
Buongiorno lettori. Oggi torno a recensire un libro. Ho letto tanto in questi mesi di assenza. Vi elenco qualche titolo. L’inverno dei leoni (secondo capitolo della saga I Leoni di Sicilia di Stefania Auci), Il cavaliere d’inverno, Quando le montagne cantano, Poirot sul Nilo di Agatha Christie, Ho cercato il tuo nome di Nicholas Sparks. Insomma ho letto nonostante il mio periodo di stop qui sul blog.
Oggi però voglio parlarvi della lettura più recente, Ninfa dormiente, di Ilaria Tuti, il secondo caso del commissario Teresa Battaglia. Ho letto il primo, Fiori sopra l’inferno molti anni fa, forse tre anni fa circa e ricordo che mi aveva preso tantissimo il caso. Trovate la recensione qui.
Questa volta vi anticipo che non è stato così, o meglio, il libro mi ha preso, ma non per il caso da risolvere, ma per la storia privata del commissario e dell’ispettore Massimo Marini.
Vi lascio qui la trama.
Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne.
Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno.
Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.
Ilaria Tuti è molto brava a ricreare l’atmosfera da thriller, ma non solo. È anche molto talentuosa nello scavare a fondo nella mente dei suoi protagonisti e questo è forse l’aspetto che apprezzo di più del suo stile.
Le scene e le ambientazioni sono descritte in modo impeccabile. Le idee, gli indizi sono a dir poco geniali, anche se come vi ho anticipato poco fa, non mi hanno convinta del tutto. Ora vi spiego perché. Penso che l’autrice si sia lasciata troppo trasportare, esagerando e cadendo nel macabro, cosa che può piacere oppure no. A me personalmente ha leggermente disgustato.
Consiglio questo libro perché è bellissimo. E vi consiglio di iniziare dal primo ed è per questo che non vi dico altro sulla trama, altrimenti farei troppi spoiler sul primo. C’è anche il terzo caso, Fiore di roccia, io aspetterò qualche tempo prima di affrontare questa lettura.
Voi conoscete questa autrice? La trama vi ispira? Fatemi sapere nei commenti.
Buon inizio settimana,
Laura
Buongiorno buon inizio settimana! 🥰😘 Mi ha incuriosita molto questo libro, grazie di cuore per la recensione, non conoscevo questa autrice, annoto subito nella mia lista delle letture! 🤗💕
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Grazie💚
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