Ho appena pubblicato la poesia Lasciami volare. Non è nuova, ma rappresenta un segno indelebile del mio passato. Non sarà bellissima e perfetta, ma, ogni volta che la leggo, vengo assalita da un senso di tristezza e gioia insieme.
Questa poesia è nata per caso. In realtà più che per caso è nata da un’emozione. Durante una lezione di Religione la nostra prof ci ha parlato di un ragazzo, morto per overdose gettandosi in un fiume, il cui padre avrebbe tenuto una conferenza nel mese corrente.
Io, quando ascoltavo le parole del padre, sentivo che in qualche modo ero legata a quel ragazzo. Anche se non lo conoscevo, ho provato un forte senso di pietà e di ammirazione per quel padre che dalla morte è riuscito a recuperare un pizzico di vita. Quell’infinitesimo della vita del ragazzo, ha rappresentato il piccolo seme da cui il padre è potuto ripartire. E’ riuscito ad alleviare il dolore per la perdita di un figlio e a trarne qualcosa di positivo, un messaggio da trasmettere alle anime giovani che ancora hanno la libertà del respiro.
Così è nata Lasciami volare. Poi sono andata a quell’incontro e, grazie alla stima e al consiglio delle mie professoresse, prima di lasciare la sala, ho consegnato al padre la mia poesia. La reazione per me fu una sorpresa. Si mise a piangere e mi ringraziò dicendomi che avrebbe voluto rimanere in contatto con me.
Non dimenticherò mai quel giorno! In ogni momento triste confronto la mia sofferenza a quella di quel padre. In questo modo mi convinco che la mia non è sofferenza, ma solo uno stato temporaneo di stanchezza e scarsa fiducia in sé.
Ne ho avuti molti di questi momenti e lui quel giorno ha saputo farmi da maestro, regalandomi uno degli insegnamenti più grandi che io ora custodisco segretamente nel cassetto del mio cuore. Rosso fuori, ma verde dentro, verde come la speranza!
È una cosa molto dolce da parte tua.
P.s. manca una maiuscola!
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Corretto anche questo!
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