana adesso. Quest’estate andremo in Sicilia. Il maestro ci ha raccontato che quando ha fatto la lezione di geografia sulla Sicilia, tu sei rimasta colpita dalla sua bellezza»

«Sì, mamma, grazie. È vero, mi piacerebbe tanto andare in Sicilia. È molto simile alla Grecia, ma ancora non la conosco. »

«E dimmi, dove ti piacerebbe andare di preciso?»

«A Taormina, o alle isole Eolie, oppure a Siracusa. Non lo so mamma, la vorrei vedere tutta, posso?»

«Vediamo cosa riusciamo a fare»

Poi il padre aggiunse: «Per te tutto, amore mio».

Quell’estate alla fine riuscirono a girare cinque città della Sicilia. Andarono a Taormina, videro alcune isole delle Eolie e poi Siracusa, Agrigento e fecero anche un escursione sull’Etna. Alla fine della vacanza Diana, che ormai aveva compiuto otto anni, scrisse un libro, sotto forma di pagine di diario, dove parlava della sua avventura in Sicilia, dei bei posti visitati, e delle persone conosciute lì.

Diana crebbe e più tempo passava più si legava all’isola e più scriveva più la gente si accorgeva del suo talento. Le gite in barca non mancavano. I suoi genitori l’estate precedente le avevano fatto fare un giro di tutta la Grecia. Erano passati da Creta, Santorini, Atene, Delfi. Tutta la costa e l’entroterra orientale, da lei mai visto prima. Aveva tredici anni e già stava prendendo le sembianze di una vera signorina. Alle lezioni prendeva sempre ottimi voti. Nell’isola tutti la chiamavano la ragazza dalla penna d’oro, nome alquanto carino per una ragazzina che scrive in ogni momento della giornata. Però c’erano alcune pagine che scriveva che non voleva fare leggere a nessuno. L’unica persona era la sua amica Atena. Si conoscevano fin da quando erano bambine e Atena era per lei come una sorella. Le ragazze trascorrevano molto tempo insieme, chiuse nella stanza a ridere e scherzare o a correre sulla spiaggia. Avevano creato un loro linguaggio segreto, fatto di segni e codici segreti. Avevano creato un intero nuovo alfabeto dove ogni lettera era associata ad una pianta o ad un animale. A seconda del colore veniva espressa un’emozione diversa e invece di scrivere da sinistra a destra, scrivevano dall’alto verso il basso. Quando Diana doveva dare delle spiegazioni diceva sempre “Per me le parole cadono dal cielo, è da lì che prendo ispirazioni»

Quando a dodici anni Diana mostrò il nuovo alfabeto ai genitori, questi ultimi rimasero increduli. Lo fecero vedere anche al maestro che pensò che Diana avesse una mente molto complessa e una fantasia non da poco. Perciò decisero di aggiungere una nuova materia al programma scolastico, ovvero la materia fantasia, dove Diana avrebbe potuto leggere le sue poesie al maestro e lui le avrebbe dato consigli su come migliorare.

A quindici anni Diana aveva scritto il suo primo vero libro. Dopo averlo fatto correggere al suo maestro, cercarono una casa editrice nella zona che fosse disponibile a pubblicare il suo libro. Sapevano che c’erano ancora alcune imperfezioni, ma erano certi che quando la gente avrebbe saputo chi c’era dietro quelle pagine, ovvero una ragazzina greca di soli quindici anni, allora avrebbero fatto a gara a comprarlo, solo per pura curiosità di testare il suo talento. E infatti così fu. Diana non poteva nemmeno uscire di casa che tutti la riconoscevano e le facevano i complimenti. Ovviamente lei era orgogliosa di sé, non poteva negare che era brava. Più veniva apprezzata e più lei scriveva. Scriveva la mattina presto prima di iniziare le lezioni, prima do pranzo dopo aver finito quelle del mattino, la sera tardi prima di addormentarsi. Insomma, ogni volta che trovava un buco disponibile, scriveva. In tutto questo i suoi genitori erano molto presenti. Sua madre, in modo particolare, era come la sua prima critica. Con Atena invece si faceva venire le idee più belle. Atena era molto brava a disegnare perciò, per ogni storia che Diana scriveva, lei realizzava un dipinto. Per il suo talento l’anno seguente sarebbe partita per la Francia a studiare in una scuola d’arte di grande fama. Quando Diana apprese la notizia ci rimase davvero male. “E io come farò senza di te, qui ho solo te come amica» disse lei quella volta.

«Non è vero, hai tanti amici. Io ero la migliore, ma nell’isola tutti ti conoscono e ti ammirano»

«Ma io voglio solo te. Chi mi farà i dipinti per i miei racconti»

«Quando li pubblicherai, io da Parigi li leggerò e poi ti spedirò i miei disegni»

«Certo, mi mancherai Ati.»

«Anche tu, Dia” le due amiche si abbracciarono intensamente. Trascorsero l’ultimo anno insieme facendo più cose possibili. Non volevano sprecare il poco tempo a loro disposizione.

«Quando avrò finito l’accademia potrò tornare se vorrò. E poi tutte le estati verrò qui al mare.» Diceva Atena sempre per consolarla.»

Quando arrivò il giorno della partenza, prima di salutare definitivamente la sua unica vera amica, Diana le consegnò un libricino, tutto scritto con il loro alfabeto segreto. “Te lo ricordi, era il nostro linguaggio segreto. Ho fatto fatica a ricordarmi tutto, dato che sono passati un po’ di anni, ma alla fine è stato facile riprendere ad usare questa scrittura. Fai buon viaggio e divertiti a Parigi. Non vedo l’ora di sentir parlare dell’artista più famosa di tutta la Francia.»

«E io di te, famosa in tutto il mondo»

«Sei sempre esagerata Ati»

«E tu sei speciale»

«Vieni qui» un altro intenso abbraccio. Le due amiche non si erano mai separate fino ad allora. Erano praticamente nate insieme e cresciute insieme, come sorelle. La lontananza avrebbe fatto soffrire entrambe. Ma il pensiero che l’una e l’altra avrebbero fatto ciò che desideravano fare, le rendeva comunque felici.

Dopo la partenza di Atena, Diana riprese la vita di prima. Andava sempre a lezione, scriveva romanzi e poesie e per colmare il vuoto creato dalla sua amica cercò di seguire il talento di Atena. Si iscrisse ad un corso sulla lavorazione della ceramica. Si realizzavano vasi e a volte anche gioielli con altri materiali. Si scoprì brava anche in questo mestiere. Forse era solo la passione che rendeva talentuose le persone e in quel momento Diana si sentiva di poter fare di tutto. Casa sua, in modo particolare la sua cameretta, si riempì di vasi, soprammobili, oggetti piccolini simili a bomboniere, insomma, le pareti faticavano a respirare.

Diana crebbe ancora. Aveva sedici anni e si diceva che fosse la ragazza più bella di tutta l’isola. Quell’estate sarebbe andata in Francia a trovare Atena. Le due amiche si sentivano spesso. Quando poteva Atena veniva a Corfù, ma Diana non era mai riuscita ad andare a Parigi. Quell’anno pero l’avrebbe fatto e non vedeva l’ora.

L’estate si avvicinava e Diana stava lavorando per un nuovo romanzo. Continuava a studiare anche perché l’anno dopo sarebbe dovuta andare ad Atene per sostenere l’esame di maturità. Non era affatto preoccupata, anche perché continuava ad avere ottimi voti. Le piaceva studiare. Da grande avrebbe voluto viaggiare e visitare ogni angolo del mondo. Da quella volta che i suoi l’avevano portata in Sicilia le si era aperto un mondo. Una volta presa la maturità sarebbe partita per il Sud America. Amava gli ambienti esotici e tutta la fauna del luogo.

Un giorno di primavera sua madre entrò in camera sua portandole la colazione. «Buongiorno amore mio, buon compleanno»

«Grazie ma, non c’era bisogno.»

«Ti ho portato i biscotti all’anice, i tuoi preferiti»«Allora hai fatto bene»

«Come ci si sente ad essere diciassettenne. Sei una donna ormai»

«Fa un bell’effetto ma. Stavo pensando ad Atena. Aveva promesso che ci sarebbe stata oggi»

«Lo so cara, ma avrà avuto un contrattempo all’accademia.»

«Si, ma è un giorno importante e non capita tutti i giorni di compiere diciassette anni»

«Proprio per questo oggi faremo una cosa insolita.»

La curiosità di Diana crebbe non appena sentì le parole di sua madre: “Sarebbe? »

«Ti ricordi che quando avevi sei anni abbiamo visto i delfini? »

«E come dimenticarlo, solo che non sono più tornati.»

«Questa volta però sì. Tuo padre mi ha detto che li hanno avvistati dei pescatori l’altra notte.»

«Davvero? Non ci credo. Tirami un pizzicotto, sto sognando”

«Sognerai stanotte. Ora alzati e preparati, partiamo tra poco.» Sua madre le si avvicinò per darle un bacio in fronte, ma si accorse che Diana scottava. “Tesoro sei caldissima. Ti faccio portare un te caldo e delle bende fredde. Hai la febbre e anche alta.»

«E i delfini?»

«I delfini li vedremo un altro giorno. È più importante la tua salute.»

«Ma io sto benissimo, vedrai che l’aria di mare mi guarirà»

«Invece io credo che ti prenderesti una polmonite»

«Allora andate voi, non voglio che rinunciate per me e poi voglio una foto dei delfini»

«Ma è il tuo compleanno»

«o starò con Cassandra e non appena troverete un delfino, tornerete da me e festeggeremo tutti insieme»

«D’accordo. Ma se per l’ora di pranzo non avvistiamo alcun delfino, io e tuo padre torniamo indietro.»

«Va bene ma»

«Mangia i biscotti, Cassandra li ha sfornati stamattina.»

Sua madre uscì dalla stanza e richiuse la porta alle sue spalle.

Erano le due passate e i suoi genitori non erano ancora tornati. Diana non era preoccupata, ma, anche se aveva detto ai suoi di fare comunque il giro in barca, li voleva lì con lei a casa.

Quando si fecero le cinque del pomeriggio, Cassandra senza dir niente a Diana, per non farla preoccupare ulteriormente, chiamò un pescatore di sua conoscenza e gli chiese di uscire in barca a cercare i genitori di Diana.

Ulisse, il pescatore, dopo ore di ricerca non riuscì a trovare nessuno. In realtà tornò con una giacca. Cassandra impiegò un attimo per capire a chi apparteneva. Le venne un nodo in gola che le bloccò il respiro. Ormai era chiaro quello che era successo. Nonostante fosse primavera quel giorno c’era particolarmente vento, ma la bandiera non era rossa. E poi il padre di Diana era uscito in barca infinite volte, aveva affrontato viaggi molto più lunghi e pericolosi lontano dalla costa corfiotta. Non si spiegava il seguito degli eventi. Non c’era stato un temporale e il mare non era particolarmente agitato. Non c’era più tempo per pensare. Intanto Ulisse si avvicinava con quella maledetta giacca in mano, fradicia, impregnata dell’acqua che aveva, no, non riusciva nemmeno a farle scorrere dentro alla sua mente quelle parole. Magari non era la sua o magari un colpo di vento, dal bordo della barca, l’aveva sbattuta in mare. Le parole di Ulisse furono taglienti come coltelli: “Cassandra, sono tremendamente dispiaciuto. Non sono riuscito nemmeno ad avvistare la barca dei genitori di Diana. Non vorrei dire una cosa crudele, ma suppongo che non ce l’abbiano fatta. Oggi il tempo sembrava essere non poi così cattivo, ma a volte inganna. Oltre al questa giacca ho visto una parte dell’imbarcazione spezzata che sicuramente apparteneva alla loro. La riconosco perché ogni anno mi occupo di controllare la manutenzione delle barche. Mi dispiace tanto, davvero, ma credo che non ce l’abbiano fatta»

Cassandra faticava a parlare e ogni tanto singhiozzava: «Perché la morte se li è portati via così, oggi, il compleanno della loro bambina. Io non ho la forza di dirglielo.» E cadde sulla spiaggia svenuta.

Gli occhi di Cassandra incrociarono quelli di Diana, già in lacrime perché aveva capito tutto. La ragazza corse nella sua stanza e rimase lì chiusa per giorni. Non mangiava, non dormiva e da quel primo momento non riusciva nemmeno più a piangere. Il dolore era arrivato così improvvisamente che Diana non aveva avuto il tempo di capacitarsi dell’accaduto. Passava intere giornate seduta sul letto a fissare un punto sul soffitto. Non apriva bocca da giorni, non parlava nemmeno con Cassandra. Dopo una settimana venne organizzato il funerale, senza i corpi ritrovati ovviamente, ma Diana non volle andare. Per un mese intero non parlò. La situazione sembrava alquanto preoccupante. Cassandra soffriva quanto lei e non poteva vedere la ragazza così chiusa nel suo dolore. Alla fine i medici pensarono che servisse un bel ricordo, qualcosa che le piacesse fare davvero per farla tornare almeno a parlare e a mangiare un po’ di più. Così Cassandra pensò di far venire Atena che non era ancora al corrente della tragica notizia. Appena lo venne a sapere, si precipitò sull’isola per aiutare la sua unica e grande amica, Diana. Inizialmente Diana non riusciva a parlare nemmeno con lei. Ma poi Atena la fece sorridere e le due ripresero a comunicare con il loro linguaggio segreto. “Dia, non posso vederti così. Mi sento così in colpa. Ti avevo promesso che sarei venuta per il tuo compleanno e invece…”

«La colpa è solo mia Ati. Stavo male, ma sarei dovuta comunque uscire in barca con loro e non pensare a quei maledetti delfini, io e le mie fissazioni»

«Forse non serve pensare a come sarebbero potute andare le cose. È il destino che conduce le nostre vite, forse non potevamo evitarlo. Io sono qui adesso e non me ne andrò più.»

«E gli studi?»

«L’accademia può aspettare. Ora voglio che tu torni a sorridere e a scrivere.»

«No, quello mai più. Ci ho provato i primi giorni. Volevo esprimere il mio dolore, ma niente. Ho come perso tutto.»

«Non dire questo. Forse adesso ti sembra così, ma vedrai che con il tempo.»

«Vedrai cosa? Che le cose si sistemeranno, che tornerò ad essere felice e che mi dimenticherò di mamma e papà? No, questo mai. Sono morta anch’io con loro. Il mare ha rapito anche la mia felicità»

Atena non sapeva più cosa risponderle, così preferì abbandonare la stanza e lasciarla da sola.

I giorni passarono e poco a poco Diana si riprese. Atena sarebbe ripartita all’incirca una settima dopo, ma avrebbe posticipato la partenza nel caso Diana si fosse sentita male o si fosse richiusa in se stessa. Diana mangiava pasti regolari, usciva all’aria aperta a fare lunghe passeggiate, aveva ripreso il corso di ceramica, ma non scriveva. Non aveva più scritto un suo pensiero da quel giorno, il giorno della fine per lei. Atena così partì e Diana poco a poco riprese la vita di prima, senza i suoi genitori però. A tavola faceva lunghe chiacchierate con Cassandra e in certi momenti, anche se per pochi istanti, le tornava il sorriso. Però, se la domestica nominava la scrittura e i suoi libri, Diana cambiava argomento. La ragazza dalla penna d’oro era caduta in un sonno profondo, tanto profondo che sembrava non potesse più guarire. Un giorno però finalmente si sarebbe risvegliata.

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Laura reads and dreams

Buon fine settimana a tutti. Vi annuncio che ho aperto una pagina Instagram dedicata alle letture. Per ora sposterò i miei contenuti su questa piattaforma e un po’ meno sul blog. Vediamo come andrà. Vi chiedo solo una cosa, il vostro supporto. Grazie

Laura.reads_and_dreams

Laura

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Spunti di lettura

Il sogno di Charlotte

Chi di voi è a conoscenza del mio racconto Il sogno di Charlotte. Non sapete di cosa sto parlando? Ma vi interessa leggere una storia semplice, ambientata un po’ nel presente e un po’ nel passato. Tra Parigi e New York. Con segreti e conoscenze inaspettate? Ecco forse posso regalarvi qualche piccola emozione.

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Caro diario 8/06/2022

Caro diario,

È da diverso tempo che non mi sfogo scrivendo e forse necessito proprio di farlo.

Ho la mente annebbiata da ansie e paure, da troppe cose da fare e poche concluse. Purtroppo non mi trovo nel periodo più tranquillo della mia vita. Sono entrata in sessione e tra una settimana devo dare tre esami di seguito. Esami che non sono nemmeno una passeggiata. Ma mi chiedo, ce la farò? Oppure sto investendo il mio tempo in qualcosa che presto diventerà cenere? Mi auguro di no, perché nonostante tutto ci ho messo tutta me stessa. E per una volta nella vita posso dire di essere stata brava. Mi sono impegnata con costanza, non solo nello studio, ma anche nel recuperare pezzi di me che avevo perso, a ricostruire il mio benessere e la mia serenità, a ritrovare quella voglia matta di mettermi in gioco e di curiosare come una bambina. Spero solo che tutti questi miei sforzi, questa mia costanza, vengano in qualche modo ripagati.

Laura

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Ninfa dormiente, Ilaria Tuti

Buongiorno lettori. Oggi torno a recensire un libro. Ho letto tanto in questi mesi di assenza. Vi elenco qualche titolo. L’inverno dei leoni (secondo capitolo della saga I Leoni di Sicilia di Stefania Auci), Il cavaliere d’inverno, Quando le montagne cantano, Poirot sul Nilo di Agatha Christie, Ho cercato il tuo nome di Nicholas Sparks. Insomma ho letto nonostante il mio periodo di stop qui sul blog.

Oggi però voglio parlarvi della lettura più recente, Ninfa dormiente, di Ilaria Tuti, il secondo caso del commissario Teresa Battaglia. Ho letto il primo, Fiori sopra l’inferno molti anni fa, forse tre anni fa circa e ricordo che mi aveva preso tantissimo il caso. Trovate la recensione qui.

Fiori sopra l’inferno

Questa volta vi anticipo che non è stato così, o meglio, il libro mi ha preso, ma non per il caso da risolvere, ma per la storia privata del commissario e dell’ispettore Massimo Marini.

Vi lascio qui la trama.

Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne.

Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno.

Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.

Ilaria Tuti è molto brava a ricreare l’atmosfera da thriller, ma non solo. È anche molto talentuosa nello scavare a fondo nella mente dei suoi protagonisti e questo è forse l’aspetto che apprezzo di più del suo stile.

Le scene e le ambientazioni sono descritte in modo impeccabile. Le idee, gli indizi sono a dir poco geniali, anche se come vi ho anticipato poco fa, non mi hanno convinta del tutto. Ora vi spiego perché. Penso che l’autrice si sia lasciata troppo trasportare, esagerando e cadendo nel macabro, cosa che può piacere oppure no. A me personalmente ha leggermente disgustato.

Consiglio questo libro perché è bellissimo. E vi consiglio di iniziare dal primo ed è per questo che non vi dico altro sulla trama, altrimenti farei troppi spoiler sul primo. C’è anche il terzo caso, Fiore di roccia, io aspetterò qualche tempo prima di affrontare questa lettura.

Voi conoscete questa autrice? La trama vi ispira? Fatemi sapere nei commenti.

Buon inizio settimana,

Laura

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Una gita in montagna

Buona domenica lettori. Questa mattina voglio regalarvi un assaggio dei sapori più belli della montagna. Sono stata, come vi avevo anticipato in un articolo precedente, in Trentino, precisamente in Val di Fassa, in un piccolo paesino vicino Moena.

Non ci sono parole per descrivere l’emozione che ho provato costantemente questi quattro giorni. Dovete sapere che è raro che io vada in montagna, ma non perché io non voglia, ma perché mio padre è amante della spiaggia con lettino, ombrellone e tanto di servizio. Per lui la vacanza significa questo. Per me invece può essere questo, ma è anche avventura, esplorazione di nuovi posti, provare nuove emozioni.

Vi lascio qualche foto scattata in questi giorni e nel mentre vi riassumo le nostre tappe.

Giorno 1: Val di Fassa, salita nel bosco e passeggiata nella valle.

Giorno 2: Val San Nicolò.  Obiettivo, raggiungere le cascate.

Giorno 3: percorso avventuroso a Passo Sella, con viste spettacolari.

Giorno 4: ancora da vivere, ma vi farò sapere.

Ho capito dopo questi giorni bellissimi, che non posso privarmi della felicità che la natura stessa potrebbe regalarmi. Mi focalizzo troppo su obiettivi che a distanza di tempo perdono di importanza. È vero, devo studiare con costanza per prendere bei voti all’università e garantirmi un futuro solido, ma non è questa la vita vissuta. Quindi, prenderò come costante e promessa per la mia felicità, fare una vacanza, anche breve, qualche tempo prima l’inizio di ogni sessione.

E voi, cosa mi raccontate. Siete mai stati in questi posti?

A presto,

Laura

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Auguratemi buona fortuna

Cari amici lettori, intanto vi volevo dire grazie. Grazie perché non avrei mai immaginato che dopo cinque mesi di assenza, poteste essere ancora così presenti e calorosi nei commenti. Sappiate che con i vostri messaggi mi avete fatta sorridere e sentire importante.

Oggi però la mia testa è agli strumenti di regolamentazione, tasse, standard, sussidi, permessi, ai metodi di valutazione edonica, contingente, del costo di viaggio, alla teoria dei giochi, Equilibrio di Nash e quant’altro. Esatto ho un esame di economia, precisamente economia ambientale.

Voi sapete cosa studio? Vi piacerebbe in un futuro che dedicassi una intera parte del blog alla mia vita in università?

Intanto vi auguro una buona giornata, che sia migliore della mia!

Laura

P.S. stasera parto per la montagna ⛰ però.

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Un saluto

Buongiorno lettori, come state? Quanto tempo è passato dall’ultima volta in cui vi promisi tante cose, quelle promesse che purtroppo non sono riuscita a mantenere. Un po’ perché la sessione prima e la ripresa delle lezioni in università dopo mi toglievano molto tempo, un po’ anche perché ad essere sincera non me la sentivo più di espormi così tanto. Chi mi segue da più tempo, saprà di questi miei periodi di incostanza sul blog, motivati dalla profonda insicurezza. E posso dirvi che ci sono voluti cinque mesi pieni per riacquistarla. Ogni volta che esco da questo tunnel di paure e insicurezze, mi sento come una nuova me, di aver fatto un altro piccolo scalino della gradinata che porta alla felicità.

Sono passata per salutarvi perché penso sia giusto darvi una spiegazione riguardo alla mia assenza. Non so quando e se ritornerò, ma sappiate che vi seguo, che non dimentico l’affetto che mi avete donato nel periodo di Natale e che vi porterò sempre nel mio cuore.

Laura

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Tra Savoca e Scaletta Zanclea

Buonasera lettori,

Oggi arrivo tardi, ma ci sono. In questo articolo vorrei proporvi piccoli assaggi della mia amata terra, la Sicilia. Nella mia presentazione si legge che in questo blog avrei parlato della Sicilia. Qualche mese fa ho pubblicato un articolo su Villa Muscianisi , a Milazzo, una villa abbandonata abitata da un folletto misterioso. Oggi invece vi racconterò qualcosa di meno macabro, o quasi (solo per un piccolo dettaglio). La Sicilia non è solo mare, è anche ricca di storia, racchiusa nelle vie dei borghi dell’entroterra e di quelli che affacciano sul Mediterraneo. Il mio posto del cuore è Erice, appena sopra Trapani. Oggi invece ho visitato Savoca e Scaletta Zanclea, oltre che la città di Messina.

Cosa mi è rimasto di Savoca:

I gatti. Vi giuro, era pieno di gatti, ma troppo belli. Siamo entrati nei cuori di una gattina dal pelo grigio e striato, un amore.

Il pane farcito appena sfornato. Abbiamo pranzato con del pane caldo caldo. Siamo stati attirati proprio dal suo profumo.

Savoca
Savoca

Cosa mi è rimasto di Scaletta Zanclea:

Il panorama. La foto parla da sola.

Scaletta Zanclea
Scaletta Zanclea

Mio zio che citofona alla casa di una vecchietta per chiedere informazioni sul castello.

Le frasi scritte con i chiodi alle porte delle case abbandonate. Una di queste recitava Cogli per me il fiore che cresce sulla cima del castello.

Di Messina invece mi è rimasto il Duomo, l’orologio astronomico e la ruota panoramica.

Avete mai visitato la Sicilia? Io la riscopro ogni volta e la trovo sempre più bella.

Laura♡

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GDL, Orgoglio e Pregiudizio

Buongiorno a tutti,

Oggi un saluto veloce. Volevo condividere con voi una nuova iniziativa alla quale ho aderito. Partecipo ad un gruppo di lettura di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen. Tempo fa lessi Emma, che non mi convinse del tutto, criticai il libro sotto diversi punti. Pensate che quando la Austen iniziò a scrivere aveva più o meno la mia età😊. Voi avete letto qualcosa di questa autrice?

Ancora buon Anno,

Laura♡

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Preparando i bagagli per il 2022

Happy New Year 2022, hope for success in every field this year like  education, career and business - नव वर्ष 2022 इस राशि वालों के लिए शुभ,  शिक्षा, करियर और व्यापार हर

Quest’anno ormai è giunto al termine. è inutile elencare i motivi per cui questi mesi non sono stati come ce li saremmo aspettati il 31 dicembre del 2020. Il 2021 doveva essere l’anno di rinascita, ora si affida questo compito al 2022, ma la verità è che quando ne usciremo, non sarà per merito nostro, ma solo perché quella fase della storia sarà terminata. E ne seguirà un’altra, che ci colpirà in un punto diverso e noi ci faremo trovare nuovamente impreparati. Siamo stanchi, siamo stufi, ci sputiamo il male l’uno contro l’altro, ci affatichiamo per cercare una soluzione lì dove non c’è. Ci sorridiamo a Natale, ci mandiamo i messaggi di auguri, quando del Natale ormai non è rimasto più nulla. Nulla che possa chiamarsi tale. Io so che chi mi legge condivide il mio pensiero. Qui sul blog ho trovato la mia cura, ho trovato persone che mi ascoltano, che la pensano come me, che come me hanno sogni, che come me hanno affrontato moltissime difficoltà, e come me ne sono usciti fortificati. Il sostegno e l’affetto che ho ricevuto da voi negli ultimi mesi è stato il più bel regalo che potessi desiderare. Il riscontro dopo la pubblicazione del mio racconto è stato talmente positivo che arriverà il lieto fine per Ally. Io mi sono sentita per una volta capita, apprezzata, ho compreso che l’amore che dedico ai miei articoli e ai blogger che seguo, oltre ad essere gratuito, è ricompensato, da voi, dai vostri messaggi, dai vostri contributi, dal vostro esserci, seppur non di persona. WordPress mi ha fatto capire il lato bello dei social, seppur con le sue ristrettezze e complicanze.

Grazie.

Caro 2022,

ci sono molti sogni che vorrei veder realizzati sulla tua Isola. Ogni anno cambiamo isola, ricominciamo il nostro viaggio daccapo, ma in realtà ogni nuovo inizio è sempre più vicino alla meta, la speranza (o la morte per chi ha il coraggio di chiamarla per nome). Sono alle prese con gli ultimi preparativi per la partenza di domani. Ho già chiuso la valigia. Dentro ho racchiuso tutte le cose belle che il 2021 mi ha lasciato e tutti i ricordi che quest’anno mi ha regalato: la Maturità, le competizioni di danza, gli amici del liceo, le nuove amicizie dell’università, il mio primo e breve amore, il mare di Milazzo, quello di Siracusa, il sorriso di mia cugina, l’abbraccio caldo di mia mamma, il Ti amo di mio padre, un batti pugno con mio fratello, il Paradiso delle Signore con mia nonna, la granita del Washington con mio nonno. Sono tutti ricordi che voglio portare in viaggio con me. Sono racchiusi in piccole boccettine, ognuna con la sua fragranza, ognuna con il suo colore.

Per questo 2022 vorrei ultimare il mio romanzo, ma con la giusta calma. E se non sarà pronto per quest’anno, lo sarà quello dopo o quello dopo ancora. L’importante è non rinunciare a questo mio sogno.

Vorrei anche impegnarmi a leggere di più e con più costanza, a ritagliarmi sempre uno spazio, seppur piccolo, per la lettura.

Vorrei anche aprire una pagina Instagram dedicata alla lettura. Il mio progetto sarebbe quello di contattare scrittrici e fare con loro delle dirette (ci credo perché una volta l’ho fatto con Marco Erba ed è stata un’esperienza bellissima). Mi ispirerò molto ai profili di alcune ragazze che ho scoperto tramite le storie di Erin Doom (autrice del Fabbricante di lacrime).

Vorrei iniziare a guardare più documentari per aiutarmi con le mie future materie di studio, iscrivermi a qualche rivista e seguire pagine Instagram a tema ambientale.

Vorrei finalmente utilizzare il mio telescopio. Mi è stato regalato per i diciotto, ma non ho mai avuto una vera occasione per sfruttarlo, un po’ perché le luci del condominio oscurano il cielo, un po’ perché da sola mi riesce difficile imparare ad usare un telescopio professionale (Celestron).

Ma il mio desiderio più grande per questo 2022 è quello di vedere le persone che amo stare bene. Incontrerò nuove persone, altre si faranno più vicine, altre più lontane, ma devo riuscire a conciliare il mio altruismo e la mia empatia, con il giusto distacco e la giusta accortezza.

Ma io sono una sognatrice e ancora non so questo viaggio dove mi porterà…

Laura♡

P.S. Raccontatemi i vostri programmi di stasera. Aiuterete a preparare il cenone?

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Caro diario, 29/12/2021

Caro Diario,

ormai manca davvero poco alla fine dell’anno e questo tempo che scorre e scorre senza sosta mi fa paura. Mi fa paura perché sembra andare avanti senza di me, come un treno in corsa che non si preoccupa di qualche passeggero in ritardo, che gli sta correndo dietro nella speranza di essere ancora in tempo. Mi sento molto stanca, ma adesso non posso proprio mollare. Sto entrando in sessione, quindi devo studiare molto. Mi sto ritagliando piccoli spazi per me, sto cercando di uscire il meno possibile, anche se la tentazione è tanta. Evito posti affollati perché sarebbe da irresponsabili andare a cercare il Covid dopo due anni da cui si è stati alla larga. Avrei voglia di vedere i miei amici, anzi uno in particolare, che so che mi capirebbe e saprebbe trovare le parole se non i modi per farmi stare meglio. Non rimarrò segregata in casa, questo lo so. Un piccolo svago sul tardo pomeriggio me lo concedo.

Avrei anche tanta voglia di leggere. Per ora sto leggendo Circe, di Madeline Miller (la stessa di La canzone di Achille). Ho sempre amato la cultura greca e i miti legati ad essa, quindi questo libro potrà solamente arricchire di informazioni e curiosità questo mio interesse.

Ho anche molta voglia di passare del tempo con mia cugina. La vedo tre volte l’anno e lei, essendo figlia unica, quel poco di tempo che sto in Sicilia, vuole passarlo con me. E la capisco, anche io desidererei averla sempre in mezzo ai piedi, mentre si allea con mio fratello e insieme mi fanno uscire pazza. Ma voglio a entrambi un mondo di bene. In questi giorni stiamo guardando tutti i film di Spiderman, solo che loro sono in vacanza e hanno un sacco di tempo libero, io sono sommersa dai libri, tra integrali, matrici, reazioni di elettrochimica, array e stringhe, e chi più ne ha più ne metta.

Come mi sento? Difficile a spiegarsi. Mi sento come se avessi un forte potere in mano, ma che se non usato con le giuste dosi, potrebbe ritorcermisi contro. Io…Sì, ecco, ormai lo dico. Sono ormai sei mesi che non sto più così. Così come? Ti ricordi quando non trovavo nemmeno le parole per scriverti, quando per strapparmi un sorriso serviva una di quelle battute infallibili, quando venivo assalita da dubbi e paure, quando la mia unica certezza era di non stare bene. Ecco, sono sei mesi che non sto più così. Certo, ho avuto dei momenti no, dei momenti di debolezza, ma mi sono rialzata subito, non sono finita come le scorse volte nell’occhio del ciclone. E sono fiera di me, per questo. Significa che sto crescendo, che la mia corazza si sta rinforzando, che sono pronta per affrontare difficoltà ancora più grandi, per entrare nel complicato e a volte ingiusto mondo degli adulti. Mi sento pronta sì, ma mi sento sempre come se camminassi su un filo sottilissimo nel mezzo di un cratere vulcanico, con il calore della lava che a volte sale, a volte si placa e altre risale ancora.

Voglio parlare con la me del futuro, con quella Laura cresciuta e cambiata. Ricordati che sei forte, ricordati di usare sempre la delicatezza, ovunque tu andrai e qualsiasi persona incontrerai. Ricorda soprattutto di essere responsabile, di non fidarti troppo di nessuno. Gli amici devono guadagnarsi la tua fiducia. Ma non perdere mai la speranza, quella luce che ti fa brillare gli occhi, quella sensazione che ti attorciglia lo stomaco, quell’emozione che ti fa piangere e ridere insieme.

A presto mio fidato confidente.

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L’isola di Smeraldo news #1

Buongiorno lettori,

Come state? Ho notato dalle statistiche che gli articoli più letti e commentati riguardano contributi scritti da me. Per questo da oggi vi renderò più partecipi della stesura del mio romanzo. Sarete voi i miei collaboratori. Ovviamente non potrò farvi troppe anticipazioni della trama e nemmeno spoiler eclatanti, ma vi regalerò piccoli assaggi del romanzo, man mano che lo scriverò. Voi potrete commentare, darmi consigli e incoraggiarmi, perché ne ho davvero bisogno. E soprattutto dovrete ripetermi di non mollare, che se questo è il mio sogno, devo crederci. Non posso dedicarmici a tempo pieno, questo lo so, ma sicuramente posso ritagliarmi un piccolo spazio per Emma e Simone .

Ma per farvi diventare miei collaboratori è meglio che parta dal principio. È nato tutto un giovedì pomeriggio di inizio giugno. Era appena finita la scuola e non sapevo come occupare il tempo. Era troppo presto per iniziare i compiti, ma ero troppo proattiva per restare a poltrire sul divano. Allora avevo quindici anni, quasi sedici. Così ho preso carta e penna e ho iniziato ad appuntare piccole idee per una storia. Non era la prima volta che lo facevo. Scrivo storie da quando ero molto piccola, ma questa volta le idee è come se si fossero scritte da sole, come se i miei futuri personaggi non stessero chiedendo altro che prendere vita. L’idea iniziale era appunto di scrivere un racconto, in cui i protagonisti avessero più o meno la mia età e che fossero accumunati da un’esperienza, ovvero un viaggio per terra e mare per raggiungere un’isola misteriosa. Il carattere di ognuno è stato studiato per bene, ma anche modificato in corso d’opera.

Emma mi assomiglia molto. Lei ha la mia voce, il mio sorriso, la mia stessa capacità di sognare, la mia sensibilità, la mia permalosità e molti altri lati della mio carattere. Emma, però, ha conosciuto il dolore più grande, la perdita di una figura di riferimento, la madre. Io non posso sapere cosa si provi, ma mi riesce molto facile immedesimarmi. Inoltre, il solo pensiero di perdere mia madre, mi distrugge. Emma è forte, io al suo posto crollerei.

Vi lascio i link di articoli precedenti dedicati a L’Isola di Smeraldo 👈🏻(clicca qui). Inoltre, la scorsa settimana ho inserito nella home una pagina dedicata.

Se invece siete curiosi di sapere qualche dettaglio sul mio rapporto con questo romanzo (ad esempio, che rapporto c’è tra te e i tuoi personaggi? Quanto scrivi in media? Ti documenti per le descrizioni dei luoghi?) scrivetemi nei commenti.

Vi auguro una buona giornata.

Laura♡

P.S. ancora non sono riuscita a scrivere il finale di Schiaccianoci a New York , ma già ho la storia in testa. Tarderò di qualche giorno, ma state tranquilli perché rileggete di Ally e Nick.

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Fabbricante di lacrime, di Erin Doom

Fabbricante di lacrime di Erin Doom – Elisa scrive sulla luna

Buongiorno lettori, questa mattina voglio regalarvi un’altra recensione (letta dalla stessa autrice. Quando mi è arrivato il messaggio ho fatto un urlo di gioia). Faccio una premessa. Il romanzo di cui vi parlerò è entrato ufficialmente nella mia mensola d’onore, quella dedicata alle letture più belle e significative della mia vita, quei libri che posso osservare dal mio letto, mentre studio alla scrivania e che posso riassaporare ogni qualvolta ne senta il desiderio. Si tratta del Fabbricante di lacrime, di Erin Doom. Per il cinquantesimo di mio padre ho creato dei segnaposti chiusi con lo spago, ognuno dei quali racchiudeva una delle frasi che l’autrice ha riportato all’inizio del capitolo. Sono state tutte molto apprezzate.

Vi lascio qui la trama

♡~Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si raccontano da sempre storie e leggende a lume di candela. La più famosa è quella del fabbricante di lacrime, un misterioso artigiano dagli occhi chiari come il vetro, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole tetre dell’infanzia. Il suo sogno più grande, infatti, sta per avverarsi. I coniugi Milligan hanno avviatole pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo. Rigel è intelligente, scaltro, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare, ma il suo aspetto angelico cela un’indole oscura. Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune di dolore e privazioni, la convivenza tra loro sembra impossibile. Soprattutto quando la leggenda torna a insinuarsi nelle loro vite e il fabbricante di lacrime si fa improvvisamente reale, sempre più vicino. Eppure Nica, dolce e coraggiosa, è disposta a tutto per difendere il suo sogno, perché solo se avrà il coraggio di affrontare gli incubi che la tormentano, potrà librarsi finalmente libera come la farfalla di cui porta il nome.~♡

Allora, come definire a parole la storia tra Rigel e Nica. È stata un’esperienza nuova, unica e che mi ha segnato profondamente. Ho sofferto con i protagonisti. Può sembrare una cosa banale e scontata che accade in tutte le storie drammatiche, ma questa volta è stato diverso. È come se l’autrice abbia trovato un modo per raccontare, distruggendo l’anima dei lettori, in senso positivo ovviamente. Mentre leggevo il Fabbricante di lacrime, mi è stato impossibile non amare e odiare profondamente ogni scelta e ogni singola parola che Erin Doom ha stampato nelle pagine. Ogni parola ha un significato poetico. Tutto il suo libro è poesia. Non ho mai letto un libro caratterizzato dalle stesse finezze di questo. E i due protagonisti sono un po’ lo stesso, odio e amore. Anche se guardiamo il mondo con gli occhi di Nica, sappiamo tutto di lei ma in realtà non sappiamo niente. Perché è proprio lei a non sapere ancora i sentimenti che la legano al resto del mondo. Sua madre le ha sempre detto di comportarsi con delicatezza. E lei è dolce e buona, come una farfalla. Poi c’è Rigel, l’esatto opposto, un lupo. La loro favola non può avere un lieto fine, la bambina in nessuna storia abbraccia il lupo.

Il messaggio che l’autrice ci vuole lasciare è bellissimo: c’è sempre la possibilità di avere un lieto fine. Nica desidera essere felice. Il suo desiderio più grande è sempre stato avere una famiglia, una mamma e un papà, ma soprattutto ha sempre avuto bisogno di un affetto materno. Lei si ricorda della sua vera mamma, morta quando la bambina aveva cinque anni. A diciassette anni Anna, improvvisamente, la porta nella sua famiglia e la tratta subito come una figlia, dedicandole attenzioni che Nica non ha mai avuto il piacere di assaporare. Per lei sono tutte emozioni nuove. E ogni gesto di Anna la fa sentire speciale e ancora giusta. Perché nell’orfanotrofio Nica si è sempre sentita sbagliata, l’hanno fatta sentire sbagliata. Non ha mai avuto l’occasione di spiccare il volo.

Un dettaglio bellissimo del romanzo sono i nomi. Tutti i personaggi hanno nomi particolari, ma i più belli sono quelli dei protagonisti, Nica e Rigel. Nica è la farfalla più comune, i suoi genitori erano dei biologi. Il suo nome ha un suono libero come quello di una farfalla e una farfalla non sa stare alle catene, ha bisogno di volare. E poi è stata prima un bruco e sa già cosa vuole dire credere nelle favole, credere in un lieto fine. Invece, Rigel è la stella più luminosa della costellazione di Orione. Il nome gli è stato dato la notte in cui in una cesta la madre lo ha abbandonato sui gradini dell’istituto e si dice che quella notte del 10 marzo la stella Rigel brillava ancora più del solito.

Consiglio questo romanzo a chiunque voglia concedersi una lettura carica di emozioni, introspezione, amore, difficoltà che la vita dissemina lungo il cammino, famiglia, poesia e moltissimo altro. Io ho faticato a scrivere questa recensione per la paura di non rendere giustizia alla donna che ha scritto questo romanzo. Voi non immaginate le lacrime che ho versato nelle due settimane che ho vissuto insieme a Nica e Rigel tra le pagine del Fabbricante di lacrime. Perché il Fabbricante di lacrime esiste, ma sta a noi scoprire chi è.

Laura♡

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L’isola di Smeraldo, estratto

Buongiorno amici,

Come state trascorrendo le feste? Questa mattina vi lascio un piccolo assaggio del mio romanzo L’Isola di Smeraldo. Pochi giorni fa ho ripreso la stesura e questo estratto fa parte della nuova pagina. Buona lettura. Poi fatemi sapere se vi ho incuriosito.

Laura♡

«Va bene. Allora, visto che aspettano solo me, sbrighiamoci» e mentre Emma si alzava per dirigersi alla porta, Simone l’afferrò delicatamente per il braccio.
«Aspetta, solo un secondo» e senza che Emma avesse il tempo per realizzare cosa stesse succedendo, l’avvolse in un tenero bacio. Il calore delle sue labbra sciolse il cuore di Emma, che ancora una volta si era lasciato accecare dall’amore. Ma forse era proprio questo che doveva fare, lasciarsi bendare da Lui, da Simone, e non pensare a niente.
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Un sogno tra i fiocchi di neve, di Corina Bomann

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Buon Natale!

Ieri è terminato The Xmas Carols. Ringrazio ancora Shio per avermi permesso di partecipare. Per me è stata una esperienza bellissima, mi ha fatto conoscere nuovi blog e ha reso dove una poesia può arrivare più visibile nel mondo di WordPress.

In queste settimane non ho voluto postare nulla oltre alla casellina di The Xmas Carols proprio per dare più spazio e visibilità a questo progetto. Ora sono tornata, ho tanto materiale da condividere: recensioni, poesie, pensieri, pagine di diario e sono pronta a farlo con voi. Oggi recensirò un libro che mi ha tenuto compagnia nei primi giorni di dicembre. Si tratta di Un sogno tra i fiocchi di neve, di Corina Bomann. Conosco l’autrice da L’isola delle farfalle, letto quando ero in prima superiore, ma di cui ancora mi ricordo il sapore dolce che mi aveva lasciato una volta ultimato il romanzo.

Riporto qui la trama.

❄~Fin da bambina, Anna non ha mai potuto sopportare il Natale, con tutto il suo corredo di luci colorate, dolci, regali e preparativi frenetici. E anche adesso che è una giovane donna, l’unico modo per superarlo è cercare riparo in qualche località esotica. Ma quest’anno sottrarsi sembra proprio impossibile: il suo adorato fratellino Jonathan le ha strappato la promessa di raggiungerlo per festeggiare con tutta la famiglia, compreso l’insopportabile patrigno. E così il 23 dicembre, Anna salta su un treno stipato di gente alla volta di Berlino. Un attimo di assopimento – o meglio, quello che sembra un attimo – e si ritrova in una desolata stazione sul Mar Baltico, nel cuore della notte e nel pieno di una tormenta di neve. Impossibile tornare indietro, nessun treno riparte a quell’ora. Ad Anna non resta che chiedere un passaggio a chi capita e affidarsi alla sua buona stella, perché i personaggi che popolano la notte – si sa – sono tra i più disparati: l’autista di uno spazzaneve, un camionista polacco, tre stravaganti vecchiette che appaiono e scompaiono, e un surfista-psicologo-rasta piuttosto attraente… Dall’autrice best seller Corina Bomann, una storia divertente ed emozionante, con un pizzico di suspense e di magia.~

Anna è una ragazza universitaria, frequenta la facoltà di letteratura, desidera diventare scrittrice. Anna fatica a trovare il suo posto nel mondo, non si sente capita e apprezzata nelle sue scelte, ma anche se è costantemente attanagliata da dubbi e incertezze, Anna sa che l’unica cosa che può fare è continuare a rincorrere i suoi sogni.

Anna odia il Natale, per lei rappresenta il periodo dell’anno in cui improvvisamente tutti si fanno più nervosi, vanno di fretta da un capo della città all’altro, alla ricerca di regali da lasciare sotto l’albero a figli, nipoti e parenti vari. Fin dai primi di dicembre le radio danno sempre le solite quattro canzoni sul Natale, con il primato di Last Christmas di George Michael, la canzone che sembra perseguitare Anna, come un augurio per una prossima disavventura. Perché sì, in questo libro Corina Bomann racconta le mille disavventure vissute da Anna per raggiungere la sua famiglia per le feste. Un viaggio di poche ore si tramuta in un pellegrinaggio di un intero giorno, con imprevisti sempre in agguato, un po’ come il gioco dell’oca. Ho molto apprezzato l’ironia dell’autrice, espressa con gli occhi della protagonista. Divertentissima la parte con le tre vecchiette, la signora Lilla, Rosa e Ranuncolo. Ognuna delle persone che Anna incontra contribuiscono a farle comprendere il vero senso del Natale, a farle rivalutare questo suo istintivo odio per la festa tanto attesa dal mondo intero.

La cosa che però Anna non sa, che uno dei suoi ultimi incontri potrebbe rappresentare l’inizio di un nuovo capitolo della sua vita, da scrivere con l’inchiostro dell’amore.

Consiglio questa lettura a coloro che vogliono assaporare un nuovo gusto del Natale, un po’ divertente e tormentato, ma soprattutto con un lieto fine.

Voi invece che letture avete affrontato in questo Avvento?

Ma ditemi un po’, cosa ci sarà sulle vostre tavole a pranzo? E ieri? Avete preparato anche voi qualcosa per la Vigilia?

Ancora Buon Natale e buone feste,

Laura♡

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The Xmas Carols – Il mondo di shioren

Buongiorno lettori e buona Vigilia.

❄~Sono lieta di annunciare che The Xmas Carols è giunto al termine e che questa mattina, dietro l’ultima casellina, si nasconde il contributo dell’ideatrice di questo progetto, Shio del blog Il mondo di Shioren . Grazie a lei e grazie a voi che siete aumentati di giorno in giorno, ho potuto, nel mio piccolo, farmi conoscere. Come vi ho già detto ieri, mi assenterò per un breve periodo dal blog. Gli articoli usciranno regolarmente, alcuni li ho già programmati, altri li sto scrivendo. Magari dopo una giornata di esami farò un salto, in quel poco tempo che mi concederò di riposo, ma so che se voglio raggiungere i risultati che tanto desidero, devo impiegare tutte le mie forze, senza troppe distrazioni e purtroppo i social sono una distrazione, seppur bella. Ma mi sto dilungando troppo. Godetevi l’incantevole racconto della nostra Shio. Io l’ho trovato di una delicatezza e profondità particolare. E il messaggio che lei ha voluto lanciare con questo racconto a me è arrivato, forte e dritto al cuore. Io seguo Shio già da un po’, ma è solo da poco che l’ho conosciuta per bene. Ho letto il suo primo romanzo, L’altra me, che ho recensito in questo articolo https://httpdoveunapoesiapuoarrivare.home.blog/2021/11/13/laltra-me-di-anna-esse/ e leggendo di tanto in tanto i suoi articoli, ho capito che, oltre ad avere più di un talento, Shio è una persona meravigliosa. Vi chiederete se sto esagerando? No, non esagero. Lei si merita questo ed altro e oggi è il suo giorno.~❄

Buona giornata e buon Natale!

Laura ♡

P.S. Ditemi che aprirete i regali a Mezzanotte e non domani mattina!

Tra alti e bassi, siamo giunti alla fine di questo particolare calendario dell’avvento creato grazie alla collaborazione e al talento di tanti blogger. Non è stato facile arrivare fino a qui e, sinceramente, non so cosa succederà domani… forse qualcuno di voi sparirà per sempre dalla mia vita o, magari, lo ha già fatto dopo […]

The Xmas Carols – Il mondo di shioren
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XMAS CAROLS: a xmas calendar by Shioren

Buongiorno lettori,

Siamo ad un passo dal Natale e questa mattina, nella penultima casellina del nostro calendario dell’avvento, ho trovato un bellissimo video del blog Nea: Nuova Ecologia Artistica . Si tratta un contributo che riproduce la voce della sua ideatrice, che riporta al significato primordiale del Natale della religione cristiana, ovvero la nascita di Gesù. Come sempre, vi lascio il collegamento qui sotto.

Oggi ho l’ultima lezione di geometria, poi a gennaio entro in sessione. Annuncio già adesso che mi assentarò per un paio di mesi dal blog. Io non ci sarò, ma la mia voce sì. Sto programmando l’uscita di una serie di articoli. Voi leggeteli, commentateli, ma non preoccupatevi se non riceverete subito una risposta. A febbraio, quando ritornerò, si spera al pieno delle mie forze, avrò due novità, una che riguarda una rubrica settimanale che voglio aprire qui su wordpress e l’altra una pagina Instagram dedicata alla mia passione per la lettura. Ci vediamo domani per l’ultimo appuntamento del The Xmas Carols. E chi meglio di lei poteva concludere questo viaggio se non l’ideatrice di questo progetto, Shio del blog Il mondo di Shioren.

Volevo anche ringraziarvi per ieri, ho apprezzato ogni singola parola spesa sul mio racconto. Io e mia madre abbiamo passato la serata a rileggere tutti i commenti. Ed è stato bello sentirmi dire da lei: «Sono fiera di te!»

Laura♡

A quanto pare, oggi è la mia casellina sul calendario dell’avvento ideato dalla scoppiettante Shio per il suo blog Il Mondo di Shioren. Inizalmente, avevo proposto un altro racconto (leggetelo qui) che, tuttavia, pareva non incarnare troppo precisamente lo spirito del Natale. È certo che ognuno ha il suo. Per me, la nascita del bambino […]

XMAS CAROLS: a xmas calendar by Shioren
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The Xmas Carol #15, Schiaccianoci a New York, Dove una poesia può arrivare

Ciao a tutti, oggi tocca a me regalarvi un racconto per Natale. Devo dire che sono super emozionata. Quando ho letto della proposta di Shio del The Xmas Carols mi sono subito preoccupata di scriverle, sperando fossi ancora in tempo. Ringrazio Shio per l’opportunità. Ho optato per un racconto e mi sono divertita tantissimo nello scrivere la storia di Ally.

Comunque, per chi non mi conoscesse, mi presento. Mi chiamo Laura, ho diciannove anni e frequento il primo anno di Ingegneria ambientale al Politecnico di Milano. Ho aperto un blog perché sentivo l’esigenza di racchiudere in un angolo tutto quello che scrivevo, pensavo e sognavo. Nel mio blog Dove una poesia può arrivare troverete, come preannuncia il titolo, tantissime poesie libere, pagine di diario, pensieri sparsi, recensioni e articoli su ambiti di mio interesse (l’astronomia, la Sicilia e molto altro). Amo leggere e scrivere. Per ora sto lavorando al mio romanzo L’Isola di Smeraldo.

Buona lettura!

La neve scendeva fitta sulla città di New York. Copriva i tetti delle case, le strade, i lampioni, gli alberi spogli, tutto stava diventando candido e l’atmosfera natalizia iniziava a farsi sentire sotto il cielo della Grande Mela. Ally si stava dirigendo alla Juilliard, la scuola di danza nella quale studiava da tre anni ormai, con il borsone sulla spalla destra e l’i-pod che riproduceva le note della danza della fata confetto nella mano sinistra. Tutte le strade erano piene di cartelloni con l’immagine dello Schiaccianoci, il musical che si sarebbe tenuto il 23 dicembre al teatro della Juilliard. Le audizioni si erano già svolte e Ally era stata presa, ma non era ancora certo. Prima avrebbe dovuto esibirsi nuovamente e confrontarsi con la sua rivale Anastasia, anche lei molto talentuosa e adatta alla parte da protagonista. Inutile dire che Ally moriva dalla felicità, lo Schiaccianoci era stato il suo balletto preferito sin da quando era piccola e voleva a tutti i costi essere presa per la parte da protagonista, anche se sapeva che all’interno della scuola c’erano molte altre ragazze più talentuose di lei, come Anastasia appunto. Quando Mrs Brown l’aveva scelta tra tutte le ragazze che si erano presentate all’audizione, si era sentita al settimo cielo, ma subito dopo le si era materializzata davanti un’altra difficoltà, che Ally avrebbe cercato di superare per prendersi il suo posto da prima ballerina, per la prima volta nella sua breve carriera. Per lei era il terzo anno, quando all’età di 17 anni aveva vinto la borsa di studio, si era trasferita a New York da un piccolo paesino della California. L’immergersi in una grande città, con temperature molto più basse ed entrare in una delle accademie di danza più prestigiose al mondo era stato per lei un turbinio di emozioni. Non nascondeva che le mancasse casa, sua madre e il suo fratellino, ma sapeva che li avrebbe rivisti per le feste e questo le riempiva il cuore di gioia.

La Juilliard dalla sua abitazione distava poco più di trecento metri. Così, una volta individuato l’edificio, fece il suo ingresso alla reception e si diresse agli spogliatoi. Indossato un body nero con un gonnellino, andò sul palco, salutando Mrs Brown, la sua insegnante, nonché coreografa, e lanciando un piccolo cenno ad Anastasia, che, riluttante, rispose allo stesso modo.

«Forza ragazze, voglio vedere prima Anastasia e poi Ally. Vi giudicheremo in ogni singolo dettaglio. Questa settimana avete dimostrato di essere molto brave e vi meritereste entrambe la parte, ma sapete che c’è posto per solo una di voi. Chi non verrà scelta non dovrà scoraggiarsi. Siamo tutti d’accordo di assegnarle la parte per il prossimo musical. Quindi, prima di vedere musi lunghi, sappiate che tutta la commissione è orgogliosa di voi. Anastasia, in posizione. Musica prego!» disse Mrs Brown.

Dopo l’esibizione della sua rivale, toccò ad Ally. Prima di iniziare chiuse gli occhi e un pensiero volò su nel cielo alla nonna, poi li riaprì e si concentrò per dare il massimo. Si diede coraggio e si lasciò andare per tutto il pezzo, esibendo i suoi perfetti battement jeté à la seconde, assemblé, fouetté en tournant, e tour en l’air.

Ally sentiva dentro di sé di aver ballato bene e ne era contenta. Accennò un inchino in direzione di Mrs Brown e si avviò verso gli spogliatoi, quando una voce maschile interruppe il suo cammino: «Sei stata bravissima. Sono sicuro sceglieranno te»

«E cosa te lo fa pensare? Vedi che Anastasia è molto più brava di me tecnicamente» rispose lei senza pensarci prima.

«Ma tu ci hai messo il cuore e credo sia la cosa più importante» disse il ragazzo poggiandole una mano sulla spalla.

A quel tocco Ally sentì come una scossa, ma si ricompose subito: «Chi te l’ha detto questo? Te ne intendi forse di danza?» continuò lei con un tono sempre più brusco.

«No, ma…vabbè volevo solo essere gentile. A me tu sei piaciuta e anche tanto. Spero di vederti ballare su questo palco la sera del 23»

La sera del 23… pensò Ally tra sé. «Come mai assisterai allo spettacolo? Se posso chiedere»

«Sono stato scelto come tecnico del suono e delle luci, perciò potrò ammirarti dall’alto» a quelle parole Ally diventò rossa dall’imbarazzo. «Comunque, che scemo, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Dominick, ma puoi chiamarmi semplicemente Nick»

«Ally»

«Che bel nome»

«In realtà il nome completo è Alcyone, una delle Sette Sorelle. Sai, la costellazione delle Pleiadi. Be’ sì insomma, come non detto!» ogni volta che la ragazza raccontava l’origine del suo nome o per lo meno come mai sua madre aveva deciso di chiamarla così, tutti finivano per fare la faccia che Nick stava facendo proprio in quel momento. Così Ally pensò di tagliar corto «Devo andare, Nick»

«Di già? E quando potrò rivederti?»

«L’hai detto tu. Mi rivedrai la sera del 23 su questo palco, sempre se mi prenderanno. Scusa ma devo proprio andare» ma nel momento stesso in cui disse quelle parole si rimangiò tutto, capendo che non poteva sempre scappare da tutto e tutti e che quel ragazzo, così gentile con lei per chissà quale motivo, voleva solo parlare un po’.

Subito dopo Nick la chiamò: «Ally aspetta, forse sono stato un po’ invadente, ma fidati, non ho cattive intenzioni. È solo che quando ti ho vista ballare prima, ho riconosciuto nei tuoi movimenti e nelle tue espressioni le stesse di mia nonna. È stata studentessa alla Juilliard ed è grazie a lei che mi hanno assunto qui come tecnico delle luci, anche se credo che qualche merito ce lo abbia pure io»

«Ovvio, quindi tua nonna studiava qui? Anche la mia e ci ero molto affezionata. È stata lei a trasmettermi la passione per la danza»

«E si vede che ti piace, quando balli trasmetti molto, contagiando chiunque ti guardi. Scusa, forse non sei abituata a ricevere tutti questi complimenti, soprattutto da ragazzi così invadenti come me»

«Figurati, anzi mi fa piacere. Scusami tu per come ti ho risposto prima, sono molto nervosa per questa assegnazione. Anastasia è una ragazza competitiva e oggi ha dato il meglio di sé e non so quando si ripresenteranno occasioni del genere»

«Quando metti passione in quello che fai nulla può andare storto. Può darsi che Mrs Brown non ti scelga, ma tu non devi prenderla come una sconfitta, se sei una stella prima o poi brillerai» e a quelle ultime parole Ally si fece rossa in viso. «Io lavoro qui come tecnico delle luci, ma per questo Natale sto collaborando per l’allestimento del villaggio di Babbo Natale. Mi occupo dell’illuminazione, della disposizione delle luci, i colori e tutto il funzionamento automatizzato. Sembra semplice ma non lo è. Se qualcosa dovesse andare storto, non si potrà percepire la magia del Natale»

«Ma è una cosa bellissima! Qui a New York il Natale è molto più sentito rispetto a noi in California. Certo, non è come il Giorno del Ringraziamento, ma gli addobbi e l’atmosfera natalizia qui non mancano di certo»

«Sì, è vero, hai ragione. Che ne dici di continuare la conversazione fuori di qui? All’angolo della strada c’è un’ottima pasticceria, potremmo fare una piccola sosta lì, se ti va»

Ally ti va? si chiese la ragazza. Ma certo, che domande! Nick oltre a essere gentile e simpatico, era pure molto interessante. «Certo» rispose lei e insieme uscirono dal teatro.

Ally prese una cioccolata calda e lo stesso fece Nick. Poco dopo aver ordinato, un cameriere con un grembiule natalizio si presentò al tavolo con le due bevande. «Quindi vieni dalla California?» chiese Nick ad Ally, riprendendo la conversazione di poco prima.

«Sì, precisamente da Healdsburg, un piccolo paesino sperduto della contea di Sonoma» disse sorridendo Ally.

«E hai molti parenti lì?»

«Solo mia madre e mio fratello. Mio padre è morto quando avevo dieci anni, poco dopo la nascita di mio fratello Noah e mia nonna, l’unica che abbia mai conosciuto, ci ha lasciati un po’ di anni fa, quindi mi sono rimasti solo loro. Entrambi i miei genitori erano figli unici, non ho né zii né cugini. Triste storia, vero?»

«Mi dispiace molto, deve essere stato difficile per tua madre crescere entrambi da sola»

«Sì, per qualche anno ha avuto il supporto di mia nonna. Sai lei, Carola, è stata una grande ballerina da giovane e per il mio decimo compleanno mi portò in Russia, l’unico viaggio fuori dall’America che abbia mai fatto. Pensa che andammo a vedere proprio lo Schiaccianoci al teatro di San Pietroburgo e in quell’occasione mi regalò un carillon con una ballerina in abito azzurro, con ricami argentati, immersa in un paesaggio innevato. Custodisco quest’oggetto con molto amore, perché è l’unica cosa che mi sia rimasta di mia nonna». In quel momento Ally si accorse che si era fatto tardi e doveva ancora preparare la cena perché quella sera sarebbe stata sola a casa, senza Emily e Kat, le sue due coinquiline. Così si affrettò ad alzarsi e, scusandosi con Nick, lo lasciò solo al tavolo, promettendogli che sarebbe andata ad assistere all’accensione del villaggio di Babbo Natale la settimana seguente.

Solo una volta uscita dalla pasticceria, sotto i fiocchi di neve che cominciavano a scendere, Ally realizzò l’accaduto. Quel ragazzo, Nick, era davvero bello, se lo avessero visto Kat ed Emily di sicuro avrebbero iniziato a romanzare su di loro. E poi era stato così gentile con lei. Anzi, più che gentile, l’aveva riempita di complimenti e l’unica cosa che era stata capace di fare era stato rispondergli in tono brusco e frettoloso, almeno all’inizio, poi si era lasciata andare, avevano parlato delle loro nonne, delle loro passioni. Parlare con Nick si era rivelato più interessante di quanto avrebbe immaginato. Si capiva che lui avrebbe voluto rivederla prima della sera del musical e in cuor suo anche Ally lo voleva. Ripensò alla scossa che aveva sentito quando l’enorme mano di Nick aveva toccato la sua spalla, al suo sorriso, ai suoi occhi nocciola, a quel gesto che faceva con la mano quando parlava, all’ultimo sguardo che le aveva rivolto prima che uscisse dal locale. Al Diavolo Ally, si disse. Probabilmente è tutto un film che ti stai facendo nella tua testa.

Spero che questo racconto vi sia piaciuto. Il finale è aperto e il continuo è lasciato all’immaginazione del lettore. Io ci ho messo tutta me stessa e soprattutto tanto amore. Auguro a tutti di passare un sereno Natale. Ci rivediamo domani con il blog Nea: Nuova Ecologia Artistica.

Laura♡

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The Xmas Carols XIV

❄~Buongiorno amici, ho appena aperto la quattordicesi casellina del nostro calendario dell’avvento e dentro ho trovato un meraviglioso disegno del blog La Corte. Ovviamente non vi dico cosa raffigura, altrimenti vi priverei della sorpresa, ma vi invito a dare un’occhiata direttamente al link qui sotto, che porta al blog. Ricordo che The Xmas Carols è un’iniziativa di Shio e vi ricordo anche che domani tocca a me. Non so come si sono sentiti gli altri blogger il giorno prima della pubblicazione, ma io sono super emozionata, sento un’ansia buona, ma è comunque ansia. Buona giornata e a domani!~❄

Laura ♡

Oggi è il mio turno 🐱 Apriamo la casellina del 21 dicembre del calendario di Shioren e sotto… ci sono io, più o meno. Bene, chi sono? Un po’ difficile rispondere a questa domanda. Non lo so nemmeno io, quindi vi parlo del blog, in maniera un po’ metatestuale, dato che il blog parla di […]

The Xmas Carols XIV
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Ippopotami per Natale – The Xmas Carol #13

❄~Il treno continua la sua corsa, cullandomi mentre cerco di risvegliare ogni parte di me. Buongiorno amici, siamo alla tredicesima casellina, dietro la quale si cela un meraviglioso racconto del blog Lividi e Musica. Proprio questa mattina non avevo nessun libro da leggere sul treno (strano), quindi mi sono potuta immergere in questa lettura. È un racconto bellissimo, che fa riflettere. È molto istruttivo con una morale profonda. Non vi preannuncio nulla perché il bello sta proprio nella sorpresa che arriva sul finale. Vi auguro una buona giornata e un buon inizio settimana, e che settimana. Ormai il Natale è alle porte.~❄

Laura♡

The Xmas Carol è arrivato alla sua tredicesima casella, e Lividi e Musica è onorato di poter portare il suo modesto contributo a questo particolare calendario dell’Avvento. Ringrazio infinitamente Shio di Il mondo di Shioren per aver condiviso l’idea, ma anche per la gentilezza, la disponibilità e l’opportunità. Perché di questo si tratta, per me: […]

Ippopotami per Natale – The Xmas Carol #13
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The Xmas Carols: Sorpresa di Natale

Buona domenica lettori,

❄~Stiamo per aprire la dodicesima casellina del nostro calendario dell’avvento. Oggi tocca ad un blog che abbiamo già incontrato nei primi giorni del The Xmas Carols di Shio, ovvero Centoquarantadue , ma questa volta, a regalarci un racconto, non è Lei, ma bensì Lui. Vi lascio alla lettura, trovate il collegamento qui sotto👇🏼. Leggerò questo racconto più tardi lasciando come al solito un commentino. Ora scappo che oggi mi tocca esercitarmi con qualche programmino in C, fare tanti tanti integrali, studiare i teoremi di algebra lineare e immergermi nella chimica organica. Non vi annoi oltre, in compenso però stasera preparerò i biscotti con mia nonna, da portare ai miei amici in Uni e alle mie compagna di danza.~❄

A domani,

Laura♡

Oggi apriamo la dodicesima finestrella del Calendario dell’Avvento ideato dal blog il mondo di shioren che ringraziamo ancora per la splendida idea che ha avuto.  È già stato detto, l’altra volta, che Centoquarantadue è un unico blog con due anime, un Lui e una Lei. Io sono il Lui, che adora Lei. Scrivere insieme ci […]

The Xmas Carols: Sorpresa di Natale
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Casellina n° 11 – THE XMAS CAROLS – Racconto: Festa di Natale – di Sara Tricoli

Buongiorno lettori,

❄~Questo weekend e in tutti i giorni della prossima settimana avrò un mare di cose da fare. Ma sono comunque felice perché si presenteranno occasioni importanti che mi porteranno al Natale con un sorriso scolpito sul viso. Ma veniamo al calendario dell’avvento di Shio. Questa mattina, dentro l’undicesima casellina ho trovato un bellissimo e particolare racconto di una mia cara amica, Sara Tricoli, del blog Leggimi Scrivimi La conosco ormai da qualche anno e due estati va ho avuto il piacere di leggere alcuni dei suoi romanzi, che lei stessa mi ha fatto avere. Vi lascio il suo racconto qui sotto e noi ci rivediamo domani con un altro blog, ma sempre più vicini al Natale.~❄

Laura♡

Buon sabato carissimi Amici, oggi tocca a me aprire la casellina di questo meraviglioso Calendario dell’Avvento ^_^ (Grazie carissima Anna per questa bellissima iniziativa ❤️) Per chi non mi conoscesse, io sono Sara Tricoli, sono mamma di due ragazzi nati nel 2004 (gemelli), ho fatto vari lavori: commessa, impiegata, promoter… oggi sono un agente in […]

Casellina n° 11 – THE XMAS CAROLS – Racconto: Festa di Natale – di Sara Tricoli
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THE XMAS CAROLS, IL MIO CONTRIBUTO

❄~Eccoci con la decima casellina del nostro calendario dell’avvento. Non sembra vero, ma il Natale è sempre più vicino e oggi ospitiamo il blog Pensieri alla finestra. Ho trovato il suo contributo molto bello, quanto di più azzeccato e vicino al sapore del Natale si potesse creare. Anche per me il Natale rappresenta quello che significa per l’autrice di questo Carol. Quindi, che aspettate? Correte a leggere l’articolo e commentate. Anche per voi il Natale rappresenta questo? Sono curiosa di saperlo. Ricordo che l’iniziativa The Xmas Carols è di Shio.~❄

Trovate il link al contributo qui sotto👇🏼,

A domani!

Laura♡

Ecco il mio contributo a questa iniziativa molto interessante, ideata da Shio, autrice del blog Il mondo di Shioren, che ringrazio. Mi ha permesso di avvicinare persone incantevoli. Oggi camminavo per le vie addobbate del quartiere. Strade che in questa stagione percorro poco, troppo trafficate in auto, non utili se non ci abiti, al di […]

THE XMAS CAROLS, IL MIO CONTRIBUTO
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The Xmas Carols: lo spirito del Natale

Buongiorno,

❄~Questa mattina, al mio risveglio, una delle prime cose che ho fatto è stata aprile la nona casellina del nostro calendario dell’avvento e dentro ho trovato un bellissimo racconto con un finale aperto. Si tratta del blog Alice Jane Raynor (dal nome al quando originale). Correte subito a leggerlo. Ricordo che l’iniziativa The Xmas Carols è un’idea della nostra Shio.~❄

Ci vediamo domani.

Lascio il link al post qui sotto👇🏼

Laura♡

Questa storia è stata scritta in occasione di “The Xmas Carol – Il calendario dell’avvento” organizzato da Il mondo di shioren. In fondo alla storia troverete il calendario delle varie tappe “Alice Jane Raynor ha iniziato a leggere classici e ad amarli fin da bambina, al punto da sperimentare la sua prima pubblicazione in self […]

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Calendario dell’Avvento – The Xmas Carols

Buongiorno,

❄~Ho appena aperto la settima casellina di The Xmas Carols di Shio e ho trovato una bellissima poesia, di Tuttolandia. Invito tutti a leggerla! Trovate il collegamento proprio qui sotto👇🏼. Ci vediamo domani con il prossimo contributo.~❄

Buona giornata,

Laura ♡

Settimo giorno di Calendario dell’Avvento ideato da Shioren (https://ilmondodishioren.wordpress.com), a cui partecipano diversi blogger con alcuni lavori personalizzati. E ancora una volta vi invito a seguirlo. E’ il mio turno…. non mancate di curiosare. Prossimo partecipante Keep calm and drink coffee   L’ALBERO E LA STELLA L’abete padrone della stanza si vezzeggia come una principessa […]

Calendario dell’Avvento – The Xmas Carols
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The X-Mas carols: Il maniscalco e il viandante

Buongiorno lettori e buon lunedì!

❄~Siete pronti per scoprire chi sarà l’ospite della sesta casellina di The Xmas Carols (ricordo che l’autrice di questa iniziativa è Shio)? Si tratta di Inchiostro noir. Ha scritto un racconto, ho iniziato a leggerlo ma siccome se continuassi perderei il treno, prometto di esprimere un breve commento più tardi.~❄

Buona giornata!

Laura♡

Ciao amici! Oggi tocca a me di proporvi il mio “Xmas Carol”, buona lettura! Fonte: Il mondo di Shioren Il maniscalco e il viandante Il vento soffiava attraverso le colline innevate e le foreste, portando con sé qualche fiocco di neve da spargere sulle case di legno e sui mantelli di lana dei pellegrini. Tutti […]

The X-Mas carols: Il maniscalco e il viandante