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Fabbricante di lacrime, di Erin Doom

Fabbricante di lacrime di Erin Doom – Elisa scrive sulla luna

Buongiorno lettori, questa mattina voglio regalarvi un’altra recensione (letta dalla stessa autrice. Quando mi è arrivato il messaggio ho fatto un urlo di gioia). Faccio una premessa. Il romanzo di cui vi parlerò è entrato ufficialmente nella mia mensola d’onore, quella dedicata alle letture più belle e significative della mia vita, quei libri che posso osservare dal mio letto, mentre studio alla scrivania e che posso riassaporare ogni qualvolta ne senta il desiderio. Si tratta del Fabbricante di lacrime, di Erin Doom. Per il cinquantesimo di mio padre ho creato dei segnaposti chiusi con lo spago, ognuno dei quali racchiudeva una delle frasi che l’autrice ha riportato all’inizio del capitolo. Sono state tutte molto apprezzate.

Vi lascio qui la trama

♡~Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si raccontano da sempre storie e leggende a lume di candela. La più famosa è quella del fabbricante di lacrime, un misterioso artigiano dagli occhi chiari come il vetro, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole tetre dell’infanzia. Il suo sogno più grande, infatti, sta per avverarsi. I coniugi Milligan hanno avviatole pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo. Rigel è intelligente, scaltro, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare, ma il suo aspetto angelico cela un’indole oscura. Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune di dolore e privazioni, la convivenza tra loro sembra impossibile. Soprattutto quando la leggenda torna a insinuarsi nelle loro vite e il fabbricante di lacrime si fa improvvisamente reale, sempre più vicino. Eppure Nica, dolce e coraggiosa, è disposta a tutto per difendere il suo sogno, perché solo se avrà il coraggio di affrontare gli incubi che la tormentano, potrà librarsi finalmente libera come la farfalla di cui porta il nome.~♡

Allora, come definire a parole la storia tra Rigel e Nica. È stata un’esperienza nuova, unica e che mi ha segnato profondamente. Ho sofferto con i protagonisti. Può sembrare una cosa banale e scontata che accade in tutte le storie drammatiche, ma questa volta è stato diverso. È come se l’autrice abbia trovato un modo per raccontare, distruggendo l’anima dei lettori, in senso positivo ovviamente. Mentre leggevo il Fabbricante di lacrime, mi è stato impossibile non amare e odiare profondamente ogni scelta e ogni singola parola che Erin Doom ha stampato nelle pagine. Ogni parola ha un significato poetico. Tutto il suo libro è poesia. Non ho mai letto un libro caratterizzato dalle stesse finezze di questo. E i due protagonisti sono un po’ lo stesso, odio e amore. Anche se guardiamo il mondo con gli occhi di Nica, sappiamo tutto di lei ma in realtà non sappiamo niente. Perché è proprio lei a non sapere ancora i sentimenti che la legano al resto del mondo. Sua madre le ha sempre detto di comportarsi con delicatezza. E lei è dolce e buona, come una farfalla. Poi c’è Rigel, l’esatto opposto, un lupo. La loro favola non può avere un lieto fine, la bambina in nessuna storia abbraccia il lupo.

Il messaggio che l’autrice ci vuole lasciare è bellissimo: c’è sempre la possibilità di avere un lieto fine. Nica desidera essere felice. Il suo desiderio più grande è sempre stato avere una famiglia, una mamma e un papà, ma soprattutto ha sempre avuto bisogno di un affetto materno. Lei si ricorda della sua vera mamma, morta quando la bambina aveva cinque anni. A diciassette anni Anna, improvvisamente, la porta nella sua famiglia e la tratta subito come una figlia, dedicandole attenzioni che Nica non ha mai avuto il piacere di assaporare. Per lei sono tutte emozioni nuove. E ogni gesto di Anna la fa sentire speciale e ancora giusta. Perché nell’orfanotrofio Nica si è sempre sentita sbagliata, l’hanno fatta sentire sbagliata. Non ha mai avuto l’occasione di spiccare il volo.

Un dettaglio bellissimo del romanzo sono i nomi. Tutti i personaggi hanno nomi particolari, ma i più belli sono quelli dei protagonisti, Nica e Rigel. Nica è la farfalla più comune, i suoi genitori erano dei biologi. Il suo nome ha un suono libero come quello di una farfalla e una farfalla non sa stare alle catene, ha bisogno di volare. E poi è stata prima un bruco e sa già cosa vuole dire credere nelle favole, credere in un lieto fine. Invece, Rigel è la stella più luminosa della costellazione di Orione. Il nome gli è stato dato la notte in cui in una cesta la madre lo ha abbandonato sui gradini dell’istituto e si dice che quella notte del 10 marzo la stella Rigel brillava ancora più del solito.

Consiglio questo romanzo a chiunque voglia concedersi una lettura carica di emozioni, introspezione, amore, difficoltà che la vita dissemina lungo il cammino, famiglia, poesia e moltissimo altro. Io ho faticato a scrivere questa recensione per la paura di non rendere giustizia alla donna che ha scritto questo romanzo. Voi non immaginate le lacrime che ho versato nelle due settimane che ho vissuto insieme a Nica e Rigel tra le pagine del Fabbricante di lacrime. Perché il Fabbricante di lacrime esiste, ma sta a noi scoprire chi è.

Laura♡

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Un sogno tra i fiocchi di neve, di Corina Bomann

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Buon Natale!

Ieri è terminato The Xmas Carols. Ringrazio ancora Shio per avermi permesso di partecipare. Per me è stata una esperienza bellissima, mi ha fatto conoscere nuovi blog e ha reso dove una poesia può arrivare più visibile nel mondo di WordPress.

In queste settimane non ho voluto postare nulla oltre alla casellina di The Xmas Carols proprio per dare più spazio e visibilità a questo progetto. Ora sono tornata, ho tanto materiale da condividere: recensioni, poesie, pensieri, pagine di diario e sono pronta a farlo con voi. Oggi recensirò un libro che mi ha tenuto compagnia nei primi giorni di dicembre. Si tratta di Un sogno tra i fiocchi di neve, di Corina Bomann. Conosco l’autrice da L’isola delle farfalle, letto quando ero in prima superiore, ma di cui ancora mi ricordo il sapore dolce che mi aveva lasciato una volta ultimato il romanzo.

Riporto qui la trama.

❄~Fin da bambina, Anna non ha mai potuto sopportare il Natale, con tutto il suo corredo di luci colorate, dolci, regali e preparativi frenetici. E anche adesso che è una giovane donna, l’unico modo per superarlo è cercare riparo in qualche località esotica. Ma quest’anno sottrarsi sembra proprio impossibile: il suo adorato fratellino Jonathan le ha strappato la promessa di raggiungerlo per festeggiare con tutta la famiglia, compreso l’insopportabile patrigno. E così il 23 dicembre, Anna salta su un treno stipato di gente alla volta di Berlino. Un attimo di assopimento – o meglio, quello che sembra un attimo – e si ritrova in una desolata stazione sul Mar Baltico, nel cuore della notte e nel pieno di una tormenta di neve. Impossibile tornare indietro, nessun treno riparte a quell’ora. Ad Anna non resta che chiedere un passaggio a chi capita e affidarsi alla sua buona stella, perché i personaggi che popolano la notte – si sa – sono tra i più disparati: l’autista di uno spazzaneve, un camionista polacco, tre stravaganti vecchiette che appaiono e scompaiono, e un surfista-psicologo-rasta piuttosto attraente… Dall’autrice best seller Corina Bomann, una storia divertente ed emozionante, con un pizzico di suspense e di magia.~

Anna è una ragazza universitaria, frequenta la facoltà di letteratura, desidera diventare scrittrice. Anna fatica a trovare il suo posto nel mondo, non si sente capita e apprezzata nelle sue scelte, ma anche se è costantemente attanagliata da dubbi e incertezze, Anna sa che l’unica cosa che può fare è continuare a rincorrere i suoi sogni.

Anna odia il Natale, per lei rappresenta il periodo dell’anno in cui improvvisamente tutti si fanno più nervosi, vanno di fretta da un capo della città all’altro, alla ricerca di regali da lasciare sotto l’albero a figli, nipoti e parenti vari. Fin dai primi di dicembre le radio danno sempre le solite quattro canzoni sul Natale, con il primato di Last Christmas di George Michael, la canzone che sembra perseguitare Anna, come un augurio per una prossima disavventura. Perché sì, in questo libro Corina Bomann racconta le mille disavventure vissute da Anna per raggiungere la sua famiglia per le feste. Un viaggio di poche ore si tramuta in un pellegrinaggio di un intero giorno, con imprevisti sempre in agguato, un po’ come il gioco dell’oca. Ho molto apprezzato l’ironia dell’autrice, espressa con gli occhi della protagonista. Divertentissima la parte con le tre vecchiette, la signora Lilla, Rosa e Ranuncolo. Ognuna delle persone che Anna incontra contribuiscono a farle comprendere il vero senso del Natale, a farle rivalutare questo suo istintivo odio per la festa tanto attesa dal mondo intero.

La cosa che però Anna non sa, che uno dei suoi ultimi incontri potrebbe rappresentare l’inizio di un nuovo capitolo della sua vita, da scrivere con l’inchiostro dell’amore.

Consiglio questa lettura a coloro che vogliono assaporare un nuovo gusto del Natale, un po’ divertente e tormentato, ma soprattutto con un lieto fine.

Voi invece che letture avete affrontato in questo Avvento?

Ma ditemi un po’, cosa ci sarà sulle vostre tavole a pranzo? E ieri? Avete preparato anche voi qualcosa per la Vigilia?

Ancora Buon Natale e buone feste,

Laura♡