
Ciao a tutti, oggi tocca a me regalarvi un racconto per Natale. Devo dire che sono super emozionata. Quando ho letto della proposta di Shio del The Xmas Carols mi sono subito preoccupata di scriverle, sperando fossi ancora in tempo. Ringrazio Shio per l’opportunità. Ho optato per un racconto e mi sono divertita tantissimo nello scrivere la storia di Ally.
Comunque, per chi non mi conoscesse, mi presento. Mi chiamo Laura, ho diciannove anni e frequento il primo anno di Ingegneria ambientale al Politecnico di Milano. Ho aperto un blog perché sentivo l’esigenza di racchiudere in un angolo tutto quello che scrivevo, pensavo e sognavo. Nel mio blog Dove una poesia può arrivare troverete, come preannuncia il titolo, tantissime poesie libere, pagine di diario, pensieri sparsi, recensioni e articoli su ambiti di mio interesse (l’astronomia, la Sicilia e molto altro). Amo leggere e scrivere. Per ora sto lavorando al mio romanzo L’Isola di Smeraldo.
Buona lettura!
La neve scendeva fitta sulla città di New York. Copriva i tetti delle case, le strade, i lampioni, gli alberi spogli, tutto stava diventando candido e l’atmosfera natalizia iniziava a farsi sentire sotto il cielo della Grande Mela. Ally si stava dirigendo alla Juilliard, la scuola di danza nella quale studiava da tre anni ormai, con il borsone sulla spalla destra e l’i-pod che riproduceva le note della danza della fata confetto nella mano sinistra. Tutte le strade erano piene di cartelloni con l’immagine dello Schiaccianoci, il musical che si sarebbe tenuto il 23 dicembre al teatro della Juilliard. Le audizioni si erano già svolte e Ally era stata presa, ma non era ancora certo. Prima avrebbe dovuto esibirsi nuovamente e confrontarsi con la sua rivale Anastasia, anche lei molto talentuosa e adatta alla parte da protagonista. Inutile dire che Ally moriva dalla felicità, lo Schiaccianoci era stato il suo balletto preferito sin da quando era piccola e voleva a tutti i costi essere presa per la parte da protagonista, anche se sapeva che all’interno della scuola c’erano molte altre ragazze più talentuose di lei, come Anastasia appunto. Quando Mrs Brown l’aveva scelta tra tutte le ragazze che si erano presentate all’audizione, si era sentita al settimo cielo, ma subito dopo le si era materializzata davanti un’altra difficoltà, che Ally avrebbe cercato di superare per prendersi il suo posto da prima ballerina, per la prima volta nella sua breve carriera. Per lei era il terzo anno, quando all’età di 17 anni aveva vinto la borsa di studio, si era trasferita a New York da un piccolo paesino della California. L’immergersi in una grande città, con temperature molto più basse ed entrare in una delle accademie di danza più prestigiose al mondo era stato per lei un turbinio di emozioni. Non nascondeva che le mancasse casa, sua madre e il suo fratellino, ma sapeva che li avrebbe rivisti per le feste e questo le riempiva il cuore di gioia.
La Juilliard dalla sua abitazione distava poco più di trecento metri. Così, una volta individuato l’edificio, fece il suo ingresso alla reception e si diresse agli spogliatoi. Indossato un body nero con un gonnellino, andò sul palco, salutando Mrs Brown, la sua insegnante, nonché coreografa, e lanciando un piccolo cenno ad Anastasia, che, riluttante, rispose allo stesso modo.
«Forza ragazze, voglio vedere prima Anastasia e poi Ally. Vi giudicheremo in ogni singolo dettaglio. Questa settimana avete dimostrato di essere molto brave e vi meritereste entrambe la parte, ma sapete che c’è posto per solo una di voi. Chi non verrà scelta non dovrà scoraggiarsi. Siamo tutti d’accordo di assegnarle la parte per il prossimo musical. Quindi, prima di vedere musi lunghi, sappiate che tutta la commissione è orgogliosa di voi. Anastasia, in posizione. Musica prego!» disse Mrs Brown.
Dopo l’esibizione della sua rivale, toccò ad Ally. Prima di iniziare chiuse gli occhi e un pensiero volò su nel cielo alla nonna, poi li riaprì e si concentrò per dare il massimo. Si diede coraggio e si lasciò andare per tutto il pezzo, esibendo i suoi perfetti battement jeté à la seconde, assemblé, fouetté en tournant, e tour en l’air.
Ally sentiva dentro di sé di aver ballato bene e ne era contenta. Accennò un inchino in direzione di Mrs Brown e si avviò verso gli spogliatoi, quando una voce maschile interruppe il suo cammino: «Sei stata bravissima. Sono sicuro sceglieranno te»
«E cosa te lo fa pensare? Vedi che Anastasia è molto più brava di me tecnicamente» rispose lei senza pensarci prima.
«Ma tu ci hai messo il cuore e credo sia la cosa più importante» disse il ragazzo poggiandole una mano sulla spalla.
A quel tocco Ally sentì come una scossa, ma si ricompose subito: «Chi te l’ha detto questo? Te ne intendi forse di danza?» continuò lei con un tono sempre più brusco.
«No, ma…vabbè volevo solo essere gentile. A me tu sei piaciuta e anche tanto. Spero di vederti ballare su questo palco la sera del 23»
La sera del 23… pensò Ally tra sé. «Come mai assisterai allo spettacolo? Se posso chiedere»
«Sono stato scelto come tecnico del suono e delle luci, perciò potrò ammirarti dall’alto» a quelle parole Ally diventò rossa dall’imbarazzo. «Comunque, che scemo, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Dominick, ma puoi chiamarmi semplicemente Nick»
«Ally»
«Che bel nome»
«In realtà il nome completo è Alcyone, una delle Sette Sorelle. Sai, la costellazione delle Pleiadi. Be’ sì insomma, come non detto!» ogni volta che la ragazza raccontava l’origine del suo nome o per lo meno come mai sua madre aveva deciso di chiamarla così, tutti finivano per fare la faccia che Nick stava facendo proprio in quel momento. Così Ally pensò di tagliar corto «Devo andare, Nick»
«Di già? E quando potrò rivederti?»
«L’hai detto tu. Mi rivedrai la sera del 23 su questo palco, sempre se mi prenderanno. Scusa ma devo proprio andare» ma nel momento stesso in cui disse quelle parole si rimangiò tutto, capendo che non poteva sempre scappare da tutto e tutti e che quel ragazzo, così gentile con lei per chissà quale motivo, voleva solo parlare un po’.
Subito dopo Nick la chiamò: «Ally aspetta, forse sono stato un po’ invadente, ma fidati, non ho cattive intenzioni. È solo che quando ti ho vista ballare prima, ho riconosciuto nei tuoi movimenti e nelle tue espressioni le stesse di mia nonna. È stata studentessa alla Juilliard ed è grazie a lei che mi hanno assunto qui come tecnico delle luci, anche se credo che qualche merito ce lo abbia pure io»
«Ovvio, quindi tua nonna studiava qui? Anche la mia e ci ero molto affezionata. È stata lei a trasmettermi la passione per la danza»
«E si vede che ti piace, quando balli trasmetti molto, contagiando chiunque ti guardi. Scusa, forse non sei abituata a ricevere tutti questi complimenti, soprattutto da ragazzi così invadenti come me»
«Figurati, anzi mi fa piacere. Scusami tu per come ti ho risposto prima, sono molto nervosa per questa assegnazione. Anastasia è una ragazza competitiva e oggi ha dato il meglio di sé e non so quando si ripresenteranno occasioni del genere»
«Quando metti passione in quello che fai nulla può andare storto. Può darsi che Mrs Brown non ti scelga, ma tu non devi prenderla come una sconfitta, se sei una stella prima o poi brillerai» e a quelle ultime parole Ally si fece rossa in viso. «Io lavoro qui come tecnico delle luci, ma per questo Natale sto collaborando per l’allestimento del villaggio di Babbo Natale. Mi occupo dell’illuminazione, della disposizione delle luci, i colori e tutto il funzionamento automatizzato. Sembra semplice ma non lo è. Se qualcosa dovesse andare storto, non si potrà percepire la magia del Natale»
«Ma è una cosa bellissima! Qui a New York il Natale è molto più sentito rispetto a noi in California. Certo, non è come il Giorno del Ringraziamento, ma gli addobbi e l’atmosfera natalizia qui non mancano di certo»
«Sì, è vero, hai ragione. Che ne dici di continuare la conversazione fuori di qui? All’angolo della strada c’è un’ottima pasticceria, potremmo fare una piccola sosta lì, se ti va»
Ally ti va? si chiese la ragazza. Ma certo, che domande! Nick oltre a essere gentile e simpatico, era pure molto interessante. «Certo» rispose lei e insieme uscirono dal teatro.
Ally prese una cioccolata calda e lo stesso fece Nick. Poco dopo aver ordinato, un cameriere con un grembiule natalizio si presentò al tavolo con le due bevande. «Quindi vieni dalla California?» chiese Nick ad Ally, riprendendo la conversazione di poco prima.
«Sì, precisamente da Healdsburg, un piccolo paesino sperduto della contea di Sonoma» disse sorridendo Ally.
«E hai molti parenti lì?»
«Solo mia madre e mio fratello. Mio padre è morto quando avevo dieci anni, poco dopo la nascita di mio fratello Noah e mia nonna, l’unica che abbia mai conosciuto, ci ha lasciati un po’ di anni fa, quindi mi sono rimasti solo loro. Entrambi i miei genitori erano figli unici, non ho né zii né cugini. Triste storia, vero?»
«Mi dispiace molto, deve essere stato difficile per tua madre crescere entrambi da sola»
«Sì, per qualche anno ha avuto il supporto di mia nonna. Sai lei, Carola, è stata una grande ballerina da giovane e per il mio decimo compleanno mi portò in Russia, l’unico viaggio fuori dall’America che abbia mai fatto. Pensa che andammo a vedere proprio lo Schiaccianoci al teatro di San Pietroburgo e in quell’occasione mi regalò un carillon con una ballerina in abito azzurro, con ricami argentati, immersa in un paesaggio innevato. Custodisco quest’oggetto con molto amore, perché è l’unica cosa che mi sia rimasta di mia nonna». In quel momento Ally si accorse che si era fatto tardi e doveva ancora preparare la cena perché quella sera sarebbe stata sola a casa, senza Emily e Kat, le sue due coinquiline. Così si affrettò ad alzarsi e, scusandosi con Nick, lo lasciò solo al tavolo, promettendogli che sarebbe andata ad assistere all’accensione del villaggio di Babbo Natale la settimana seguente.
Solo una volta uscita dalla pasticceria, sotto i fiocchi di neve che cominciavano a scendere, Ally realizzò l’accaduto. Quel ragazzo, Nick, era davvero bello, se lo avessero visto Kat ed Emily di sicuro avrebbero iniziato a romanzare su di loro. E poi era stato così gentile con lei. Anzi, più che gentile, l’aveva riempita di complimenti e l’unica cosa che era stata capace di fare era stato rispondergli in tono brusco e frettoloso, almeno all’inizio, poi si era lasciata andare, avevano parlato delle loro nonne, delle loro passioni. Parlare con Nick si era rivelato più interessante di quanto avrebbe immaginato. Si capiva che lui avrebbe voluto rivederla prima della sera del musical e in cuor suo anche Ally lo voleva. Ripensò alla scossa che aveva sentito quando l’enorme mano di Nick aveva toccato la sua spalla, al suo sorriso, ai suoi occhi nocciola, a quel gesto che faceva con la mano quando parlava, all’ultimo sguardo che le aveva rivolto prima che uscisse dal locale. Al Diavolo Ally, si disse. Probabilmente è tutto un film che ti stai facendo nella tua testa.
Spero che questo racconto vi sia piaciuto. Il finale è aperto e il continuo è lasciato all’immaginazione del lettore. Io ci ho messo tutta me stessa e soprattutto tanto amore. Auguro a tutti di passare un sereno Natale. Ci rivediamo domani con il blog Nea: Nuova Ecologia Artistica.
Laura♡
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